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IdV: Corazza, astensione sulla proposta di legge sui giovani

20.09.2011
17:13
(ACON) Trieste, 20 set - COM/RC - L'Italia dei Valori si è astenuta, in VI Commissione consiliare, votando la proposta di legge sulle politiche e l'autonomia giovanili. Alessandro Corazza, capogruppo di IdV in Consiglio regionale e - come fa presente egli stesso - unico giovane a sedere in Aula (per giovani si intende coloro che hanno tra i 14 e i 35 anni e lui è stato eletto a 28), sarà relatore di minoranza.

Corazza ha evidenziato aspetti negativi e positivi del provvedimento, che per il dipietrista affronta aspetti legati all'economia, ma meno alla dimensione esistenziale e sociale soprattutto dei più giovani, dando risposte parziali. Il consigliere ha, quindi, sottolineato come la legge avrebbe dovuto mirare di più a responsabilizzare e dare vera autonomia ai giovani, sostenendo direttamente le loro iniziative e le loro associazioni, e meno a finanziare quei soggetti che operano a favore dei ragazzi ma non sono costituiti da essi. A tal proposito si poteva dare più poteri alla Consulta regionale e limitare i tantissimi rivoli di finanziamento che, subordinando l'attivazione dei vari interventi allo stanziamento di soldi nei rispettivi capitoli, mettono a rischio l'attuazione della legge nella sua interezza.

Speriamo perciò - ha affermato Corazza - che le promesse fatte nel corso di questi mesi, tra annunci roboanti e comunicati stampa della maggioranza, vengano mantenute, e che la legge trovi la necessaria copertura finanziaria per attivare tutti gli interventi previsti. La norma giunge in momento storico significativo, nel pieno di una crisi economica che è stata generata da una cultura e un modo di far politica spesso clientelare, che non ha premiato il merito ma spesso ha alimentato, con soldi pubblici, un sistema inefficiente (anche nel campo dell'economia), di cui oggi raccogliamo i risultati.

La generazione dei giovani - è la sua conclusione - è quella che subisce maggiormente questa situazione drammatica, tra disoccupazione, precariato e mancanza di opportunità e certezze per il futuro. Il nostro paese e la nostra Regione, per risorgere, hanno bisogno innanzitutto di una rivoluzione culturale e morale che renda efficace e trasparente l'uso che viene fatto dei soldi pubblici.