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PD: Menis, futuro a rischio per facoltà Scienze motorie

20.07.2011
13:14
(ACON) Trieste, 20 lug - COM/AB - Un cortocircuito normativo rischia di mettere in pericolo il futuro di una facoltà, prestigiosa e importante, come quella di Scienze motorie, che da oltre un decennio è una delle punte di eccellenza dell'offerta didattica dell'ateneo udinese.

A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo Menis che, scorrendo le delibere del CdA dell'università, ha scoperto l'azzeramento dei fondi per la didattica che finora erano stati destinati ai corsi di laurea e di laurea magistrale di Scienze motorie e Scienze dello sport.

Il percorso didattico - spiega Menis - che è gestito dall'università di Udine e si svolge nella sede distaccata di Gemona, comprende il corso di laurea in Scienze motorie (appartenente alla facoltà di Medicina e chirurgia e attivo dall'anno accademico 2000/2001) e la laurea magistrale in Scienze dello sport, e ha sempre beneficiato di specifici fondi (circa 240.000 euro) inseriti all'interno della legge Finanziaria. Risorse preziose, destinate, oltre allo svolgimento dell'attività didattica, anche a copertura delle spese sostenute per le strutture che ospitano le lezioni, nonché per l'ospitalità degli studenti e per l'erogazione dei servizi di mensa di cui si fa carico l'Erdisu di Udine. Se è vero che con l'avvento della nuova legge in materia di finanziamenti al sistema universitario regionale (LR 2/2011) la Regione si è data l'obiettivo di una semplificazione e razionalizzazione dei finanziamenti, e per farlo ha previsto la costituzione di un apposito Fondo unico (art. 10) - continua ancora Menis - restano ancora diversi nodi irrisolti sul suo funzionamento. In primo luogo bisogna appurare se il Fondo unico, riassuntivo dei vari finanziamenti sinora espressi su diversi capitoli di bilancio, abbia incluso o meno anche questi 240.000 euro o se, viceversa, siano improvvisamente cambiati gli indirizzi della Regione circa il mantenimento e lo sviluppo di questo percorso didattico. Ma se anche le risorse vi fossero, è comunque necessario approfondire il funzionamento di questo strumento perché, così com'è impostato, potrebbe determinare un'eccessiva riduzione dell'impatto degli indirizzi regionali nelle scelte di queste istituzioni.