Pdl: Camber, riconoscimento città d'arte
(ACON) Trieste, 13 lug - COM/AB - Nella nuova manovra di
bilancio statale, nascosta dentro un articolo dedicato alla
salvaguardia delle risorse idriche, vi è la deregulation degli
orari di apertura e di chiusura dei negozi nelle città d'arte e
nelle località turistiche: un tema particolarmente sentito a
Trieste, soffocata anche dalla concorrenza slovena.
Lo evidenzia il consigliere regionale del Pdl Piero Camber, che
ricorda come oggi siano possibili 29 aperture festive annuali al
massimo e aggiunge.
Nel 2009 si era trovato l'uovo di Colombo: avendo le località
definite "città d'arte" la facoltà di disciplinarsi autonomamente
gli orari di apertura degli esercizi commerciali, lo stesso
Camber aveva presentato una proposta di legge sul riconoscimento
delle città d'arte, affinché la Regione provvedesse alla loro
individuazione. La norma sarebbe stata applicabile, di fatto, ai
quattro capoluoghi di Provincia, oltre che a Cividale e Aquileia.
La proposta di legge di Camber fu assegnata alla II Commissione,
con parere della VI che, presieduta dallo stesso Camber, diede
parere favorevole al provvedimento già il 12 novembre 2009. Poi,
un'evidente volontà politica avversa dimenticò la proposta di
legge non avendone ancora iniziato l'esame in II Commissione.
"L'iniziativa del Governo volta a dare un impulso ai traffici e,
quindi, ai consumi e alla crescita - dichiara oggi Camber -
riapre autorevolmente la questione delle aperture domenicali, in
particolare nelle località turistiche e d'arte. Serve che la mia
proposta di legge riparta e si arrivi al riconoscimento di
Trieste come Città d'arte, Trieste città di Musei, Teatri e
Monumenti, consentendole di organizzarsi autonomamente, secondo
le esigenze dei turisti, dei cittadini e dei lavoratori, in
un'ottica di autentico federalismo".
"E proprio questa autonomia - conclude Camber - potrebbe
consentire l'immediata apertura di un tavolo con le
organizzazioni datoriali e dei lavoratori, affinché non vengano
imposte più del 50% di festività lavorative ai dipendenti".