PD: Codega/Moretton, criteri residenzialità anticostituzionali
(ACON) Trieste, 20 giu - COM/RC - Nella seduta di venerdì
scorso, la Giunta regionale ha dato il via a un disegno di legge
che rivoluziona tutti i criteri di residenzialità per l'acceso al
welfare regionale. E' senz'altro un passo in avanti - afferma il
consigliere del PD Franco Codega.
Per l'esponente di opposizione, l'Esecutivo, messo alle strette
dai tribunali regionali e dalla Commissione europea, ha dovuto
correre ai ripari. Un criterio uguale per tutti: 5 anni di
residenza in Italia e 2 in regione. Si tratta di una soluzione
che probabilmente allinea la nostra normativa alle richieste
dell'UE - riflette Codega -, ma permangono forti i dubbi sulla
compatibilità con la nostra Costituzione.
Le sentenze della Consulta n. 306 del 2008, n. 11 del 2009, n.
285 del 2009, n. 187 del 2010 e n. 40 del 2011 hanno ribadito con
chiarezza il diritto di tutti, anche degli stranieri regolarmente
soggiornanti, ad accedere in caso di bisogno a provvidenze o
sussidi di carattere economico, ponendo come requisito il
semplice permesso di soggiorno di un anno, come previsto del
resto dall'art. 41 del Testo Unico sull'immigrazione (legge n.
286 del 1998). Per questo motivo le stesse sentenze hanno
dichiarato incostituzionale l'articolo 80, comma 19, della legge
nazionale n. 388/2000 che al contrario prevedeva come requisito
il possesso del permesso di soggiorno per lungo soggiornanti, per
il cui rilascio sono necessari 5 anni di permanenza.
E resta anche la beffa, per gli italiani questa volta - aggiunge
il consigliere del PD. Pur di mantenere ostacoli agli immigrati,
si peggiora la condizione anche degli italiani: mentre adesso per
i corregionali o per i veneti o lombardi che arrivano in regione
per motivi di lavoro è sufficiente la residenza anche da un solo
anno per accedere alle provvidenze economiche, d'ora in poi
saranno necessari almeno due anni.
Gianfranco Moretton (PD) parla, invece, di azione ricattatoria
della Lega Nord e si augura che il presidente della Regione,
Renzo Tondo, abbia un sussulto d'orgoglio e dia priorità ai
valori di solidarietà e accoglienza che in Friuli Venezia Giulia
sono stati sempre al primo posto dell'agire nel rispetto delle
persone.
Per Moretton, questa testarda volontà regionale determinerà
un'altra contrarietà degli organi comunitari che impugneranno
ancora una volta una nostra normativa, ponendo nuovamente la
Regione sul versante della mancanza di solidarietà umana.