SA-PRC: effetti manovre di bilancio regionale e nazionale
(ACON) Trieste, 21 lug - COM/RC - Nel corso della conferenza
stampa tenuta in Consiglio regionale, gli esponenti di SA-PRC,
Igor Kocijancic e Roberto Antonaz sono intervenuti sul tema degli
effetti della manovra finanziaria nazionale e su una prima
valutazione, dopo il confronto in I Commissione, della proposta
di assestamento del bilancio regionale.
Kocijancic e Antonaz hanno evidenziato che, alla luce degli
effetti della manovra nazionale anche sullo scenario regionale,
il provvedimento andrebbe praticamente riscritto prevedendo una
diversa ripartizione dei 186 milioni di avanzo disponibile, in
modo da reperire le risorse necessarie per non imporre il
pagamento del ticket ai cittadini del Friuli Venezia Giulia e di
venire incontro alle giuste richieste avanzate anche dalle
organizzazioni sindacali.
I due consiglieri regionali hanno stigmatizzato duramente la
decisione di Tondo di introdurre il ticket nella nostra che è una
Regione a statuto speciale e fuori dal sistema sanitario
nazionale. Sarebbe stato opportuno ricorrere alla Corte
costituzionale senza introdurre questa ulteriore imposta iniqua e
reperire in Aula le risorse necessarie (circa 8 milioni di euro).
Nel prosieguo della conferenza stampa è stata espressa anche
forte preoccupazione per il quadro politico nazionale ed europeo,
dove si continua a eseguire i dettami della Banca centrale
europea e a imporre sacrifici, trattando gli Stati alla stregua
di aziende (emblematico - è stato detto - il caso della Grecia).
Se la politica continuerà a essere sottomessa alle indicazioni
del capitale finanziario, la situazione è destinata unicamente a
peggiorare.
Infine, prendendo in esame le varie proposte di legge sul tema
dell'abbattimento dei costi della politica, Antonaz e Kocijancic
hanno convenuto sul fatto che sarebbe possibile intervenire
rapidamente e sensibilmente con due unici provvedimenti:
abrogazione del vitalizio e decurtazione delle indennità. Tutto
il resto, specialmente le proposte mirate a ridurre il numero dei
consiglieri che prevedono modifiche statutarie e costituzionali,
necessiterebbe di tempi molto lunghi e dipenderebbe dalla volontà
dei due rami del Parlamento.