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PD: Codega, allarme povertà, ritornare al reddito di cittadinanza

18.09.2011
15:23
(ACON) Trieste, 18 set - COM/MPB - Il consigliere regionale del PD Franco Codega prende lo spunto dall'allarme della Caritas di Trieste sull'aumento della povertà e dall'appello per un intervento delle strutture istituzionali non essendo più in grado di rispondere ai bisogni, per stigmatizzare l'abrogazione del reddito di cittadinanza (previsto dall'articolo 59 della legge 6 del 2006) da parte del Consiglio regionale all'esordio dell'attuale maggioranza.

Era una misura sperimentale per l'Italia, ma presente in tutti i paesi europei, che non solo erogava fondi alle famiglie in difficoltà ma prendeva in carico ogni situazione familiare con un progetto personalizzato per uscire dalla situazione di bisogno - ricorda Codega che ribadisce come tutto ciò sia stato cancellato, avvertendo che il fenomeno della povertà appariva già chiaro al convegno di luglio promosso dalle Caritas regionali a Udine.

Ben 43.000 sono le famiglie senza mezzi in Friuli Venezia Giulia - prosegue Codega. - Un record dovuto ai rigori della crisi economica di questi ultimi tre anni. Sempre nello stesso convegno però la Regione aveva avuto modo di presentare le diverse modalità di intervento, modalità che sono effettivamente cresciute in questi anni: 76 milioni di euro stanziati nel 2011 per i servizi sociali dei comuni, 15 milioni di euro per il fondo di solidarietà e carta acquisti. Cifre ragguardevoli che però evidentemente non appaiono in grado di rispondere appieno alle aspettative. Sicuramente per il fatto che la povertà è in aumento e non è sempre facile rispondere a tutti i bisogni. Ma anche perché - evidenzia Codega - si è scelta la strada della erogazione di fondi a pioggia che è il modo più sbagliato per intervenire.

Solo le Caritas puntano ancora a un'opera di "accompagnamento" - commenta il consigliere PD sollecitando la Regione a tornare sui suoi passi e a riprendere in mano questa logica di intervento.

E' una logica più dignitosa per le persone, trattate da "persone in difficoltà" e non da "poveri", più efficace perché maggiormente in grado di eliminare alla radice le cause della povertà, e anche più economica, perché ogni famiglia uscita dallo stato di bisogno non busserà più alle porte dei servizi sociali, è la considerazione conclusiva di Codega.