LN: PIcco, ddl unione dei Comuni montani è finta riforma
(ACON) Trieste, 14 giu - COM/RC - La V Commissione consiliare
discute in via generale il disegno di legge sull'istituzione
delle unioni dei Comuni montani ed Enore Picco, esponente della
Lega Nord, dice la sua con una nota nella quale boccia senza
mezzi termini quella che definisce una finta riforma delle
Comunità montane, che la Giunta regionale non può imporre senza
una preventiva discussione con i consiglieri del territorio.
Questo testo - dice ancora Picco - non risolve i problemi e
umilia i Comuni più piccoli, che verrebbero spogliati di risorse
e competenze. La prospettiva di creare un potentato di Tolmezzo
che fa il bello e il cattivo tempo in montagna non troverà la
complicità della Lega Nord.
Più in generale, il consigliere del Carroccio mette in
discussione l'intera strategia politica adottata dall'Esecutivo
per la montagna friulana e puntualizza di non esprimere una
posizione personale, ma di parlare a nome del suo partito.
In Commissione - fa presente - la Lega Nord ha fatto sentire le
sue perplessità. Chiediamo di rivedere l'impianto della riforma
ripartendo dal progetto, illustrato in campagna elettorale, dei
Comuni di Vallata. Qui invece si punta a un sistema in cui
Tolmezzo è il sole e gli altri Comuni sono pianeti più o meno
piccoli che ruotano attorno. Si vuole portare il personale alle
dirette dipendenze degli uffici tolmezzini, espropriando di fatto
i municipi. Non è ammissibile.
Secondo Picco, ad alcuni sindaci è stato estorto un parere
favorevole alla riforma dell'assessore Garlatti attraverso varie
forme di pressione. È chiaro che i sindaci, con le casse comunali
miseramente vuote, possono cadere in tentazione se viene loro
prospettata l'ipotesi di premi per gli enti locali obbedienti. Ma
io - conclude - mi appello al buon senso dei sindaci affinché non
svendano il territorio in cambio di un piatto di lenticchie. E
questo non vale solo per le Comunità montane, ma anche per
l'elettrodotto, la centrale di Somplago e tutti i grandi progetti
che, se attuati senza la necessaria prudenza, rischiano di
compromettere definitivamente l'equilibrio ambientale e sociale
della montagna.