PD: Menis, Medea, la scuola resta ancora una incognita
(ACON) Trieste, 28 ago - COM/MPB - Il sostegno della Giunta
regionale, l'approvazione all'unanimità da parte della VI
Commissione consiliare, oltre mille firme dei cittadini
e leggi molto precise e chiare, potrebbero non bastare a salvare
la scuola primaria di Medea. A pochi giorni dalla formazione
delle classi, infatti, l'Ufficio Scolastico Regionale non ha
ancora comunicato la sua autorizzazione alla richiesta di
attivazione di una classe prima da parte del sindaco del Comune
goriziano, e cresce il timore che possa concretizzarsi un nuovo
diniego.
Un'ipotesi gravemente lesiva del diritto all'istruzione dei
ragazzi e della tutela delle minoranze linguistiche - sottolinea
il consigliere regionale del PD Paolo Menis che ricorda la chiara
e unanime presa di posizione della Regione a sostegno della
relativa petizione presentata nel giugno scorso.
Con un segnale politico forte - precisa Menis - si era voluto
ribadire, partendo dal caso della scuola di Medea, il diritto del
territorio alla salvaguardia della sua specificità che, è bene
ricordarlo, è alla base della stessa specialità della nostra
Regione. Una tutela scritta a chiare lettere nella legge n. 482
del 1999 e nel DPR 81/2009 contenente il regolamento di
attuazione della riforma della scuola che espressamente prevede
una deroga al numero minimo di alunni necessari per la
costituzione di una classe nelle zone abitate da minoranze
linguistiche.
Sono convinto che le leggi dello Stato debbano valere anche per i
propri dipendenti che, anzi per primi, dovrebbero dare il buon
esempio nel rispetto di norme e regolamenti - continua il
democratico - e quindi credo che di fronte a questi presupposti
l'USR non possa che accogliere la legittima richiesta
dell'attivazione di una classe prima per gli 11 alunni che ad
oggi risultano iscritti. Anche perché l'alternativa, ovvero una
pluriclasse - insiste Menis - non garantirebbe comunque di
soddisfare tutte le richieste visto che anche la classe seconda è
frequentata da 11 ragazzi e, considerato che le pluriclassi
possono essere costituite da un massimo di 18 alunni, 4 ragazzi
della prima sarebbero costretti a rivolgersi altrove.
In caso contrario - conclude Menis - siamo pronti a sollecitare
con un'interrogazione la partecipazione della Regione a fianco
del Comune per ricorrere al TAR in tutela dei diritti dei nostri
cittadini più piccoli e di alcune famiglie della nostra terra.
Proprio in un momento difficile come quello attuale dove il ruolo
degli enti locali è continuamente sottoposto ad attacchi una
Regione Autonoma come la nostra non deve arretrare nel difendere
le sue peculiarità e saper sfruttare tutti gli
strumenti utili allo scopo.