PD/Idv: Menis e Agnola, legge cure palliative, una scatola vuota
(ACON) Trieste, 13 lug - COM/AB - Non è stato facile scegliere
di astenersi su un tema così delicato come quello che disciplina
le cure palliative, ma la reticenza dell'assessore Kosic e la
debolezza di alcuni passaggi del testo - che proprio in questi
giorni vedrà la pubblicazione ufficiale - ci hanno convinto che
fosse necessario dare un segnale forte.
Commentano così la loro decisione i consiglieri regionali Paolo
Menis (PD) ed Enio Agnola (Idv) il cui gesto, spiegano, non
deriva da una volontà di distinguo, ma si pone come un atto di
coerenza verso un percorso condiviso, fatto di ascolto e
confronto con il territorio.
Il testo licenziato poche settimane fa, fanno sapere in una nota
congiunta i due consiglieri di opposizione, vede la luce in un
contesto normativo nazionale già vincolante, come quello previsto
dalla legge 38/2010, e con le esperienze territoriali già
all'avanguardia, era quanto mai necessario che l'intervento
regionale fosse veramente qualcosa di innovativo per poter
rispondere in maniera diretta e concreta alle richieste dei
pazienti, della famiglie e degli operatori.
Per questo, sin dall'inizio abbiamo chiesto all'assessore di
partire dalla fine, cioè dal capitolo delle risorse, elemento
imprescindibile per affrontare i due nodi fondamentali sui quali
gli operatori ci avevano chiesto la massima attenzione ovvero la
formazione degli operatori e l'organizzazione del servizio. Alle
nostre ripetute richieste di conoscere l'entità degli
stanziamenti Kosic ha opposto un'assordante silenzio e non è un
caso che la norma finanziaria parli di oneri meramente eventuali.
Senza questa necessaria premessa ci siamo legittimamente chiesti
come sarà possibile affrontare il tema della formazione. Data la
complessità professionale e umana dell'argomento, siamo infatti
convinti che un percorso specifico in questo senso sia
fondamentale, addirittura strategico, sia nei confronti degli
operatori (medici di base, medici ospedalieri, infermieri,
psicologi, terapisti) che verso le famiglie e il mondo del
volontariato che tanto si spende in questo ambito. Stando così le
cose invece, nulla di tutto questo sarà possibile.
Nella legge si parla anche di rete delle cure palliative
(all'articolo 6), ma non sono previsti quegli investimenti che
invece sarebbero necessari per garantire uniformità territoriale
nei vari distretti socio-sanitari, l'unica soluzione che
permetterebbe di arrivare a un'omogeneità dell'assistenza,
assicurando ovunque equipe preparate e ben strutturate in tutti i
profili professionali richiesti e con un coordinatore per azienda
o per area vasta.
Successivamente, e in più occasioni, abbiamo cercato di
richiamare l'attenzione dei relatori sui tanti aspetti,
apparentemente marginali, ma in realtà centrali, in un testo che
tocca da vicino i grandi temi etici come quello della dignità
della vita. Si è discusso poco, e troppo superficialmente, di che
cosa sia ad esempio la sofferenza, senza considerare, al di là
del dato medico scientifico, quanto ne resti coinvolta la dignità
della persona e come sia necessario intervenire per far fronte a
questo aspetto senza limitarsi alla semplice risposta fisica
assicurata dai farmaci. Troppo in ombra è rimasto il ruolo della
famiglia, il cui percorso, nell'assistenza di un malato, è prima
di tutto psicologico, e come tale va affrontato e gestito.
Infine, il ruolo dell'Hospice, la sua struttura e la sua
collocazione. Un altro aspetto che meritava, sicuramente, un
approfondimento, per comprendere come esso venga percepito,
soprattutto sul piano psicologico, aprendo un confronto il cui
svolgimento sarebbe stato sicuramente utile risolvere i vari
problemi relativi all'approccio psicologico dell'accesso alle
cure palliative.
Purtroppo così non è stato e tutti i nostri appelli sono rimasti
inascoltati finendo per dare vita a quella che abbiamo definito
una scatola vuota, una legge tecnicamente e formalmente corretta,
ma priva di reali contenuti innovativi e priva dei fondi
necessari a dare un sostegno effettivo a coloro che hanno
necessità di ricorrere alle cure palliative.