CR: comunicazioni programmatiche Tondo, dibattito (4)
(ACON) Trieste, 28 set - MPB - Per Paolo Menis (PD) le
comunicazione del presidente Tondo sono state un fiume in piena,
ma restandogli solo un anno è più credibile che fosse l'inizio
della campagna elettorale. La crisi della politica si legge anche
nel linguaggio, quando i cittadini diventano la gente, il
personale i dipendenti, i Comuni il territorio. E ogni
ragionamento dovrebbe partire dai bisogni. È troppo facile dire
che occorre tagliare, ridurre, semplificare. Ciò va fatto con
saggezza e occorre decidere insieme, fuori dalle lobby.
Le considerazioni contendono punti condivisibili e non, ma
mancano assolutamente i tempi per le riforme annunciate. E manca
il rapporto con le giovani generazioni. Per Sandro Della Mea (PD)
agli annunci dovrebbero seguire risorse e investimenti, mentre
nulla è previsto per un giovane che avvii una nuova attività
imprenditoriale. Le proposte emerse sono quasi del tutto simili a
quelle depositate dal PD e non siamo d'accordo che si punti ad
approvare la riforma nella primavera del 2012, quando si dovrebbe
puntare a realizzarla entro novembre, così sarebbe possibile il
doppio passaggio della legge in Parlamento.
Gli aggiornamenti programmatici delle Giunte e del Governo sono
una cosa sempre successa - ha fatto presente Maurizio Salvador
(UDC) - qui si è voluto costruire un evento e anche una dicotomia
con la gente, con un'operazione mediatica. Rivedere l'impianto
delle dichiarazioni programmatiche è reso necessario dalla crisi,
ma nel fare da qui alla scadenza tutte le riforme attenzione a
non far scattare confitti territoriali e meccanismi che
potrebbero crearne, se quanto annunciato avvenisse senza un
confronto con le raltà. Oltre ai temi enunciati, è importante
pensare a come ricondurre la Regione a occuparsi di
programmazione e a come canalizzare le risorse sulle famiglie per
rilanciare i consumi.
Paride Cargnelutti (Pdl) ha richiamato l'attenzione sul ruolo
dell'informazione nella individuazione della casta e ha
sottolineato che è tempo per una nuova architettura regionale.
Quella di Tondo è stata una scossa, un segnale atteso che forse è
andato più in là di quanto immaginato, ora è necessario che la
maggioranza assorba il suo scatto in avanti, per operare, per
lasciare una macchina che funziona, che è un patrimonio generale.
Secondo Franco Dal Mas (Pdl) in un anno e mezzo si possono fare
tutte le cose, faremo la riforma partendo anche da quello che
avete già fatto nella scorsa legislatura, non servono altri dati.
Riduzione di costi, abbattimento enti inutili, indirizzi sullo
sviluppo e sulla sanità: queste le cose su cui il Consiglio
regionale è chiamato a lavorare nelle Commissioni, ha concluso
incoraggiando Tondo ad andare avanti senza paura.
Roberto Marin (Pdl) ammettendo di essere stato preso in
contropiede dalle dichiarazioni di Tondo, ha però evidenziato
come il dibattito abbia fatto emergere la positività dei
contenuti e del ruolo del presidente alla guida della Regione e
della maggioranza. La richiesta di fiducia però non era
necessaria per confermare questo ruolo. Concorde sulla necessità
di una riflessione sugli enti gestiti dalla Regione (TurismoFVG,
Ersa, società d'area che a volte diventano strumento di contrasto
politico e sociale) ha anche invitato a dare nuova linfa a
economia e libera concorrenza. Tavoli aperti, infine, sulla
riduzione dei consiglieri solo se dettata da condizioni diverse
da un criterio punitivo.
Ha annunciato voto di astensione Alessia Rosolen (Misto)
definendo la comunicazione del presidente Tondo una grande
dichiarazione programmatica senza una linea di marcia, senza
termini di tempo, senza garanzie. Molti gli impegni presi,
contenuti condivisibili, ma assenza di risposte strutturali e ciò
che manca è una nuova architettura politica prima che
istituzionale. La politica dovrebbe anticipare, ma la sensazione
è che la relazione dicesse degli anni persi in quest'Aula, e
penso - ha sottolineato Rosolen - per esempio all'ultima
variazione di bilancio. Alle volte che si è parlato di costi
senza agire: la politica smetta di parlare e cominci a
realizzare.
È intervenuto sullo sviluppo Franco Iacop (PD) rimarcando, in
merito alla riduzione del debito, come le scelte fatte tre anni
fa abbiano privato le imprese di sostegni diretti quando già si
preannunciavano i tempi bui della crisi. Meno debito, meno tasse
sono affermazioni propagandistiche e comportano il rischio di
fallimento della selezione dei progetti. Poi sarà da vedere nella
semplificazione se riusciremo a recuperare efficienza.
Secondo Enzo Marsilio (PD), Tondo è stato abile a mettere la sua
maggioranza nella condizione di doverlo seguire e a rilanciare
temi e problemi portandoli fuori dall'operato degli assessori.
Se però voleva veramente rilanciare sulle riforme, doveva fare
prima una riflessione con il Consiglio sulle possibilità che la
Regione ha nel contesto, legando agli obiettivi gli strumenti
ottimali, come per esempio quale sia l'obiettivo generale e la
strategia per quanto riguarda il turismo del territorio. Quanto a
tagli e razionalizzazione, come segnale di sobrietà e serietà
sull'aspetto non solo della riduzione dei costi, ha lanciato
l'idea che per per ex consiglieri, ex parlamentari, ex funzionari
in pensione non siano previste alte nomine.
(segue)