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PD-Ssk: Gabrovec, traduzioni simultanee costose ma da regolamento

02.08.2011
12:19
(ACON) Trieste, 2 ago - COM/RC - "Il servizio di traduzione simultanea delle sedute d'Aula dallo sloveno e dal friulano rappresenta certamente un costo, ma è altresì un diritto sancito dal regolamento che raccoglie lo spirito del nostro Statuto di autonomia e, non da ultimo, è previsto nelle leggi di tutela che agli appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute garantisce il diritto all'uso della propria lingua madre anche negli organi istituzionali".

La difesa del servizio di traduzione simultanea previsto per le sedute del Consiglio regionale, dopo che da parte di Piero Camber (Pdl) è stato fatto presente che per 40 ore gli interpreti non hanno proferito parola, viene da Igor Gabrovec (PD-Ssk), che ricorda di aver tenuto il proprio intervento sulle variazioni di bilancio, in fase di discussione generale, quasi tutto in lingua slovena.

Un modo per confermare che le lingue minoritarie autoctone non sono di serie B - sottolinea Gabrovec. È vero che sono uno dei pochi che in linea di principio interviene in lingua slovena. Il collega Enore Picco (LN) è uno dei pochi, direi quasi l'unico, che spesso interviene in friulano, anche se sono molti i colleghi che sarebbero nelle condizioni di farlo. Ricordo con piacere una circolare dell'ex presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman che invitava tutti i consiglieri a valorizzare, qualora le conoscessero, le lingue minoritarie riconosciute. Andrebbe alle due aggiunto il tedesco, che però al momento non è previsto dal regolamento consiliare.

L'appello del presidente Ballaman, allora come oggi, cadde nel vuoto - ricorda ancora Gabrovec. Il collega Camber farebbe bene a chiedersi quanto sia disposto a rispettare chi si avvale del diritto di intervenire in sloveno o friulano, visto che durante i miei interventi in sloveno non l'ho mai visto con l'auricolare all'orecchio. E come lui, buona parte dell'Aula. Se può essere vero che Camber e gli altri per la maggior parte masticano il friulano, lo stesso non si può dire per lo sloveno, parlato e capito con ogni probabilità soltanto da me e dal collega Kocijancic (SA-PRC).

Così succede, per forza di cose, che quando ravviso l'esigenza assoluta di farmi sentire e soprattutto capire da tutti, mi trovo costretto, anch'io, a parlare in italiano - prosegue la riflessione di Gabrovec. Il che, de facto, equivale alla negazione del mio diritto di parlare in sloveno. Ed è, ma non certo per colpa mia, un impegno finanziario la presenza di interpreti.

Un problema molto simile, il consigliere lo ravvede anche per la comunicazione istituzionale della Giunta regionale: sul sito Internet della Regione c'è il link delle notizie anche nelle lingue minoritarie, ma se la versione friulana funziona a dovere, le pagine in sloveno e tedesco sono ferme a gennaio di quest'anno, quando è scaduto il contratto a tempo determinato con il giornalista che garantiva l'informazione in quelle due lingue (stessa sorte a due sue colleghe giornaliste in forza al Consiglio).

Gabrovec fa presente che, nonostante le rassicurazioni avute anche in Aula (in risposta alle interrogazioni sull'argomento) circa la rapida soluzione del problema, sono passati già sette mesi segnati dal totale black-out in tedesco e sloveno, alla faccia della specialità del Friuli Venezia Giulia e dei diritti riconosciuti alle minoranze anche con leggi regionali.