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CR: OGM, relatore di minoranza Venier Romano (6)

29.03.2011
15:27
(ACON) Trieste, 29 mar - RC - È l'esponente dell'UDC Giorgio Venier Romano, primo relatore di minoranza, a riaprire i lavori parlando contro il progetto di legge n. 136 e in favore del n. 43, che lo vedeva primo firmatario con Roberto Asquini (Misto), Paolo Ciani (Fli) e Roberto Marin (Pdl). È lui stesso a definirlo un testo che si prefiggeva di normare la coesistenza, in regione, fra l'agricoltura convenzionale, quella biologica e quella che intende utilizzare organismi geneticamente modificati, o più propriamente - ha detto il consigliere - geneticamente migliorati, perché è a questo che lavorano da anni i genetisti di tutto il mondo.

Venier Romano ha quindi voluto sgomberare il campo dagli equivoci spiegando che le modifiche genetiche al mais, ad esempio, sono finalizzate a ottenere una maggiore resistenza ad alcune malattie e parassiti animali, consentendo così un uso minore di fitofarmaci con un minore impatto ambientale delle coltivazioni e una maggiore sanità del prodotto. Il risultato un tempo si otteneva con l'incrocio di più varietà, due volte all'anno, ottenendo così l'ibrido da coltivare, mentre oggi si ottiene trasferendo in laboratorio una cellula, o più, da una varietà a un'altra in tempo reale. Inoltre, si dice che chi coltiverà mais OGM non potrà riprodurre nella propria azienda il seme da coltivare nell'anno successivo, ma ciò avviene già da mezzo secolo, poiché gli ibridi di mais non rigenerano sè stessi, né se creati in laboratorio né se ottenuti attraverso gli incroci varietali.

Il mio progetto di legge - ha aggiunto - era apparentemente semplice e snello. Composto da pochi articoli, ma teneva conto degli accordi mondiali sul commercio, delle normative europee e statali, nonché di una sentenza della Corte costituzionale di tre anni fa che attribuisce alle Regioni, e non allo Stato, la potestà legislativa su come applicare il principio di coesistenza, sancito dall'Unione europea, fra coltivazioni convenzionali, biologiche e transgeniche.

Qualcuno si ricorda che anche nei prodotti tipici della nostra regione sono presenti gli OGM, perché nella catena zootecnica del prosciutto e del formaggio, attraverso i mangimi, entra la soia che per il 90% è importata dall'estero e all'estero la stessa è per il 90% OGM? - è la domanda provocatoria del relatore.

Questo Consiglio si accinge ad approvare in fretta e furia la proposta n. 136 con l'unico scopo di vietare al mondo agricolo di accedere a una nuova tecnologia utile sotto il profilo economico, ambientale e sanitario. Il testo accolto a maggioranza dalla Commissione mantiene il divieto assoluto di coltivare OGM sul territorio regionale, come espresso dal comma 1 dell'articolo 2.

Il mio augurio - è la chiosa di Venier Romano - è che quest'Aula almeno preveda che questo divieto decada nel momento in cui saranno approvate le norme sulla coesistenza delle varie tipologie colturali, poi costituisca un Comitato tecnico-scientifico incaricato di stabilire le regole per tale coesistenza. Penso che questo provvedimento, se approvato senza modifiche sostanziali, sarà fatto oggetto di pesanti rilievi sia dalla Corte Costituzionale, sia dalla Ue.

(segue)