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Pdl: Camber, riconoscimento città d'arte

13.07.2011
15:48
(ACON) Trieste, 13 lug - COM/AB - Nella nuova manovra di bilancio statale, nascosta dentro un articolo dedicato alla salvaguardia delle risorse idriche, vi è la deregulation degli orari di apertura e di chiusura dei negozi nelle città d'arte e nelle località turistiche: un tema particolarmente sentito a Trieste, soffocata anche dalla concorrenza slovena.

Lo evidenzia il consigliere regionale del Pdl Piero Camber, che ricorda come oggi siano possibili 29 aperture festive annuali al massimo e aggiunge. Nel 2009 si era trovato l'uovo di Colombo: avendo le località definite "città d'arte" la facoltà di disciplinarsi autonomamente gli orari di apertura degli esercizi commerciali, lo stesso Camber aveva presentato una proposta di legge sul riconoscimento delle città d'arte, affinché la Regione provvedesse alla loro individuazione. La norma sarebbe stata applicabile, di fatto, ai quattro capoluoghi di Provincia, oltre che a Cividale e Aquileia.

La proposta di legge di Camber fu assegnata alla II Commissione, con parere della VI che, presieduta dallo stesso Camber, diede parere favorevole al provvedimento già il 12 novembre 2009. Poi, un'evidente volontà politica avversa dimenticò la proposta di legge non avendone ancora iniziato l'esame in II Commissione.

"L'iniziativa del Governo volta a dare un impulso ai traffici e, quindi, ai consumi e alla crescita - dichiara oggi Camber - riapre autorevolmente la questione delle aperture domenicali, in particolare nelle località turistiche e d'arte. Serve che la mia proposta di legge riparta e si arrivi al riconoscimento di Trieste come Città d'arte, Trieste città di Musei, Teatri e Monumenti, consentendole di organizzarsi autonomamente, secondo le esigenze dei turisti, dei cittadini e dei lavoratori, in un'ottica di autentico federalismo".

"E proprio questa autonomia - conclude Camber - potrebbe consentire l'immediata apertura di un tavolo con le organizzazioni datoriali e dei lavoratori, affinché non vengano imposte più del 50% di festività lavorative ai dipendenti".