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PD: Menis, Medea, la scuola resta ancora una incognita

28.08.2011
15:35
(ACON) Trieste, 28 ago - COM/MPB - Il sostegno della Giunta regionale, l'approvazione all'unanimità da parte della VI Commissione consiliare, oltre mille firme dei cittadini e leggi molto precise e chiare, potrebbero non bastare a salvare la scuola primaria di Medea. A pochi giorni dalla formazione delle classi, infatti, l'Ufficio Scolastico Regionale non ha ancora comunicato la sua autorizzazione alla richiesta di attivazione di una classe prima da parte del sindaco del Comune goriziano, e cresce il timore che possa concretizzarsi un nuovo diniego.

Un'ipotesi gravemente lesiva del diritto all'istruzione dei ragazzi e della tutela delle minoranze linguistiche - sottolinea il consigliere regionale del PD Paolo Menis che ricorda la chiara e unanime presa di posizione della Regione a sostegno della relativa petizione presentata nel giugno scorso.

Con un segnale politico forte - precisa Menis - si era voluto ribadire, partendo dal caso della scuola di Medea, il diritto del territorio alla salvaguardia della sua specificità che, è bene ricordarlo, è alla base della stessa specialità della nostra Regione. Una tutela scritta a chiare lettere nella legge n. 482 del 1999 e nel DPR 81/2009 contenente il regolamento di attuazione della riforma della scuola che espressamente prevede una deroga al numero minimo di alunni necessari per la costituzione di una classe nelle zone abitate da minoranze linguistiche.

Sono convinto che le leggi dello Stato debbano valere anche per i propri dipendenti che, anzi per primi, dovrebbero dare il buon esempio nel rispetto di norme e regolamenti - continua il democratico - e quindi credo che di fronte a questi presupposti l'USR non possa che accogliere la legittima richiesta dell'attivazione di una classe prima per gli 11 alunni che ad oggi risultano iscritti. Anche perché l'alternativa, ovvero una pluriclasse - insiste Menis - non garantirebbe comunque di soddisfare tutte le richieste visto che anche la classe seconda è frequentata da 11 ragazzi e, considerato che le pluriclassi possono essere costituite da un massimo di 18 alunni, 4 ragazzi della prima sarebbero costretti a rivolgersi altrove.

In caso contrario - conclude Menis - siamo pronti a sollecitare con un'interrogazione la partecipazione della Regione a fianco del Comune per ricorrere al TAR in tutela dei diritti dei nostri cittadini più piccoli e di alcune famiglie della nostra terra. Proprio in un momento difficile come quello attuale dove il ruolo degli enti locali è continuamente sottoposto ad attacchi una Regione Autonoma come la nostra non deve arretrare nel difendere le sue peculiarità e saper sfruttare tutti gli strumenti utili allo scopo.