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LN: PIcco, ddl unione dei Comuni montani è finta riforma

14.06.2011
15:50
(ACON) Trieste, 14 giu - COM/RC - La V Commissione consiliare discute in via generale il disegno di legge sull'istituzione delle unioni dei Comuni montani ed Enore Picco, esponente della Lega Nord, dice la sua con una nota nella quale boccia senza mezzi termini quella che definisce una finta riforma delle Comunità montane, che la Giunta regionale non può imporre senza una preventiva discussione con i consiglieri del territorio.

Questo testo - dice ancora Picco - non risolve i problemi e umilia i Comuni più piccoli, che verrebbero spogliati di risorse e competenze. La prospettiva di creare un potentato di Tolmezzo che fa il bello e il cattivo tempo in montagna non troverà la complicità della Lega Nord.

Più in generale, il consigliere del Carroccio mette in discussione l'intera strategia politica adottata dall'Esecutivo per la montagna friulana e puntualizza di non esprimere una posizione personale, ma di parlare a nome del suo partito.

In Commissione - fa presente - la Lega Nord ha fatto sentire le sue perplessità. Chiediamo di rivedere l'impianto della riforma ripartendo dal progetto, illustrato in campagna elettorale, dei Comuni di Vallata. Qui invece si punta a un sistema in cui Tolmezzo è il sole e gli altri Comuni sono pianeti più o meno piccoli che ruotano attorno. Si vuole portare il personale alle dirette dipendenze degli uffici tolmezzini, espropriando di fatto i municipi. Non è ammissibile.

Secondo Picco, ad alcuni sindaci è stato estorto un parere favorevole alla riforma dell'assessore Garlatti attraverso varie forme di pressione. È chiaro che i sindaci, con le casse comunali miseramente vuote, possono cadere in tentazione se viene loro prospettata l'ipotesi di premi per gli enti locali obbedienti. Ma io - conclude - mi appello al buon senso dei sindaci affinché non svendano il territorio in cambio di un piatto di lenticchie. E questo non vale solo per le Comunità montane, ma anche per l'elettrodotto, la centrale di Somplago e tutti i grandi progetti che, se attuati senza la necessaria prudenza, rischiano di compromettere definitivamente l'equilibrio ambientale e sociale della montagna.