PD-Ssk: Gabrovec, traduzioni simultanee costose ma da regolamento
(ACON) Trieste, 2 ago - COM/RC - "Il servizio di traduzione
simultanea delle sedute d'Aula dallo sloveno e dal friulano
rappresenta certamente un costo, ma è altresì un diritto sancito
dal regolamento che raccoglie lo spirito del nostro Statuto di
autonomia e, non da ultimo, è previsto nelle leggi di tutela che
agli appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute
garantisce il diritto all'uso della propria lingua madre anche
negli organi istituzionali".
La difesa del servizio di traduzione simultanea previsto per le
sedute del Consiglio regionale, dopo che da parte di Piero Camber
(Pdl) è stato fatto presente che per 40 ore gli interpreti non
hanno proferito parola, viene da Igor Gabrovec (PD-Ssk), che
ricorda di aver tenuto il proprio intervento sulle variazioni di
bilancio, in fase di discussione generale, quasi tutto in lingua
slovena.
Un modo per confermare che le lingue minoritarie autoctone non
sono di serie B - sottolinea Gabrovec. È vero che sono uno dei
pochi che in linea di principio interviene in lingua slovena. Il
collega Enore Picco (LN) è uno dei pochi, direi quasi l'unico,
che spesso interviene in friulano, anche se sono molti i colleghi
che sarebbero nelle condizioni di farlo. Ricordo con piacere una
circolare dell'ex presidente del Consiglio regionale Edouard
Ballaman che invitava tutti i consiglieri a valorizzare, qualora
le conoscessero, le lingue minoritarie riconosciute. Andrebbe
alle due aggiunto il tedesco, che però al momento non è previsto
dal regolamento consiliare.
L'appello del presidente Ballaman, allora come oggi, cadde nel
vuoto - ricorda ancora Gabrovec. Il collega Camber farebbe bene a
chiedersi quanto sia disposto a rispettare chi si avvale del
diritto di intervenire in sloveno o friulano, visto che durante i
miei interventi in sloveno non l'ho mai visto con l'auricolare
all'orecchio. E come lui, buona parte dell'Aula. Se può essere
vero che Camber e gli altri per la maggior parte masticano il
friulano, lo stesso non si può dire per lo sloveno, parlato e
capito con ogni probabilità soltanto da me e dal collega
Kocijancic (SA-PRC).
Così succede, per forza di cose, che quando ravviso l'esigenza
assoluta di farmi sentire e soprattutto capire da tutti, mi trovo
costretto, anch'io, a parlare in italiano - prosegue la
riflessione di Gabrovec. Il che, de facto, equivale alla
negazione del mio diritto di parlare in sloveno. Ed è, ma non
certo per colpa mia, un impegno finanziario la presenza di
interpreti.
Un problema molto simile, il consigliere lo ravvede anche per la
comunicazione istituzionale della Giunta regionale: sul sito
Internet della Regione c'è il link delle notizie anche nelle
lingue minoritarie, ma se la versione friulana funziona a dovere,
le pagine in sloveno e tedesco sono ferme a gennaio di
quest'anno, quando è scaduto il contratto a tempo determinato con
il giornalista che garantiva l'informazione in quelle due lingue
(stessa sorte a due sue colleghe giornaliste in forza al
Consiglio).
Gabrovec fa presente che, nonostante le rassicurazioni avute
anche in Aula (in risposta alle interrogazioni sull'argomento)
circa la rapida soluzione del problema, sono passati già sette
mesi segnati dal totale black-out in tedesco e sloveno, alla
faccia della specialità del Friuli Venezia Giulia e dei diritti
riconosciuti alle minoranze anche con leggi regionali.