PD: Della Mea, montagna tagliata fuori per barriere acustiche A23
(ACON) Trieste, 2 mar - COM/AB - "Avevo chiesto in dicembre
quale era lo stato di attuazione del piano di risanamento sulla
base della graduatoria già redatta per la realizzazione di opere
di mitigazione acustica nel tratto autostradale A23
Udine-Tarvisio, riferendomi in particolare alla zona montana.
Soprattutto, dopo aver avuto informazioni non positive in merito,
ritenevo opportuno chiedere alla Giunta regionale di assumere
l'iniziativa per sollecitare la realizzazione di opere di
risanamento di un territorio già di per sé eccessivamente
penalizzato dal carico di varie opere di infrastrutturazione".
A ricordare la questione è il consigliere regionale del PD Sandro
Della Mea, che ritiene sorprendente la risposta che gli è stata
fornita dalla Giunta: la società Autostrade per l'Italia Spa per
il quinquennio 2009-2013 intende realizzare solo due interventi,
uno a Tavagnacco e l'altro nella zona di Pasian di Prato e
Campoformido. Per poter beneficiare di qualche intervento nel
tratto autostradale compreso tra Osoppo e Tarvisio, peraltro già
indicato e previsto sulla base di una graduatoria, bisognerà
attendere il 2021.
In parole semplici - commenta Della Mea - si dice che non si farà
un bel niente.
Il vicepresidente della Giunta - così ancora il consigliere del
PD - ci informa che il cronoprogramma degli interventi previsti
dal completamento del piano di risanamento su scala nazionale
della tratta indicata si completerà nel 2024, ma nulla dice di
cosa si farà dal 2013 al 2021 e naturalmente non spende neanche
una parola per dirci, come avevamo chiesto, se intenda far
qualcosa nel tentativo di modificare uno stato di fatto
inaccettabile.
"Per Ciriani va bene così e cioè bisognerà aspettare il 2022 per
poter beneficiare di qualche intervento di risanamento acustico
nel tratto autostradale compreso tra Osoppo e Tarvisio. Purtroppo
non ci resta che constatare con amarezza ancora una volta che il
freddo linguaggio da burocrati continua a mietere vittime e
danni, con effetti che si fanno sentire soprattutto nelle zone
più marginali, come i territori montani, che invece meriterebbero
ben altre attenzioni. Come spesso accade - conclude Della Mea -
anche in questo caso si dice in maniera chiara che la montagna
non è una priorità. Dispiace solo che a dirlo sia chi dovrebbe
occuparsi, per delega, del suo sviluppo".