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Citt: Colussi, proposta di legge su nomine trasparenti in sanità

05.09.2011
16:51
(ACON) Trieste, 5 set - COM/MPB - Creare le premesse per avviare la costituzione di una vera classe dirigente nella sanità del Friuli Venezia Giulia; assicurare la trasparenza delle informazioni su tutte le procedure e sui candidati; attivare percorsi formativi e valutativi necessari al mantenimento della qualità della dirigenza; rivalutare il ruolo degli organismi partecipativi delle Aziende (Collegio di direzione). Questi i principi generali cui si ispira il progetto di legge presentato da Piero Colussi e Stefano Alunni Barbarossa (Cittadini-Libertà Civica), che domani (martedì 6 settembre) Colussi illustrerà in III Commissione.

La proposta di legge, riassumibile in uno schietto "basta lottizzazioni in sanità", è frutto di un lavoro di confronto con medici e Ordini professionali del territorio e "nasce dall'esigenza di modificare i meccanismi di nomina nella gestione del Servizio sanitario regionale che necessita di scelte compiute in base alla competenza e non all'appartenenza politica. La proposta - precisa Colussi - si compone di soli 8 articoli ma, se venisse accolta, sarebbe a suo modo rivoluzionaria".

"È un attacco al sistema - ha continuato Alunni Barbarossa - che permette alla società civile di accedere a determinati incarichi. I cittadini chiedono pulizia e trasparenza. Lo svincolo dal sistema clientelare passa anche attraverso riforme come questa. Vedremo se chi governa questa regione e il maggiore partito di opposizione, quando questa proposta arriverà domani in Commissione, farà una scelta chiara nel rispetto dei cittadini e non nei confronti della Casta".

Se fino ad ora la nomina del direttore amministrativo e del direttore sanitario delle aziende sanitarie e degli Irccs era di totale competenza del direttore generale che li nominava "sulla base di un rapporto troppo fiduciario", la proposta di legge rivede tali meccanismi permettendo a tutti coloro che possiedano i requisiti richiesti di potersi iscrivere a degli elenchi e imponendo al direttore generale di motivare le sue scelte.

Tali elenchi saranno poi pubblicati con tanto di curricula. Si fissano così elementi di trasparenza e di competenza.

Viene introdotto il principio selettivo anche per la nomina dei primari che finora avveniva attraverso una eccessiva discrezionalità del direttore regionale. A valutare la professionalità dei candidati sarà una commissione formata da cinque persone (il direttore sanitario e quattro primari provenienti dalle regioni vicine e scelti con sorteggio). La commissione formerà una graduatoria a seguito di un colloquio e dell'esame del curriculum professionale. I verbali delle procedure di selezioni saranno resi pubblici. La decisione di nomina, in questo modo, se prima era esclusiva del direttore generale viene così trasferita a una commissione che ha una sua autonomia e indipendenza.

Nella proposta di legge, anche l'obbligo per la Regione di farsi carico dell'aggiornamento dei propri manager, e di garantire un ruolo di maggiore responsabilità al Collegio di direzione.

La proposta - sottolinea Colussi - ha preso avvio dalle dichiarazioni di alcuni fra i più importanti medici italiani (tra cui Sirchia, Veronesi, Garattini, Remuzzi, Mannucci, Maseri) sottoscrittori del "Manifesto per la rinascita della sanità", dove in sette punti sono formalizzate proposte concrete per migliorare il sistema sanitario senza aumentarne le spese.

Il primo di questi punti era dedicato al tema della competenza o, meglio, alla necessità di rivedere i meccanismi di nomina sia dei direttori generali delle Aziende ospedaliere e socio sanitarie, sia dei dirigenti di struttura complessa (primari) affermando tra l'altro la necessità di separare la politica dalla gestione e di scegliere i direttori generali delle ASL e degli ospedali non in base all'appartenenza politica, ma alle competenze. Questo veniva considerato, nel documento, il problema più grave della sanità italiana.

Data l'importanza della riforma proposta, che dà un'adeguata risposta a palesi criticità del sistema pubblico nonché alla diffusa sensibilità e attenzione dei cittadini nei confronti del Servizio sanitario regionale, i due consiglieri, in conclusione, confidano in un sollecito esame della proposta di legge da parte della Commissione.