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Idv: Corazza, su Krsko e nucleare si sottovaluta situazione

30.03.2011
16:21
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - Insoddisfazione per la risposta data dal vicepresidente della Regione Luca Ciriani è stata espressa dal capogruppo dell'Italia dei Valori Alessandro Corazza, che aveva presentato un'interrogazione urgente per sapere quali iniziative la Regione avesse e volesse assumere per mettere in sicurezza la popolazione del Friuli Venezia Giulia da possibili incidenti alla centrale nucleare di Krsko in Slovenia, situata a soli 130 km dal confine italiano.

Rincuora che la Giunta regionale, sicuramente anche a fronte dell'incidente di Fukushima in Giappone, si sia convinta a non dare la disponibilità per impianti nucleari in Regione, cosa che peraltro proprio l'Idv, in Consiglio regionale, aveva più volte chiesto proprio a causa della sismicità del territorio regionale. Tuttavia è preoccupante la leggerezza con cui la Regione continua a sottovalutare la situazione, a fronte anche dei due incidenti occorsi alla centrale di Krsko proprio pochi giorni fa e che hanno comportato l'attivazione della procedura di emergenza di spegnimento automatico.

Nel merito della risposta, Corazza si sarebbe aspettato che la Regione avesse o stesse elaborando un piano regionale per l'emergenza, di concerto con il dipartimento nazionale di Protezione civile, mettendo a disposizione dei cittadini tutto il materiale necessario in caso di catastrofe nucleare. Inoltre non c'è accenno alcuno nemmeno a una campagna d'informazione della popolazione né di addestramento degli operatori.

Eppure il disastro nucleare occorso a Fukushima avrebbe dovuto allarmare anche la nostra Regione, così com'è avvenuto in Europa, soprattutto a fronte del fatto che l'impianto di Krsko è stato oggetto già nel 1993 di 74 raccomandazioni sui cambiamenti tecnici e procedurali necessari per adeguarlo alle normative UE, che persistono problemi ai generatori di vapore che in passato determinavano fuoriuscite di radionuclidi nell'atmosfera, e che la zona dove sorge la centrale è a rischio sismico".

La scelta politica fatta da questa maggioranza di aprire al nucleare, ma nel giardino del vicino, a giudizio di Corazza è sbagliata perché non mette in sicurezza i cittadini. La Regione non avrebbe mai dovuto aprire all'idea di partecipare al raddoppio di Krsko, chiedendo invece a voce alta il recupero del piano di chiusura della centrale, inizialmente previsto per il 2024. Posizione che si giustificherebbe ancora di più davanti ai recenti fatti di attualità, ma che vede ormai il Governo regionale senza più coraggio né credibilità per chiederla.

L'unica azione responsabile viene dall'Italia dei Valori - conclude Corazza - che si è fatta promotrice, attraverso una raccolta firme fatta senza l'aiuto degli altri partiti, del referendum che il 12 giugno permetterà ai cittadini di pronunciarsi per abrogare la legge sul ritorno al nucleare.

Anche in questo caso rimane però l'amarezza nel constatare che, dopo il blitz del Parlamento che non ha accorpato per un solo voto il referendum con il secondo turno delle amministrative, nemmeno qui in Regione si sia provveduto a indire le elezioni per il 29 maggio in modo da accorpare il referendum con l'eventuale turno di ballottaggio e risparmiare centinaia di migliaia di euro. Un'irresponsabilità costosa in tutti i sensi.