IdV: Agnola, conti e specialità regionale, cambiare strategia
(ACON) Trieste, 2 set - COM/MPB - "Nei rapporti con Roma,
durante i 'falsi tavoli amici', la Regione deve cambiare
strategia altrimenti la specialità diventerà una patente
scaduta".
Il consigliere regionale dell'Italia dei Valori Enio Agnola
focalizza così la situazione che si sta venendo a creare in
previsione della prossima finanziaria con l'anticipo al 2012 di
tagli per oltre 300 milioni oltre ai 370 frettolosamente
accettati quale contributo al federalismo fiscale.
"Da tempo insistiamo su un fatto ben chiaro: la nostra Regione
deve pretendere che ci sia un immediato riequilibrio nelle
compartecipazioni ai tributi all'interno delle Regioni a Statuto
Speciale che ci vede in condizioni largamente più svantaggiate
rispetto a Trentino, Val D'Aosta e, naturalmente, a Sicilia e
Sardegna.
"Finora il governo regionale - continua Agnola - per tentare di
arginare l'azione di Tremonti, ha cercato di fare 'cartello' con
le altre speciali ottenendo, in cambio, ipotesi di riduzione di
spesa per i prossimi anni fuori da ogni possibilità di
sostenibilità per noi, mentre per le altre quattro basterà
ridurre quelle ampie condizioni di privilegio che sono sotto gli
occhi di tutti e che giustamente fanno infuriare le Regioni
ordinarie (vedi ad esempio le assunzioni selvagge in Sicilia, 4
nuove province in Sardegna, le super indennità nei piccolissimi
comuni in Val d'Aosta, i sostegni straordinari alle imprese del
Trentino).
"E' quindi assolutamente urgente - afferma Agnola - imporre al
governo un tavolo dove le Regioni Speciali siano poste nelle
stesse condizioni di compartecipazione erariale rispetto alle
competenze trasferite.
"L'insostenibilità delle pretese governative - conclude il
consigliere - è del tutto evidente laddove si ricorda che non
appena sono diminuite le entrate per effetto della crisi, la
nostra Regione ha dovuto immediatamente tagliare la spesa per
oltre 300 milioni per assenza di margini finanziari; con i nuovi
tagli previsti - avverte infine Agnola - si dovranno operare
riduzioni di spesa tali da rendere pressoché inutile tutto il
processo di sviluppo realizzato negli ultimi decenni e far venire
meno i livelli di servizi essenziali quali sanità e assistenza ai
soggetti più deboli, senza contare il sostegno all'economia e ai
Comuni, oltre al rischio di un definitivo tramonto degli
investimenti sulle infrastrutture".