PD: Codega, su profughi Nord Africa la regione faccia la sua parte
(ACON) Trieste, 24 mar - COM/AB - È inaccettabile è che si
faccia sempre di ogni situazione un'occasione per acquisire
consenso elettorale a buon mercato. La nostra regione è chiamata
a fare la sua parte per venire incontro all'emergenza dei
profughi che vengono dal Nordafrica, tutti hanno inneggiato alla
"primavera" araba e alla fine di alcune dittature dei paesi
dell'altra sponda del Mediterraneo, però nessuno vuol farsi
carico di parte delle conseguenze.
A denunciare la situazione è il consigliere regionale del PD
Franco Codega, che sottolinea come situazione sia complessa e
vada trattata con equilibrio tenendo presenti tutti i valori in
campo: la solidarietà, il rispetto delle norme internazionali, la
sicurezza dei nostri cittadini.
Innanzitutto il presidente Tondo non dovrebbe in alcun ascoltare
la Lega: le proposte leghiste infatti, si veda tutto lo
sconquasso che sta succedendo con il sistema dei servizi sociali,
non tengono minimamente conto dei delicati fattori in campo. Il
capogruppo del Carroccio Narduzzi proclama che la prossima volta
verrà mandato un assessore leghista a trattare con il Governo, ma
si dimentica che la proposta di farsi carico dei profughi a
livello regionale viene proprio da un ministro leghista.
Da più parti si grida all'emergenza profughi e ci si dimentica, o
più semplicemente si ignora, che la Germania già accoglie 592.000
rifugiati, il Regno Unito 270.000, la Francia 200.000 e i soli
Paesi Bassi 80.000. In Italia ne abbiamo 55.000, ossia una quota
assolutamente minore.
Si tenga conto invece di tre cose: i richiedenti asilo (sono una
minoranza) non devono essere respinti né in mare, né in terra,
altrimenti siamo fuori legge; l'Italia è un territorio per lo più
di transito (la massima parte di coloro che sono approdati nel
nostro Paese sono semplicemente immigrati irregolarmente
espatriati che desiderano trovare un lavoro in diversi paesi
dell' Europa); tutte le regioni italiane sono tenute a fare a
loro parte per garantire un'accoglienza provvisoria a queste
persone.
In questo contesto - conclude Codega - credo che la nostra
regione avrà fatto il suo nel momento in cui si attrezzerà, come
già avvenne due anni fa in occasione della crisi del Darfur, nel
mettere a disposizione intanto un centinaio di posti. A tale
scopo qualche caserma in disuso potrebbe andar bene, oppure si
potrebbe attivare la Rete dei Comuni aderenti allo SPRAR (Sistema
di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Sarebbe una
soluzione a impatto leggero e di totale sicurezza per le nostre
comunità.