PD: Marsilio, aziende agricole montane avviate al collasso
(ACON) Trieste, 16 giu - COM/AB - Il sistema agricolo montano è
avviato sempre di più al collasso e purtroppo nell'indifferenza
di chi, invece di darsi da fare per cercare di far qualcosa,
continua a ignorare i forti segnali di allarme provenienti dal
settore.
Ad affermarlo è Enzo Marsilio, consigliere regionale del PD, che
aggiunge.
Non ci vuole molto a capire che gli imprenditori agricoli non ce
la possono fare a sopravvivere. Quando sono riusciti a superare
le difficoltà create dalla crisi economica attuale, hanno dovuto
poi far fronte alla mancanza delle iniziative strategiche
programmate proprio per sostenere un settore già di per sé in
difficoltà, come gli incentivi in favore del sostegno
dell'accorpamento agricolo, il finanziamento dell'acquisto di
attrezzature, la sistemazione della viabilità interpoderale, e
infine continuano a fare i conti con una persistente mancanza di
liquidità dovuta agli ingiustificati ritardi dei pagamenti delle
indennità compensative, fermi al 2009.
È troppo. E infatti, purtroppo, le aziende continuano a chiudere.
Veniamo a sapere poi dai dati elaborati dall'attività di
monitoraggio della programmazione del Piano di sviluppo rurale
2007-2013 - aggiunge Marsilio - che l'avanzamento di spesa
pubblica effettivamente sostenuta al 31 marzo 2011 e del FEASR
presenta un rischio di disimpegno automatico, e quindi una
concreta possibilità di restituzione di fondi, pari a oltre 8
milioni di euro. E pensare che nel 2007 la nostra Regione era
leader in Italia per l'impiego delle risorse affidatale dalla
Comunità europea. Per fortuna che, proprio per risolvere i
problemi specifici che ora configurano il rischio di disimpegno
per oltre 8 milioni di euro, ci si è affidati a una consulenza
esterna con una spesa di oltre 50.000 euro.
Resta la desolante constatazione che, trascorsi tre anni, gli
agricoltori della montagna non riescono a incassare neanche gli
anticipi delle somme spettanti. Dopo tre anni, dopo aver
smantellato la struttura che aveva costruito il Piano di sviluppo
rurale 2007- 2013 per sostituirla con un'altra con altre persone
e dopo aver perso la maggior parte del prezioso tempo a
disposizione per disfare quanto altri avevano fatto, si continua
a perdere tempo prezioso per giustificare i propri fallimenti e
le proprie incapacità incolpando "quelli di prima". Meglio
sarebbe per tutti, prima che i danni diventino irreparabili -
conclude Marsilio - prendere atto del fallimento delle attuali
politiche della montagna per ripristinare i progetti e le
iniziative che in passato, nel concreto, avevano cominciato a
produrre risultati positivi.