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PD: Marsilio, aziende agricole montane avviate al collasso

16.06.2011
12:29
(ACON) Trieste, 16 giu - COM/AB - Il sistema agricolo montano è avviato sempre di più al collasso e purtroppo nell'indifferenza di chi, invece di darsi da fare per cercare di far qualcosa, continua a ignorare i forti segnali di allarme provenienti dal settore.

Ad affermarlo è Enzo Marsilio, consigliere regionale del PD, che aggiunge.

Non ci vuole molto a capire che gli imprenditori agricoli non ce la possono fare a sopravvivere. Quando sono riusciti a superare le difficoltà create dalla crisi economica attuale, hanno dovuto poi far fronte alla mancanza delle iniziative strategiche programmate proprio per sostenere un settore già di per sé in difficoltà, come gli incentivi in favore del sostegno dell'accorpamento agricolo, il finanziamento dell'acquisto di attrezzature, la sistemazione della viabilità interpoderale, e infine continuano a fare i conti con una persistente mancanza di liquidità dovuta agli ingiustificati ritardi dei pagamenti delle indennità compensative, fermi al 2009. È troppo. E infatti, purtroppo, le aziende continuano a chiudere.

Veniamo a sapere poi dai dati elaborati dall'attività di monitoraggio della programmazione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 - aggiunge Marsilio - che l'avanzamento di spesa pubblica effettivamente sostenuta al 31 marzo 2011 e del FEASR presenta un rischio di disimpegno automatico, e quindi una concreta possibilità di restituzione di fondi, pari a oltre 8 milioni di euro. E pensare che nel 2007 la nostra Regione era leader in Italia per l'impiego delle risorse affidatale dalla Comunità europea. Per fortuna che, proprio per risolvere i problemi specifici che ora configurano il rischio di disimpegno per oltre 8 milioni di euro, ci si è affidati a una consulenza esterna con una spesa di oltre 50.000 euro.

Resta la desolante constatazione che, trascorsi tre anni, gli agricoltori della montagna non riescono a incassare neanche gli anticipi delle somme spettanti. Dopo tre anni, dopo aver smantellato la struttura che aveva costruito il Piano di sviluppo rurale 2007- 2013 per sostituirla con un'altra con altre persone e dopo aver perso la maggior parte del prezioso tempo a disposizione per disfare quanto altri avevano fatto, si continua a perdere tempo prezioso per giustificare i propri fallimenti e le proprie incapacità incolpando "quelli di prima". Meglio sarebbe per tutti, prima che i danni diventino irreparabili - conclude Marsilio - prendere atto del fallimento delle attuali politiche della montagna per ripristinare i progetti e le iniziative che in passato, nel concreto, avevano cominciato a produrre risultati positivi.