IV Comm: parere regolamento su legge costruzioni zona sismica
(ACON) Trieste, 16 giu - RC - A seguito di una mattinata di
audizioni con le categorie di settore, la IV Commissione
consiliare, presieduta da Alessandro Colautti (Pdl), si è
espressa sul regolamento disposto dalla Giunta regionale in
merito alle norme per le costruzioni in zona sismica, ovvero la
legge regionale n. 16 del 2009. Il documento ha trovato il favore
dei gruppi di maggioranza e l'astensione di PD e SA-SEL, che
confidano nella modifica di alcuni punti specifici del testo dopo
le necessarie verifiche da parte dell'assessore Riccardo Riccardi.
Durante la discussione puntuale e costruttiva dei consiglieri che
ha preceduto l'espressione del parere, tutte le forze politiche
si sono trovate d'accordo sulla necessità di mettere mano quanto
prima alla legge 16, pur dovendo restare entro i confini posti
dai dettami nazionali. Priorità, però, è stata data
all'approvazione del regolamento per non creare una situazione di
stallo che danneggerebbe il territorio.
Tre le tipologie disciplinate: gli edifici di interesse
strategico (ad esempio gli ospedali di eccellenza e le sedi del
118) e le opere la cui funzionalità, durante i terremoti, assume
rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile (ad
esempio le strade, i porti, le dighe); gli edifici e le opere che
possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un
eventuale collasso (ad esempio le scuole, le chiese, le
discoteche, i tribunali o edifici il cui crollo causerebbe gravi
danni al patrimonio storico); gli interventi di limitata
importanza statica, ovvero che non hanno valenza e implicazioni
urbanistiche.
Posto che tutte le opere strategiche e rilevanti devono essere
sottoposte sempre al controllo dell'osservanza delle norme
tecniche, gli interventi di limitata importanza, invece, grazie
al nuovo regolamento potranno essere autorizzati con procedura
semplificata.
In ogni caso, l'approvazione di questo Regolamento non consentirà
di dare completa attuazione alla legge regionale 16 del 2009. Ciò
perché ai Comuni, diversamente da quanto previsto dalla stessa
legge, non sono ancora state trasferite le competenze relative
alla vigilanza e al procedimento autorizzativo.
(immagini tv)