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TONDO: "DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E NON CASTA"

27.09.2011
13:40
Trieste, 27 set - "Non mi sento di appartenere a nessuna casta". Lo ha rivendicato il presidente della Regione Renzo Tondo, nel suo intervento questa mattina in Consiglio regionale sull'aggiornamento del programma di legislatura e sulle proposte per la riduzione dei costi della politica e dell'amministrazione. Una parte dell'intervento in cui Tondo ha voluto "dire chiarezza e onestà" quello che pensa a proposito delle polemiche sulla casta.

"Ho cominciato a fare politica - ha detto - che avevo si può dire i pantaloni corti, l'ho sempre fatto con passione, con dedizione, per la gente e in mezzo alla gente, alternando successi e delusioni, risultati positivi e inevitabili errori, soddisfazioni e amarezze. Ho sempre scelto la strada più difficile, quella più ardua, rischiando in prima persona, rinunciando a posizioni di comodo e a compensi importanti come quello come commissario della Burgo e quello, ben più sostanzioso, come commissario per la terza corsia. Ho sempre operato con spirito di servizio, qualche volta pagato di tasca mia".

"Ecco perché - ha aggiunto - non mi sento di appartenere a nessuna casta. E non ho mai percepito, nelle riunioni di Giunta e nelle sedute di questo Consiglio, nei colloqui privati con ciascuno di voi di essere chiuso dentro una casta, al contrario ho sempre sentito che tutti qui hanno sempre operato e operano, anche nei momenti di confronto più aspro, nello spirito autentico della democrazia, governo del popolo".

"La Costituzione della Repubblica - ha detto ancora Tondo - ci ha consegnato un modello di democrazia rappresentativa. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Ci sono nei Comuni, negli Enti locali, migliaia di persone che si impegnano in politica per niente, per compensi irrisori, persone che costituiscono un punto di riferimento importante per i cittadini, per le comunità".

"Se vengono a mancare - ha proseguito - coloro che si impegnano nelle istituzioni rappresentative, la democrazia non può funzionare. E al di sopra di un certo livello di responsabilità, questo impegno non può che essere a tempo pieno, ed è perciò giusto che sia remunerato. Altrimenti solo i ricchi potrebbero fare politica. Ma il compenso deve rimanere nei giusti limiti, la la remunerazione è e deve essere uno strumento volto a garantire il servizio e non il fine del servizio stesso. E anche il numero delle poltrone deve essere funzionale ai compiti da svolgere".

Tondo ha anche rivendicato il primato della politica: "Altro che governi tecnici in mano a banchieri o a finanzieri! Mai come oggi abbiamo bisogno della vera e buona politica, che è il lievito della democrazia". ARC/PF