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PD: Brandolin, accorpare piccoli Comuni per migliorare i servizi

14.07.2011
12:05
(ACON) Trieste, 14 lug - COM/AB - L'abolizione delle Province proposta da Romoli? Solo una discussione estiva, che serve a prendere un po' in giro gli elettori e lascia il tempo che trova. Come la proposta di Razzini di unire Trieste e Gorizia. Quello che la Regione potrebbe fare, invece, è unificare i piccoli Comuni: non per risparmiare sui costi della politica, bensì sulla burocrazia.

Giorgio Brandolin, consigliere regionale del PD, interviene nel dibattito sul destino delle Province e ricorda che la Regione non le può abolire: "serve una legge costituzionale, e l'occasione c'era la scorsa settimana in Parlamento con la proposta bocciata dal centrodestra (Pdl e Lega) e con l'astensione - discutibile - anche del PD. Quindi si finisca di parlare a vanvera e ci si occupi di cosa concretamente si può fare per venire incontro ai cittadini". Brandolin ritiene, inoltre, che la soluzione per il territorio di Trieste dovrebbe essere una grande città metropolitana, e basta. Quindi parlare di unione tra Province non ha nessun senso.

Ma allora non c'è niente da fare? si chiede Brandolin. No. Una cosa la Regione potrebbe fare: prevedere l'accorpamento tra piccoli Comuni, magari non mettendo la soglia dei 18.000 abitanti di cui ha parlato il presidente Napolitano, ma una più bassa, e comunque facendo in modo da rendere i servizi più efficienti: per esempio in provincia di Gorizia basterebbero cinque Comuni (Monfalcone, Ronchi, Cormons, Grado e Gorizia) così da garantire i servizi a un costo minore. Ci sono infatti piccole amministrazioni che non riescono più neppure a pagare il personale. E alcuni Comuni questa strada la stanno già percorrendo, come l'unione tra le Polizie municipali, che ha permesso di creare economie di scala notevoli. Questa la proposta conclusiva di Brandolin: invece di puntare all'obiettivo impossibile di abolire le Province, si cominci con creare Comuni più grandi invece di tante piccole amministrazioni, non solo per risparmiare i posti di sindaco e consigliere, ma soprattutto per evitare ai cittadini le lungaggini della burocrazia.