PD: Menis, il CUP è un servizio che non può essere limitato
(ACON) Trieste, 1 giu - COM/AB - È di nuovo scontro sul CUP, il
call-center regionale per prenotare le prestazione e ottenere
informazioni sui servizi socio-sanitari che, da oggi, è diventato
a pagamento. Ed proprio su questo aspetto che si è concentrata
l'interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere
PD Paolo Menis.
Formalmente si parla di "addebito ripartito", per indicare che
solo una parte del costo della chiamata è a carico dell'utenza -
ha esordito Menis - ciò non toglie che, per quanto piccolo, si
tratta di un nuovo onere a carico dei cittadini che sono i primi
a pagare, mentre la Regione si fa carico della differenza. Una
decisione francamente incomprensibile, che va a penalizzare
quello che, a oggi, è uno dei servizi maggiormente utilizzati dai
cittadini, con oltre 2.500 contatti al giorno, per quasi 800 mila
chiamate all'anno. Persone in difficoltà che chiamano non solo
per prenotare le prestazioni sanitarie, ma anche per chiedere
informazioni sui servizi territoriali. A poco sono servite le
giustificazioni dell'assessore che, dopo aver fornito gli ultimi
dati relativi all'attività del CUP, ha parlato di una scelta
dettata da un'esigenza di responsabilizzazione dell'utenza, utile
per filtrare i contatti inappropriati.
Il consigliere del PD ha invece sottolineato come un servizio tra
i cui compiti c'è quello di informare i cittadini che si trovano
in stato di necessità, non possa essere limitato in alcun modo ma
sia, piuttosto, da incentivare.
Al contrario dei numerosi proclami in favore del potenziamento
dell'accessibilità della rete - ha aggiunto Menis - si assiste a
queste decisioni che vanno in direzione esattamente opposta,
analogamente a quanto accaduto pochi mesi or sono quando abbiamo
assistito all'eliminazione dei box informativi sugli elenchi
telefonici.
Anche sull'aspetto economico Menis ha tenuto a fare un'ultima
precisazione rilevando come, sotto questo profilo, i costi del
mantenimento del numero verde avrebbero potuto essere agevolmente
affrontati investendo una parte delle ingenti risorse - oltre 11
milioni di euro - ricavate dalla recente liquidazione
dell'Agenzia regionale della Sanità.