Citt: Colussi, proposta di legge su nomine trasparenti in sanità
(ACON) Trieste, 5 set - COM/MPB - Creare le premesse per
avviare la costituzione di una vera classe dirigente nella sanità
del Friuli Venezia Giulia; assicurare la trasparenza delle
informazioni su tutte le procedure e sui candidati; attivare
percorsi formativi e valutativi necessari al mantenimento della
qualità della dirigenza; rivalutare il ruolo degli organismi
partecipativi delle Aziende (Collegio di direzione). Questi i
principi generali cui si ispira il progetto di legge presentato
da Piero Colussi e Stefano Alunni Barbarossa (Cittadini-Libertà
Civica), che domani (martedì 6 settembre) Colussi illustrerà in
III Commissione.
La proposta di legge, riassumibile in uno schietto "basta
lottizzazioni in sanità", è frutto di un lavoro di confronto con
medici e Ordini professionali del territorio e "nasce
dall'esigenza di modificare i meccanismi di nomina nella gestione
del Servizio sanitario regionale che necessita di scelte compiute
in base alla competenza e non all'appartenenza politica. La
proposta - precisa Colussi - si compone di soli 8 articoli ma, se
venisse accolta, sarebbe a suo modo rivoluzionaria".
"È un attacco al sistema - ha continuato Alunni Barbarossa - che
permette alla società civile di accedere a determinati incarichi.
I cittadini chiedono pulizia e trasparenza. Lo svincolo dal
sistema clientelare passa anche attraverso riforme come questa.
Vedremo se chi governa questa regione e il maggiore partito di
opposizione, quando questa proposta arriverà domani in
Commissione, farà una scelta chiara nel rispetto dei cittadini e
non nei confronti della Casta".
Se fino ad ora la nomina del direttore amministrativo e del
direttore sanitario delle aziende sanitarie e degli Irccs era di
totale competenza del direttore generale che li nominava "sulla
base di un rapporto troppo fiduciario", la proposta di legge
rivede tali meccanismi permettendo a tutti coloro che possiedano
i requisiti richiesti di potersi iscrivere a degli elenchi e
imponendo al direttore generale di motivare le sue scelte.
Tali elenchi saranno poi pubblicati con tanto di curricula. Si
fissano così elementi di trasparenza e di competenza.
Viene introdotto il principio selettivo anche per la nomina dei
primari che finora avveniva attraverso una eccessiva
discrezionalità del direttore regionale. A valutare la
professionalità dei candidati sarà una commissione formata da
cinque persone (il direttore sanitario e quattro primari
provenienti dalle regioni vicine e scelti con sorteggio). La
commissione formerà una graduatoria a seguito di un colloquio e
dell'esame del curriculum professionale. I verbali delle
procedure di selezioni saranno resi pubblici. La decisione di
nomina, in questo modo, se prima era esclusiva del direttore
generale viene così trasferita a una commissione che ha una sua
autonomia e indipendenza.
Nella proposta di legge, anche l'obbligo per la Regione di farsi
carico dell'aggiornamento dei propri manager, e di garantire un
ruolo di maggiore responsabilità al Collegio di direzione.
La proposta - sottolinea Colussi - ha preso avvio dalle
dichiarazioni di alcuni fra i più importanti medici italiani (tra
cui Sirchia, Veronesi, Garattini, Remuzzi, Mannucci, Maseri)
sottoscrittori del "Manifesto per la rinascita della sanità",
dove in sette punti sono formalizzate proposte concrete per
migliorare il sistema sanitario senza aumentarne le spese.
Il primo di questi punti era dedicato al tema della competenza o,
meglio, alla necessità di rivedere i meccanismi di nomina sia dei
direttori generali delle Aziende ospedaliere e socio sanitarie,
sia dei dirigenti di struttura complessa (primari) affermando tra
l'altro la necessità di separare la politica dalla gestione e di
scegliere i direttori generali delle ASL e degli ospedali non in
base all'appartenenza politica, ma alle competenze. Questo veniva
considerato, nel documento, il problema più grave della sanità
italiana.
Data l'importanza della riforma proposta, che dà un'adeguata
risposta a palesi criticità del sistema pubblico nonché alla
diffusa sensibilità e attenzione dei cittadini nei confronti del
Servizio sanitario regionale, i due consiglieri, in conclusione,
confidano in un sollecito esame della proposta di legge da parte
della Commissione.