PD: Lupieri, no legiferare sui codici bianchi
(ACON) Trieste, 10 giu - COM/RC - A giudizio di Sergio Lupieri,
consigliere regionale del PD, la proposta di legge presentata dal
centro-destra sugli accessi al pronto soccorso non è altro che
l'ultimo spot della maggioranza, incapace di una politica
complessiva di riforma sanitaria, ma portata sempre a intervenire
con delle norme su aspetti certamente importanti ma che sarebbero
risolvibili con semplici circolari aziendali.
In pratica - spiega Lupieri - si dice solo che se più del 30% dei
pazienti affetti da patologie minori, chiamati codici bianchi,
non riceve assistenza al pronto soccorso entro le due ore, viene
attivato uno specifico ambulatorio loro dedicato.
Per il consigliere è il modo sbagliato e superficiale di
affrontare il problema dell'iper-afflusso al pronto soccorso
degli ospedali, perché non si risolve la gestione dei codici
bianchi ed evitare la loro presenza in ospedale.
Se vogliamo affrontare con serietà il problema - spiega ancora
Lupieri - dobbiamo fare in modo che siano le Aziende sanitarie, e
non le Aziende ospedaliere, a essere messe nelle condizioni di
avere una gestione 24 ore su 24 del paziente non urgente,
attraverso l'attivazione di propri servizi distrettuali e con
strade brevi per accedere ai servizi di diagnostica (rx e
laboratorio). Altrimenti si mette solo una pezza, ma non si
affronta la vera questione.
Un legislatore serio dovrebbe affrontare la questione chiedendosi
perché le persone con codici bianchi si recano in pronto
soccorso. Il codice bianco si configura come necessità di un
raccordo, anche solo di informazione, con il medico di medicina
generale e con i servizi distrettuali, riservando le vere acuzie
per il pronto soccorso.
Il centrodestra ha affrontato in modo altrettanto inadeguato il
problema delle liste di attesa, avendo la presunzione di trovare
rimedio a tutto con una legge regionale. Ora di questa legge sui
tempi di attesa non si sente più parlare, mancano i report e gli
studi di settore della Direzione centrale, e tutto il problema
dei tempi di attesa - è la chiosa dell'esponente del PD -
continua giustamente a essere portato avanti a livello aziendale
con circolari del direttore generale.