CR: legge telecomunicazioni, relatore minoranza Brandolin (3)
(ACON) Trieste, 3 mar - RC - Il Gruppo consiliare del PD - ha
detto il relatore di minoranza, Giorgio Brandiolin - riconosce lo
sforzo compiuto per adeguare la legislazione regionale a quella
nazionale, dalla quale discendono paletti definiti. Riunire in un
unico testo tutta la materia può consentire una più puntuale
regolamentazione a vantaggio di enti locali, operatori e
cittadini.
Se l'obiettivo di andare oltre la LR 28/2004 può essere condiviso
nel senso di un ampliamento necessario del campo di applicazione
della nuova normativa, anche trattando per la prima volta gli
interventi di infrastrutturazione per la banda larga, quello che
lascia perplessi - ha aggiunto Brandolin - è la modalità un po'
confusa delle procedure burocratiche introdotta con il nuovo
regolamento per l'individuazione dei siti adatti agli impianti di
telecomunicazione: paventiamo il rischio che i Comuni che hanno
ottemperato alla LR 28/2004, avendo fatto tutto il percorso
necessario per giungere alla realizzazione del proprio Piano
comunale, si ritrovino a dover rifare l'intero iter per
deliberare il regolamento. E non è chiaro il destino dei Piani
comunali già approvati. Inoltre, in diversi territori era stata
praticata una condivisibile scelta di attuare Piani sovracomunali
che favorivano l'aggregazione e la collaborazione territoriale.
Non solo, perché non si prevede cosa accada una volta che,
passato un anno dall'approvazione della legge, lo stesso
regolamento non sia approvato dal Comune. Invece è definito che
si potranno realizzare gli impianti anche in assenza di
regolamento tramite l'autorizzazione comunale, lasciando il campo
a iniziative singole da parte degli operatori.
Si introduce la procedura della SCIA al posto della DIA: ciò può
paralizzare l'intera legge, una volta approvata. Infatti finora
la nostra Regione non ha recepito in nessun provvedimento la
procedura della SCIA, come prevista dalla normativa statale alla
fine della scorsa estate. Ci sembra opportuna una norma
transitoria che salvaguardi le procedure che trattano di DIA fino
al recepimento generale della SCIA.
Non si comprende, infine, la ragione di non consentire agli
impianti con potenza inferiore ai 5 watt di non dover sottostare
alle procedure della presente legge: si tratta di un inutile
appesantimento burocratico, quando invece è utile snellire le
procedure per quei piccoli impianti che producono effetti molto
limitati nella emissione di onde elettromagnetiche, a differenza
degli impianti radioamatoriali o dei ponti radio che hanno ben
altre capacità emissive.
(segue)