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PD: Menis, il CUP è un servizio che non può essere limitato

01.06.2011
15:02
(ACON) Trieste, 1 giu - COM/AB - È di nuovo scontro sul CUP, il call-center regionale per prenotare le prestazione e ottenere informazioni sui servizi socio-sanitari che, da oggi, è diventato a pagamento. Ed proprio su questo aspetto che si è concentrata l'interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere PD Paolo Menis.

Formalmente si parla di "addebito ripartito", per indicare che solo una parte del costo della chiamata è a carico dell'utenza - ha esordito Menis - ciò non toglie che, per quanto piccolo, si tratta di un nuovo onere a carico dei cittadini che sono i primi a pagare, mentre la Regione si fa carico della differenza. Una decisione francamente incomprensibile, che va a penalizzare quello che, a oggi, è uno dei servizi maggiormente utilizzati dai cittadini, con oltre 2.500 contatti al giorno, per quasi 800 mila chiamate all'anno. Persone in difficoltà che chiamano non solo per prenotare le prestazioni sanitarie, ma anche per chiedere informazioni sui servizi territoriali. A poco sono servite le giustificazioni dell'assessore che, dopo aver fornito gli ultimi dati relativi all'attività del CUP, ha parlato di una scelta dettata da un'esigenza di responsabilizzazione dell'utenza, utile per filtrare i contatti inappropriati. Il consigliere del PD ha invece sottolineato come un servizio tra i cui compiti c'è quello di informare i cittadini che si trovano in stato di necessità, non possa essere limitato in alcun modo ma sia, piuttosto, da incentivare.

Al contrario dei numerosi proclami in favore del potenziamento dell'accessibilità della rete - ha aggiunto Menis - si assiste a queste decisioni che vanno in direzione esattamente opposta, analogamente a quanto accaduto pochi mesi or sono quando abbiamo assistito all'eliminazione dei box informativi sugli elenchi telefonici.

Anche sull'aspetto economico Menis ha tenuto a fare un'ultima precisazione rilevando come, sotto questo profilo, i costi del mantenimento del numero verde avrebbero potuto essere agevolmente affrontati investendo una parte delle ingenti risorse - oltre 11 milioni di euro - ricavate dalla recente liquidazione dell'Agenzia regionale della Sanità.