Citt: Colussi, sistema scolastico e minoranze linguistiche
(ACON) Trieste, 21 lug - COM/AB - "Esprimo apprezzamento e
pieno appoggio rispetto alla determinazione con la quale
l'assessore regionale all'Istruzione Roberto Molinaro, per
salvaguardare il sistema scolastico regionale, intende porre al
Governo la questione delle minoranze linguistiche e del rispetto
della peculiarità riconosciuta dallo Stato al Friuli Venezia
Giulia con la legge 482".
Questa la dichiarazione del consigliere regionale di
Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi, che ha poi aggiunto: "Una
determinazione tanto più necessaria oggi, dopo i gravi tagli agli
organici subiti per effetto della riforma Gelmini dal sistema
scolastico del Friuli Venezia Giulia, per il personale docente
che per quello non docente, e dopo il varo dell'ultima manovra
economica che prevede un'indiscriminata aggregazione in istituti
comprensivi delle scuole materne, elementari e medie. La riforma
Gelmini e quest'ultima norma nazionale, infatti, nel fissare
rispettivamente nuovi parametri numerici per il dimensionamento
scolastico e l'autonomia degli istituti, prevede tuttavia un loro
drastico abbassamento nelle aree abitate dalle minoranze
linguistiche che, nel caso del Friuli Venezia Giulia,
corrispondono alle aree friulanofone".
"Su questo punto - ha continuato Colussi - ovvero
sull'applicazione di tutte le deroghe previste dai regolamenti di
attuazione della riforma Gelmini e dalle successive norme
nazionali per effetto della presenza della minoranza linguistica,
i Cittadini si schierano quindi al fianco dell'assessore Molinaro
e ricordano il decisivo pronunciamento venuto dalla VI
Commissione del Consiglio regionale lo scorso 28 giugno che,
anche con il parere favorevole espresso dall'assessore, ha
approvato all'unanimità la petizione popolare promossa dal Comune
di Medea per una scuola regionale federale, autonoma
nell'organizzazione, garante dei diritti della minoranza
linguistica friulana, che richiama esplicitamente al rispetto
dell'art. 8 del DPR 20 marzo 2009, n. 81 il quale dispone che
nelle scuole funzionanti nelle piccole isole, nei comuni montani,
nelle zone abitate da minoranze linguistiche, nelle aree a
rischio di devianza minorile o caratterizzate dalla rilevante
presenza di alunni con particolari difficoltà di apprendimento e
di scolarizzazione, possano essere costituite classi uniche per
anno di corso e indirizzo di studi con numero di alunni inferiore
a quello minimo e massimo stabilito dagli articoli 10, 11 e 16. e
dell'art. 10, comma 4, dello stesso DPR laddove si afferma che
nelle scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni
montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da
minoranze linguistiche possano essere costituite classi, per
ciascun anno di corso, con un numero di alunni inferiore a numero
minimo previsto al comma 1 e comunque non inferiore a 10 alunni.
"Contrastare l'impoverimento in atto del sistema scolastico
regionale - ha concluso il consigliere - anche rivendicando il
rispetto dello spirito e dei contenuti della legge 482, è un modo
concreto di rispondere alle forti critiche che il Consiglio
d'Europa ha espresso nei giorni scorsi nei confronti dell'Italia
per le mancate o insufficienti iniziative di protezione delle
minoranze linguistiche, anche di quella friulana."