PD: Menis, forti perplessità sul regolamento per il friulano
(ACON) Trieste, 19 lug - COM/AB - Un regolamento passato con
pochissimi voti (solo 13 i favorevoli contro le ben 38 pronunce
di astensione, considerando il peso dei voti ponderali) a
conferma che le perplessità che ho espresso in sede di
Commissione sono condivise da molti colleghi, compresi alcuni che
siedono tra le file della maggioranza.
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo
Menis, che aggiunge.
Il parere che eravamo chiamati ad esprimere riguardava solo una
parte del regolamento, ma è stato necessario articolare un
ragionamento più ampio per inquadrare quest'atto nel suo contesto
di riferimento. Ed è proprio da questo confronto che emergono le
più importanti criticità.
In più punti emerge infatti una sostanziale contraddittorietà tra
il regolamento e la legge 29/2007, sia per quanto riguarda le
funzioni della Commissione permanente per l'insegnamento della
lingua friulana, svuotata del suo ruolo di coordinamento a
vantaggio della Direzione regionale, che per quelle dell'ARLEF,
esautorato delle sue competenze in tema di certificazione
linguistica e di indirizzo nell'erogazione dei finanziamenti.
Ma le critiche più importanti riguardano certamente le lacune di
un testo che, per stessa ammissione dell'assessore, ha richiesto
qualche anno di lavoro, ma che non affronta temi centrali per
garantire l'effettività del diritto - riconosciuto a livello
nazionale ed europeo - all'apprendimento della propria lingua
madre.
Nulla viene detto in materia di formazione dei docenti, attività
che pure esiste sul territorio da oltre vent'anni grazie
all'interessamento dell'università di Udine, ignorando anche il
ruolo dell'ANSAS FVG (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo
dell'Autonomia Scolastica) che dovrebbe formare i docenti e a cui
il MIUR ha affidato il compito di coordinare e sostenere
l'attività di tutte le minoranze linguistiche in Italia. Non è
stata inserita alcune previsione per valorizzare e incentivare la
figura del docente di lingua friulana, prevedendo che tale
attività venga svolta esclusivamente in via residuale e senza
alcuna considerazione dei percorsi di specializzazione già
attivati, come ad esempio il master di II livello organizzato
dall'università di Udine.
Nel complesso, quindi, un regolamento che ci convince poco per
l'impostazione eccessivamente centralista e un approccio che
consideriamo troppo tiepido da parte della Regione verso un tema
così importante per la nostra stessa identità e che concorre
fortemente a giustifica la nostra specialità regionale.
Manca un coordinamento generale, mancano i soldi - e questo
purtroppo non è una novità - tanto che lo stanziamento previsto
(500.000 euro) corrisponde a meno di un quinto delle risorse che
lo stesso assessore Molinaro ha stimato necessarie per la sua
attuazione con il rischio, in futuro, di vedere un arretramento,
piuttosto che un rafforzamento, degli interventi a tutela
dell'insegnamento della lingua friulana.