TONDO: "DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E NON CASTA"
Trieste, 27 set - "Non mi sento di appartenere a nessuna
casta". Lo ha rivendicato il presidente della Regione Renzo
Tondo, nel suo intervento questa mattina in Consiglio regionale
sull'aggiornamento del programma di legislatura e sulle proposte
per la riduzione dei costi della politica e dell'amministrazione.
Una parte dell'intervento in cui Tondo ha voluto "dire chiarezza
e onestà" quello che pensa a proposito delle polemiche sulla
casta.
"Ho cominciato a fare politica - ha detto - che avevo si può dire
i pantaloni corti, l'ho sempre fatto con passione, con dedizione,
per la gente e in mezzo alla gente, alternando successi e
delusioni, risultati positivi e inevitabili errori, soddisfazioni
e amarezze. Ho sempre scelto la strada più difficile, quella più
ardua, rischiando in prima persona, rinunciando a posizioni di
comodo e a compensi importanti come quello come commissario della
Burgo e quello, ben più sostanzioso, come commissario per la
terza corsia. Ho sempre operato con spirito di servizio, qualche
volta pagato di tasca mia".
"Ecco perché - ha aggiunto - non mi sento di appartenere a
nessuna casta. E non ho mai percepito, nelle riunioni di Giunta e
nelle sedute di questo Consiglio, nei colloqui privati con
ciascuno di voi di essere chiuso dentro una casta, al contrario
ho sempre sentito che tutti qui hanno sempre operato e operano,
anche nei momenti di confronto più aspro, nello spirito autentico
della democrazia, governo del popolo".
"La Costituzione della Repubblica - ha detto ancora Tondo - ci ha
consegnato un modello di democrazia rappresentativa. Non dobbiamo
mai dimenticarlo. Ci sono nei Comuni, negli Enti locali, migliaia
di persone che si impegnano in politica per niente, per compensi
irrisori, persone che costituiscono un punto di riferimento
importante per i cittadini, per le comunità".
"Se vengono a mancare - ha proseguito - coloro che si impegnano
nelle istituzioni rappresentative, la democrazia non può
funzionare. E al di sopra di un certo livello di responsabilità,
questo impegno non può che essere a tempo pieno, ed è perciò
giusto che sia remunerato. Altrimenti solo i ricchi potrebbero
fare politica. Ma il compenso deve rimanere nei giusti limiti, la
la remunerazione è e deve essere uno strumento volto a garantire
il servizio e non il fine del servizio stesso. E anche il numero
delle poltrone deve essere funzionale ai compiti da svolgere".
Tondo ha anche rivendicato il primato della politica: "Altro che
governi tecnici in mano a banchieri o a finanzieri! Mai come oggi
abbiamo bisogno della vera e buona politica, che è il lievito
della democrazia".
ARC/PF