PD: più costi e confusione burocratica con 9 Unioni montane
(ACON) Trieste, 13 set - COM/MPB - Il PD ha espresso la sua
contrarietà al disegno di legge sulla riforma dell'ordinamento
locale in territorio montano, in quanto le norme licenziate dalla
V Commissione penalizzano i territori della montagna, imponendo
una forma organizzativa: l'Unione dei comuni, che non viene
estesa a tutto il territorio regionale.
Ad affermarlo sono i consiglieri regionali Franco Iacop, Enzo
Marsilio e Sandro Della Mea sostenendo che il testo approvato
dalla maggioranza di centrodestra crea solo incertezze
applicative, sovrapposizioni dei ruoli e confusione
nell'esercizio delle funzioni e nella gestione dei servizi. In
sostanza non viene attuata alcuna semplificazione considerato che
dalle attuali quattro Comunità montane si passa a nove nuovi enti
intermedi, producendo aumento dei costi, delle strutture
burocratiche e dei centri decisionali.
Con ciò - aggiungono - va messo in conto anche il mancato
superamento del commissariamento delle Comunità montane e quindi
non si restituisce ai territori il governo dei processi
decisionali e dei modelli di sviluppo della montagna.
Non si è voluto tener conto - affermano i consiglieri del PD -
della posizione di apertura a un confronto costruttivo, però
puntuale sugli argomenti che riguardano, oltre alla conclusione
della negativa fase commissariale, la definizione dei compiti
tra i comuni e le unioni dei comuni montani; la ridefinizione
degli ambiti di montanità per concentrare al meglio le risorse a
sostegno delle politiche di sviluppo della montagna regionale; la
partecipazione dei comuni alla gestione delle forme associate che
la legge intende attivare in sostituzione della comunità montane.
Il non voler ridare il governo della montagna ai territori, alle
comunità locali, da parte della Giunta Tondo e della sua
maggioranza - concludono Iacop, Marsilio e Della Mea -
compromette di certo gli obiettivi che la Regione dovrebbe darsi
riguardo la semplificazione nell'ordinamento delle autonomie
locali, la riduzione dei costi della politica, l'istituzione di
una rappresentanza più prossima alle comunità periferiche, la
chiarezza e la migliore efficacia nell'esercizio delle funzioni.