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PD: Codega, inaccettabile nuovo ddl sistema sociale per immigrati

01.08.2011
13:21
(ACON) Trieste, 1 ago - COM/RC - Nelle ultime sedute, la Giunta regionale ha predisposto un nuovo disegno di legge che rivoluziona tutto il sistema sociale verso gli immigrati del Friuli Venezia Giulia. Il cosiddetto "welfare padano" - scrive il consigliere regionale del PD Franco Codega - viene abolito sotto i colpi delle sentenze dei tribunali locali e delle ingiunzioni della Comunità europea. Si è così predisposta una nuova regolamentazione su tutto il fronte. Anche questa, però, non va bene. Permangono profili di incostituzionalità e di violazione delle norme europee.

Almeno tre, per Codega, sono i punti inaccettabili:

1- Richiedendo due anni di permanenza in regione quale requisito per l'accesso al sistema sociale anche ai cittadini comunitari, è evidente la discriminazione indiretta o dissimulata nei loro confronti. E per la Corte di Giustizia europea, così come si può desumere da diverse sue sentenze su situazioni analoghe, questo è inaccettabile.

2- Anche ai rifugiati e ai titolari di protezione sussidiaria si richiede il requisito di due anni di permanenza in regione. Requisito che ovviamente, data la particolare natura dei soggetti in questione, è praticamente impossibile da ottemperare e quindi si configura come chiara discriminazione indiretta. Eppure la direttiva europea n. 83 del 2004, al punto 33 dispone che "per scongiurare soprattutto il disagio sociale, è opportuno offrire ai beneficiari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria,senza discriminazioni nel quadro dei servizi sociali, assistenza sociale e mezzi di sostentamento adeguati".

3- L'esclusione dall'accesso al sistema sociale di intere categorie di persone, quali tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti ma non residenti in Italia da almeno 5 anni, rientra nella stessa fattispecie di violazione dell'articolo 3 della Costituzione denunciato dalla sentenza n. 40 della Corte costituzionale, sentenza che ha già condannato l'articolo 9 della legge regionale n.24 del 2009. Ossia, non si possono introdurre elementi di distinzione arbitrari per la fruibilità di provvidenze "che, per loro stessa natura, non tollerano distinzioni basate né sulla cittadinanza né su particolari tipologie di residenza, volte a escludere proprio coloro che risultano i soggetti più esposti alle condizioni di bisogno e di disagio".

È intollerabile - conclude Codega - che dopo mesi di permanenza nella piena illegalità istituzionale, si risponda alle sollecitazioni dell'Europa e della Corte costituzionale con un provvedimento che ancora non si adegua alle norme nazionali e internazionali.