PD: Della Mea, ritrovare lo spirito di Alpe-Adria e Senza Confini
(ACON) Trieste, 15 lug - COM/AB - Dov'è finita l'idealità e la
progettualità della politica? Dove sono le scale di valori, gli
scenari di fondo e gli obiettivi che dovrebbero prima ispirare e
poi guidare le linee strategiche di sviluppo delle comunità?
A giudicare da quanto accade in margine al dibattito sullo
sviluppo di Pramollo - sottolinea il consigliere regionale del PD
Sandro Della Mea - pare si siano dimenticate alcune cose, per cui
invece di guardare agli orizzonti e dirigersi in mare aperto si
finisce per contrapporre solo piccoli interessi.
Come mai si dimenticano i grandi progetti di questa nostra
regione? Come ci si può dimenticare così presto delle nostre
specialità e quindi opportunità? Delle eccellenze e delle felici
intuizioni che avevano creato sogni ed evocato prospettive? Sarà
meglio fare qualche passo indietro per riprendere i fili di una
trama che aveva tracciato dei percorsi sin troppo chiari, che
anche se ora appaiono confusi, sarà opportuno ripercorrere.
La nostra è una regione cerniera. Piccola e affacciata su un mare
chiuso, ma incuneata tra Slovenia e Austria e porta
sull'Adriatico per il Nord e l'Est Europa. Proprio per
valorizzare queste particolarità nasceva la felice intuizione che
a suo tempo aveva costituito l'Alpe-Adria: un'Euroregione che
comprendeva un'area strategicamente importante e che faceva da
volano al Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo di un sistema
economico rivolto all'Europa.
Contemporaneamente, e sull'onda dell'entusiasmo europeistico,
nasceva a Tarvisio un altro marchio che ancor oggi rappresenta un
prestigioso fiore all'occhiello non solo per il nostro
comprensorio ma per l'intera regione, Senza Confini, con il quale
si è inaugurata un'epoca gloriosa che ha portato alla candidatura
olimpica, poi alle Universiadi e alla Coppa del mondo di sci.
Una nazione decisamente europeista, una regione Alpe Adria,
un'area Senza Confini: un disegno questo tanto illuminato quanto
innovativo, che ancor oggi conserva intatta tutta la sua
attualità. La Val Canale e Canal del Ferro sarà anche un
territorio percorso da ferrovie, autostrade, oleodotti ed
elettrodotti, ma è anche unico e speciale, lembo orientale delle
Alpi interessato dai flussi del nord e dell'est e confinante con
Austria e Slovenia. In ciò sta la vera risorsa di sviluppo socio
economico.
Ottimo il progetto della ciclabile che, guarda caso, si chiama
AlpeAdria, e che conduce dalle Alpi all'Adriatico; come ottimi
sono i progetti transfrontalieri di sviluppo che hanno
interessato prima Sella Nevea e che ora riguardano Pontebba e
Pramollo.
Siamo un'area di confine che dovrebbe privilegiare progetti di
integrazione e sviluppo europeo e in quell'ottica si dovrebbe
proseguire per realizzare una progettualità condotta all'insegna
di Senza Confini. Se questi sono gli obiettivi e i programmi,
allora i contesti disegnati vanno ben oltre gli interessi di
parte, per cogliere opportunità di ben altro livello, strategiche
non solo per un'area, ma per una regione e quindi una nazione.
Come può allora lo sviluppo di Pramollo cozzare con gli
interessi degli altri poli regionali? Come può essere questo un
tema da dibattere? Non è forse meglio riproporre semplicemente,
in tutte le sue declinazioni, il progetto di sviluppo complessivo
Senza Confini, e in quell'ottica completare e migliorare anche i
poli turistici già esistenti?
Abbiamo molto e molto si può fare, quindi possiamo guardare con
ottimismo al futuro. Se continuiamo a credere a un'Europa forte e
unita, a portare avanti con determinazione progetti
transfrontalieri di integrazione socioeconomica e a promuovere
una cultura di cooperazione tra i popoli. La vera forza delle
nostra Regione - conclude Della Mea - e in particolare del Canal
del Ferro e della Val Canale, territorio multietnico e aperto a
diverse culture, sta proprio nell'essersi ritrovata, finalmente
senza confini, diventando un laboratorio e un simbolo per la
collaborazione fra i popoli e proprio qui può realizzarsi
compiutamente il sogno di un'Europa unita.