CR: legge Giornata contro la droga, relatore Codega (6)
(ACON) Trieste, 1 giu - RC - Intento di per sé condivisibile, a
detta del secondo relatore di minoranza, Franco Codega del PD, in
quanto è generale la condanna dell'uso di droghe e della
necessità di stroncare questo fenomeno. Ma anche per lui il
dubbio è sull'utilità di istituire una Giornata contro la droga.
Tutti converranno che è uno strumento del tutto minimale - ha
detto Codega facendo presenti i molti soggetti che già svolgono
nel quotidiano quella informazione e quella sensibilizzazione
verso i giovani che il provvedimento vorrebbe incentivare.
Codega ha quindi ripercorso la storia legislativa nazionale sul
tema: nel 1975 fu promulgata la legge n. 685 considerata da molti
troppo permissiva, perciò fu radicalmente modificata nel 1990,
corretta di nuovo con il referendum del 1993 e poi ulteriormente
cambiata con la legge Fini-Giovanardi del 2006 con l'aumento
delle pene per i consumatori. Sta pagando questa impostazione più
di sapore repressivo? Questa, per l'esponente del PD, è la
domanda vera. Avere una leggina in più o in meno per favorire più
sensibilizzazione al fenomeno è assolutamente inadeguato.
C'è, poi, l'aspetto sociale ed educativo. Ed ecco che Codega si
chiede cosa spinga un adolescente a fare uso di droghe. La
famiglia, la scuola, le istituzioni sono chiamate a svolgere un
ruolo fondamentale nel quotidiano. La preoccupazione è che ci
possa essere chi crede di aver fatto tutto il fattibile
semplicemente istituendo una Giornata contro la droga.
Ultima considerazione, la VI Commissione consiliare sta
elaborando un provvedimento sui giovani che all'articolo 20
propone di "prevenire e contrastare i comportamenti e i fattori
di rischio, attraverso la responsabilizzazione dei giovani, con
particolare riguardo alla sessualità, all'alimentazione, all'uso
di sostanze stupefacenti e psicoattive", e prevede già contributi
per iniziative in questo settore. Intervenire, quindi, sullo
stesso tema, predisponendo una legge apposita, al consigliere
sembra quanto meno ridondante.
(segue)