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PD: Della Mea, montagna tagliata fuori per barriere acustiche A23

02.03.2011
11:48
(ACON) Trieste, 2 mar - COM/AB - "Avevo chiesto in dicembre quale era lo stato di attuazione del piano di risanamento sulla base della graduatoria già redatta per la realizzazione di opere di mitigazione acustica nel tratto autostradale A23 Udine-Tarvisio, riferendomi in particolare alla zona montana. Soprattutto, dopo aver avuto informazioni non positive in merito, ritenevo opportuno chiedere alla Giunta regionale di assumere l'iniziativa per sollecitare la realizzazione di opere di risanamento di un territorio già di per sé eccessivamente penalizzato dal carico di varie opere di infrastrutturazione".

A ricordare la questione è il consigliere regionale del PD Sandro Della Mea, che ritiene sorprendente la risposta che gli è stata fornita dalla Giunta: la società Autostrade per l'Italia Spa per il quinquennio 2009-2013 intende realizzare solo due interventi, uno a Tavagnacco e l'altro nella zona di Pasian di Prato e Campoformido. Per poter beneficiare di qualche intervento nel tratto autostradale compreso tra Osoppo e Tarvisio, peraltro già indicato e previsto sulla base di una graduatoria, bisognerà attendere il 2021.

In parole semplici - commenta Della Mea - si dice che non si farà un bel niente.

Il vicepresidente della Giunta - così ancora il consigliere del PD - ci informa che il cronoprogramma degli interventi previsti dal completamento del piano di risanamento su scala nazionale della tratta indicata si completerà nel 2024, ma nulla dice di cosa si farà dal 2013 al 2021 e naturalmente non spende neanche una parola per dirci, come avevamo chiesto, se intenda far qualcosa nel tentativo di modificare uno stato di fatto inaccettabile.

"Per Ciriani va bene così e cioè bisognerà aspettare il 2022 per poter beneficiare di qualche intervento di risanamento acustico nel tratto autostradale compreso tra Osoppo e Tarvisio. Purtroppo non ci resta che constatare con amarezza ancora una volta che il freddo linguaggio da burocrati continua a mietere vittime e danni, con effetti che si fanno sentire soprattutto nelle zone più marginali, come i territori montani, che invece meriterebbero ben altre attenzioni. Come spesso accade - conclude Della Mea - anche in questo caso si dice in maniera chiara che la montagna non è una priorità. Dispiace solo che a dirlo sia chi dovrebbe occuparsi, per delega, del suo sviluppo".