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PD: più costi e confusione burocratica con 9 Unioni montane

13.09.2011
18:22
(ACON) Trieste, 13 set - COM/MPB - Il PD ha espresso la sua contrarietà al disegno di legge sulla riforma dell'ordinamento locale in territorio montano, in quanto le norme licenziate dalla V Commissione penalizzano i territori della montagna, imponendo una forma organizzativa: l'Unione dei comuni, che non viene estesa a tutto il territorio regionale.

Ad affermarlo sono i consiglieri regionali Franco Iacop, Enzo Marsilio e Sandro Della Mea sostenendo che il testo approvato dalla maggioranza di centrodestra crea solo incertezze applicative, sovrapposizioni dei ruoli e confusione nell'esercizio delle funzioni e nella gestione dei servizi. In sostanza non viene attuata alcuna semplificazione considerato che dalle attuali quattro Comunità montane si passa a nove nuovi enti intermedi, producendo aumento dei costi, delle strutture burocratiche e dei centri decisionali.

Con ciò - aggiungono - va messo in conto anche il mancato superamento del commissariamento delle Comunità montane e quindi non si restituisce ai territori il governo dei processi decisionali e dei modelli di sviluppo della montagna.

Non si è voluto tener conto - affermano i consiglieri del PD - della posizione di apertura a un confronto costruttivo, però puntuale sugli argomenti che riguardano, oltre alla conclusione della negativa fase commissariale, la definizione dei compiti tra i comuni e le unioni dei comuni montani; la ridefinizione degli ambiti di montanità per concentrare al meglio le risorse a sostegno delle politiche di sviluppo della montagna regionale; la partecipazione dei comuni alla gestione delle forme associate che la legge intende attivare in sostituzione della comunità montane.

Il non voler ridare il governo della montagna ai territori, alle comunità locali, da parte della Giunta Tondo e della sua maggioranza - concludono Iacop, Marsilio e Della Mea - compromette di certo gli obiettivi che la Regione dovrebbe darsi riguardo la semplificazione nell'ordinamento delle autonomie locali, la riduzione dei costi della politica, l'istituzione di una rappresentanza più prossima alle comunità periferiche, la chiarezza e la migliore efficacia nell'esercizio delle funzioni.