PD: Codega, su organici scuola sentenza Consiglio di Stato
(ACON) Trieste, 3 ago - COM/AB - Tutti i tagli agli organici
della scuola fatti in questi ultimi tre anni sono formalmente
illegittimi. Questa è la sentenza che il Consiglio di Stato ha
emesso nell'udienza del 29 luglio, nella quale ha respinto
l'appello del ministro Gelmini contro le precedenti sentenze del
TAR che avevano sancito la medesima cosa.
La sottolineatura è di Franco Codega, consigliere regionale del
PD, che specifica ulteriormente.
Il ricorso al TAR era stato presentato da una trentina di
soggetti, tra sigle sindacali e associazioni di genitori. Tra i
ricorrenti anche l'Associazione dei genitori di Pordenone. Sotto
inchiesta il D. I. n. 35/2010 e il D.I. 62/2009 che hanno imposto
i tagli di ben 87.000 cattedre nelle scuole italiane e 43.000
unità di personale ATA. Il MIUR avrebbe dovuto acquisire
obbligatoriamente il parere della Conferenza Stato-Regioni. E
questo non è stato fatto. Da qui l'illegittimità procedurale.
Il TAR prima e il Consiglio di Stato oggi hanno dato ragione ai
ricorrenti. Ancora una volta un atto di straordinaria rilevanza
negativa, firmato dal ministro Gelmini, viene dichiarato
illegittimo, a conferma di una intollerabile approssimazione da
parte del Governo in un settore complesso e assai delicato, quale
la scuola.
È una vergogna colossale - afferma Codega - che i danni che la
scuola pubblica ha subito in questi anni, a seguito dei tagli
insostenibili, siano stati prodotti da atti privi di efficacia
giuridica. Non è casuale che il Governo abbia ignorato
completamente il ruolo costituzionalmente garantito delle Regioni
e delle Autonomie locali in materia di organizzazione scolastica:
è un'ulteriore conferma della politica totalmente centralistica
della maggioranza.
Le Regioni facciano sentire ora la propria voce. La nostra
Regione dica la sua sull'intera questione. In Friuli Venezia
Giulia abbiamo perso 1.500 docenti e 700 unità di personale ATA,
sono state ridotte le ore di insegnamento, è stato depotenziato
l'intero servizio. Si alzi finalmente la voce per sottolineare il
dissenso e rinegoziare quanto meno condizioni di minor disagio
rispetto all'intero processo che sta avvenendo della
riorganizzazione scolastica.