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PD: Menis, forti perplessità sul regolamento per il friulano

19.07.2011
15:58
(ACON) Trieste, 19 lug - COM/AB - Un regolamento passato con pochissimi voti (solo 13 i favorevoli contro le ben 38 pronunce di astensione, considerando il peso dei voti ponderali) a conferma che le perplessità che ho espresso in sede di Commissione sono condivise da molti colleghi, compresi alcuni che siedono tra le file della maggioranza.

A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che aggiunge.

Il parere che eravamo chiamati ad esprimere riguardava solo una parte del regolamento, ma è stato necessario articolare un ragionamento più ampio per inquadrare quest'atto nel suo contesto di riferimento. Ed è proprio da questo confronto che emergono le più importanti criticità. In più punti emerge infatti una sostanziale contraddittorietà tra il regolamento e la legge 29/2007, sia per quanto riguarda le funzioni della Commissione permanente per l'insegnamento della lingua friulana, svuotata del suo ruolo di coordinamento a vantaggio della Direzione regionale, che per quelle dell'ARLEF, esautorato delle sue competenze in tema di certificazione linguistica e di indirizzo nell'erogazione dei finanziamenti.

Ma le critiche più importanti riguardano certamente le lacune di un testo che, per stessa ammissione dell'assessore, ha richiesto qualche anno di lavoro, ma che non affronta temi centrali per garantire l'effettività del diritto - riconosciuto a livello nazionale ed europeo - all'apprendimento della propria lingua madre. Nulla viene detto in materia di formazione dei docenti, attività che pure esiste sul territorio da oltre vent'anni grazie all'interessamento dell'università di Udine, ignorando anche il ruolo dell'ANSAS FVG (Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica) che dovrebbe formare i docenti e a cui il MIUR ha affidato il compito di coordinare e sostenere l'attività di tutte le minoranze linguistiche in Italia. Non è stata inserita alcune previsione per valorizzare e incentivare la figura del docente di lingua friulana, prevedendo che tale attività venga svolta esclusivamente in via residuale e senza alcuna considerazione dei percorsi di specializzazione già attivati, come ad esempio il master di II livello organizzato dall'università di Udine. Nel complesso, quindi, un regolamento che ci convince poco per l'impostazione eccessivamente centralista e un approccio che consideriamo troppo tiepido da parte della Regione verso un tema così importante per la nostra stessa identità e che concorre fortemente a giustifica la nostra specialità regionale. Manca un coordinamento generale, mancano i soldi - e questo purtroppo non è una novità - tanto che lo stanziamento previsto (500.000 euro) corrisponde a meno di un quinto delle risorse che lo stesso assessore Molinaro ha stimato necessarie per la sua attuazione con il rischio, in futuro, di vedere un arretramento, piuttosto che un rafforzamento, degli interventi a tutela dell'insegnamento della lingua friulana.