PD: Pupulin, colpo fatale all'Agenzia regionale del lavoro
(ACON) Trieste, 15 giu - COM/RC - Da qualche settimana,
l'Agenzia regionale del lavoro non è più in grado di attuare il
programma di attività 2011, a suo tempo approvato dalla Giunta
Tondo. Il colpo fatale - scrive in una nota molto articolata il
consigliere regionale del PD Paolo Pupulin - è stato inferto
dall'impugnativa del Governo Berlusconi rispetto all'articolo
della Finanziaria regionale che permetteva all'Agenzia di
continuare a utilizzare personale somministrato e collaborazioni
coordinate e continuative per lo svolgimento delle proprie
attività.
Sulla base dei vincoli impostigli - prosegue Pupulin - l'Agenzia
è stata costretta a interrompere 5 contratti di lavoro
somministrato, riducendosi a un organico di soli 6 dipendenti
regionali rispetto ai 14 previsti, con uno scoperto dunque del
57%. A causa, poi, dei ritardi accumulati nell'adozione dei
relativi bandi, solo da qualche mese può contare su 4
ricercatori, rispetto comunque agli 8 previsti in organico.
Una situazione - denuncia il consigliere di opposizione - tra
l'altro in completa controtendenza all'aumento dell'attività
dell'ente, che deve confrontarsi con una crisi occupazionale che
richiede un impegno aggiuntivo di carattere straordinario per la
gestione degli ammortizzatori sociali, dei piani e dei programmi
di ricollocazione, dell'attività formativa e di tutti gli altri
incarichi e progetti assegnati alla responsabilità dell'Agenzia.
Ormai i ritardi si accumulano ai ritardi, sia sul versante
dell'attività ordinaria sia in quella del sostegno all'Esecutivo
e nei rapporti con le altre amministrazioni pubbliche, oltre che
con le associazioni imprenditoriali e dei lavoratori.
Si tratta, per Pupulin, di un depauperamento delle risorse umane
che, deve essere chiaro, non è causa esclusiva dell'impugnativa
del Governo, ma di una situazione che si protrae e perdura da
tempo. Infatti l'assenza di risposta alla richiesta periodica del
personale mancante (11 unità) da parte della direzione del
personale regionale ha determinato la necessità di ricorrere al
personale somministrato, scelta obbligatoria oggi negata anche
dall'impugnativa del Governo Berlusconi.
Il comportamento della Giunta Tondo - così ancora il consigliere
- risulta in questo senso incomprensibile e contraddittorio: si
lesina il personale mentre in parallelo si trasferiscono
all'Agenzia sempre nuovi incarichi, programmi e progetti da parte
di numerosi uffici dell'amministrazione regionale. Un vero e
proprio boomerang sull'Agenzia, che rischia di far saltare anche
le minime possibilità rimaste di "buon funzionamento" di un ente
di così rilevante importanza. Non ci è dato sapere come sia
giustificabile, da parte della Giunta, aver lasciato degenerare
fino a questi livelli la situazione dell'Agenzia del lavoro,
proprio nella fase in cui vi è la necessità di avere un servizio
qualificato in grado di rispondere alla domanda di occupazione in
un quadro pesante di crisi economica e sociale. E comunque non si
può trovare una ben che minima motivazione plausibile.
Servono a poco se non a nulla gli annunci del presidente Tondo di
nuovi sostegni e nuove risorse, nella prossima variazione di
bilancio, per gli ammortizzatori sociali e per l'occupazione. Si
risponda immediatamente - sollecita da ultimo Pupulin - mettendo
a disposizione il personale necessario, come previsto da tanto
tempo. Non si cerchi di operare nell'ottica del puro risparmio
anche in questo campo, assumendosi la grave responsabilità di
dare un colpo mortale a un servizio indispensabile e riconosciuto
da tutte le parti sociale. E' finito il tempo della propaganda e
degli annunci a cui non corrispondono fatti concreti. Da parte di
Tondo e della sua maggioranza, si devono comprendere i segnali
che vengono dai risultati delle ultime elezioni amministrative e
dei referendum. Si tiri fuori la testa dalla sabbia per non
vedere come il clima sia profondamente cambiato e quanto critico
sia il giudizio anche dei cittadini della nostra regione nei
confronti di un'amministrazione che tanto chiacchiera e poco fa.