PD: Codega, inaccettabile nuovo ddl sistema sociale per immigrati
(ACON) Trieste, 1 ago - COM/RC - Nelle ultime sedute, la Giunta
regionale ha predisposto un nuovo disegno di legge che
rivoluziona tutto il sistema sociale verso gli immigrati del
Friuli Venezia Giulia. Il cosiddetto "welfare padano" - scrive il
consigliere regionale del PD Franco Codega - viene abolito sotto
i colpi delle sentenze dei tribunali locali e delle ingiunzioni
della Comunità europea. Si è così predisposta una nuova
regolamentazione su tutto il fronte. Anche questa, però, non va
bene. Permangono profili di incostituzionalità e di violazione
delle norme europee.
Almeno tre, per Codega, sono i punti inaccettabili:
1- Richiedendo due anni di permanenza in regione quale requisito
per l'accesso al sistema sociale anche ai cittadini comunitari, è
evidente la discriminazione indiretta o dissimulata nei loro
confronti. E per la Corte di Giustizia europea, così come si può
desumere da diverse sue sentenze su situazioni analoghe, questo
è inaccettabile.
2- Anche ai rifugiati e ai titolari di protezione sussidiaria si
richiede il requisito di due anni di permanenza in regione.
Requisito che ovviamente, data la particolare natura dei soggetti
in questione, è praticamente impossibile da ottemperare e quindi
si configura come chiara discriminazione indiretta. Eppure la
direttiva europea n. 83 del 2004, al punto 33 dispone che "per
scongiurare soprattutto il disagio sociale, è opportuno offrire
ai beneficiari dello status di rifugiato o di protezione
sussidiaria,senza discriminazioni nel quadro dei servizi sociali,
assistenza sociale e mezzi di sostentamento adeguati".
3- L'esclusione dall'accesso al sistema sociale di intere
categorie di persone, quali tutti gli stranieri regolarmente
soggiornanti ma non residenti in Italia da almeno 5 anni, rientra
nella stessa fattispecie di violazione dell'articolo 3 della
Costituzione denunciato dalla sentenza n. 40 della Corte
costituzionale, sentenza che ha già condannato l'articolo 9 della
legge regionale n.24 del 2009. Ossia, non si possono introdurre
elementi di distinzione arbitrari per la fruibilità di
provvidenze "che, per loro stessa natura, non tollerano
distinzioni basate né sulla cittadinanza né su particolari
tipologie di residenza, volte a escludere proprio coloro che
risultano i soggetti più esposti alle condizioni di bisogno e di
disagio".
È intollerabile - conclude Codega - che dopo mesi di permanenza
nella piena illegalità istituzionale, si risponda alle
sollecitazioni dell'Europa e della Corte costituzionale con un
provvedimento che ancora non si adegua alle norme nazionali e
internazionali.