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CR: legge telecomunicazioni, relatore minoranza Brandolin (3)

03.03.2011
13:48
(ACON) Trieste, 3 mar - RC - Il Gruppo consiliare del PD - ha detto il relatore di minoranza, Giorgio Brandiolin - riconosce lo sforzo compiuto per adeguare la legislazione regionale a quella nazionale, dalla quale discendono paletti definiti. Riunire in un unico testo tutta la materia può consentire una più puntuale regolamentazione a vantaggio di enti locali, operatori e cittadini.

Se l'obiettivo di andare oltre la LR 28/2004 può essere condiviso nel senso di un ampliamento necessario del campo di applicazione della nuova normativa, anche trattando per la prima volta gli interventi di infrastrutturazione per la banda larga, quello che lascia perplessi - ha aggiunto Brandolin - è la modalità un po' confusa delle procedure burocratiche introdotta con il nuovo regolamento per l'individuazione dei siti adatti agli impianti di telecomunicazione: paventiamo il rischio che i Comuni che hanno ottemperato alla LR 28/2004, avendo fatto tutto il percorso necessario per giungere alla realizzazione del proprio Piano comunale, si ritrovino a dover rifare l'intero iter per deliberare il regolamento. E non è chiaro il destino dei Piani comunali già approvati. Inoltre, in diversi territori era stata praticata una condivisibile scelta di attuare Piani sovracomunali che favorivano l'aggregazione e la collaborazione territoriale.

Non solo, perché non si prevede cosa accada una volta che, passato un anno dall'approvazione della legge, lo stesso regolamento non sia approvato dal Comune. Invece è definito che si potranno realizzare gli impianti anche in assenza di regolamento tramite l'autorizzazione comunale, lasciando il campo a iniziative singole da parte degli operatori.

Si introduce la procedura della SCIA al posto della DIA: ciò può paralizzare l'intera legge, una volta approvata. Infatti finora la nostra Regione non ha recepito in nessun provvedimento la procedura della SCIA, come prevista dalla normativa statale alla fine della scorsa estate. Ci sembra opportuna una norma transitoria che salvaguardi le procedure che trattano di DIA fino al recepimento generale della SCIA.

Non si comprende, infine, la ragione di non consentire agli impianti con potenza inferiore ai 5 watt di non dover sottostare alle procedure della presente legge: si tratta di un inutile appesantimento burocratico, quando invece è utile snellire le procedure per quei piccoli impianti che producono effetti molto limitati nella emissione di onde elettromagnetiche, a differenza degli impianti radioamatoriali o dei ponti radio che hanno ben altre capacità emissive.

(segue)