Idv: Corazza, su Krsko e nucleare si sottovaluta situazione
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - Insoddisfazione per la
risposta data dal vicepresidente della Regione Luca Ciriani è
stata espressa dal capogruppo dell'Italia dei Valori Alessandro
Corazza, che aveva presentato un'interrogazione urgente per
sapere quali iniziative la Regione avesse e volesse assumere per
mettere in sicurezza la popolazione del Friuli Venezia Giulia da
possibili incidenti alla centrale nucleare di Krsko in Slovenia,
situata a soli 130 km dal confine italiano.
Rincuora che la Giunta regionale, sicuramente anche a fronte
dell'incidente di Fukushima in Giappone, si sia convinta a non
dare la disponibilità per impianti nucleari in Regione, cosa che
peraltro proprio l'Idv, in Consiglio regionale, aveva più volte
chiesto proprio a causa della sismicità del territorio regionale.
Tuttavia è preoccupante la leggerezza con cui la Regione continua
a sottovalutare la situazione, a fronte anche dei due incidenti
occorsi alla centrale di Krsko proprio pochi giorni fa e che
hanno comportato l'attivazione della procedura di emergenza di
spegnimento automatico.
Nel merito della risposta, Corazza si sarebbe aspettato che la
Regione avesse o stesse elaborando un piano regionale per
l'emergenza, di concerto con il dipartimento nazionale di
Protezione civile, mettendo a disposizione dei cittadini tutto il
materiale necessario in caso di catastrofe nucleare.
Inoltre non c'è accenno alcuno nemmeno a una campagna
d'informazione della popolazione né di addestramento degli
operatori.
Eppure il disastro nucleare occorso a Fukushima avrebbe dovuto
allarmare anche la nostra Regione, così com'è avvenuto in Europa,
soprattutto a fronte del fatto che l'impianto di Krsko è stato
oggetto già nel 1993 di 74 raccomandazioni sui cambiamenti
tecnici e procedurali necessari per adeguarlo alle normative UE,
che persistono problemi ai generatori di vapore che in passato
determinavano fuoriuscite di radionuclidi nell'atmosfera, e che
la zona dove sorge la centrale è a rischio sismico".
La scelta politica fatta da questa maggioranza di aprire al
nucleare, ma nel giardino del vicino, a giudizio di Corazza è
sbagliata perché non mette in sicurezza i cittadini. La Regione
non avrebbe mai dovuto aprire all'idea di partecipare al
raddoppio di Krsko, chiedendo invece a voce alta il recupero del
piano di chiusura della centrale, inizialmente previsto per il
2024. Posizione che si giustificherebbe ancora di più davanti ai
recenti fatti di attualità, ma che vede ormai il Governo
regionale senza più coraggio né credibilità per chiederla.
L'unica azione responsabile viene dall'Italia dei Valori -
conclude Corazza - che si è fatta promotrice, attraverso una
raccolta firme fatta senza l'aiuto degli altri partiti, del
referendum che il 12 giugno permetterà ai cittadini di
pronunciarsi per abrogare la legge sul ritorno al nucleare.
Anche in questo caso rimane però l'amarezza nel constatare che,
dopo il blitz del Parlamento che non ha accorpato per un solo
voto il referendum con il secondo turno delle amministrative,
nemmeno qui in Regione si sia provveduto a indire le elezioni per
il 29 maggio in modo da accorpare il referendum con l'eventuale
turno di ballottaggio e risparmiare centinaia di migliaia di
euro. Un'irresponsabilità costosa in tutti i sensi.