PD: Menis, futuro a rischio per facoltà Scienze motorie
(ACON) Trieste, 20 lug - COM/AB - Un cortocircuito normativo
rischia di mettere in pericolo il futuro di una facoltà,
prestigiosa e importante, come quella di Scienze motorie, che da
oltre un decennio è una delle punte di eccellenza dell'offerta
didattica dell'ateneo udinese.
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo
Menis che, scorrendo le delibere del CdA dell'università, ha
scoperto l'azzeramento dei fondi per la didattica che finora
erano stati destinati ai corsi di laurea e di laurea magistrale
di Scienze motorie e Scienze dello sport.
Il percorso didattico - spiega Menis - che è gestito
dall'università di Udine e si svolge nella sede distaccata di
Gemona, comprende il corso di laurea in Scienze motorie
(appartenente alla facoltà di Medicina e chirurgia e attivo
dall'anno accademico 2000/2001) e la laurea magistrale in Scienze
dello sport, e ha sempre beneficiato di specifici fondi (circa
240.000 euro) inseriti all'interno della legge Finanziaria.
Risorse preziose, destinate, oltre allo svolgimento dell'attività
didattica, anche a copertura delle spese sostenute per le
strutture che ospitano le lezioni, nonché per l'ospitalità degli
studenti e per l'erogazione dei servizi di mensa di cui si fa
carico l'Erdisu di Udine.
Se è vero che con l'avvento della nuova legge in materia di
finanziamenti al sistema universitario regionale (LR 2/2011) la
Regione si è data l'obiettivo di una semplificazione e
razionalizzazione dei finanziamenti, e per farlo ha previsto la
costituzione di un apposito Fondo unico (art. 10) - continua
ancora Menis - restano ancora diversi nodi irrisolti sul suo
funzionamento.
In primo luogo bisogna appurare se il Fondo unico, riassuntivo
dei vari finanziamenti sinora espressi su diversi capitoli di
bilancio, abbia incluso o meno anche questi 240.000 euro o se,
viceversa, siano improvvisamente cambiati gli indirizzi della
Regione circa il mantenimento e lo sviluppo di questo percorso
didattico. Ma se anche le risorse vi fossero, è comunque
necessario approfondire il funzionamento di questo strumento
perché, così com'è impostato, potrebbe determinare un'eccessiva
riduzione dell'impatto degli indirizzi regionali nelle scelte di
queste istituzioni.