CR: ddl Unioni Comuni montani, relatore maggioranza Picco (2)
(ACON) Trieste, 29 set - MPB - L'Aula ha quindi affrontato il
disegno di legge di razionalizzazione e semplificazione
dell'ordinamento locale in territorio montano e di istituzione
delle Unioni dei Comuni montani, quale forma sostitutiva delle
quattro Comunità montane a seguito del loro commissariamento
avvenuto con la legge 12 del 2009.
Primo a intervenire è stato il consigliere Enore Picco (LN),
relatore di maggioranza, che ha evidenziato come il testo si
inserisca nel processo nazionale di profonda revisione degli
assetti istituzionali.
La riforma che stiamo proponendo è il primo passo per una
consapevole e ragionata valorizzazione dei Comuni montani - ha
detto Picco ricordando che la Lega Nord da sempre ha fortemente
voluto la soppressione delle Comunità montane con l'obiettivo
primario di potenziare i piccoli Comuni. Per riconoscere il
valore della nostra montagna è necessario individuare il giusto
ruolo dei piccoli Comuni montani, che possono tutelare e
promuovere le peculiarità montane, pena il rischio che i grandi
comuni fagocitino i piccoli senza poter ottimizzare i servizi per
i cittadini.
Questa riforma prevede la soppressione delle Comunità montane e
attua risparmi effettivi eliminando gli sprechi. Tutela inoltre i
piccoli Comuni montani che possono aggregarsi in entità più vaste
ma omogenee. Viene infatti prevista, oltre all'istituzione delle
Unioni dei Comuni montani, la creazione di un Piano dei Comuni di
vallata, su proposta dell'assessore competente, che consentirà ai
Comuni parzialmente o interamente montani con popolazione fino a
3.000 abitanti di fondersi in un'entità diversa, il Comune di
vallata. Questa forma istituzionale permetterà di realizzare un
equilibrato sviluppo economico, sociale e culturale dei Comuni
che aderiranno.
Un doppio binario quindi, ed entrambe le forme previste mirano a
semplificare l'ordinamento locale montano, ridurre i costi,
valorizzare il territorio, favorire l'esercizio comune e
razionalizzato di funzioni, ha ribadito Picco.
Per quanto riguarda le Unioni dei Comuni montani, il passaggio
del testimone avverrà secondo un cronoprogramma contenuto nel
Piano di subentro, organizzazione e gestione dei servizi
predisposto dagli Amministratori temporanei, nominati con decreto
del presidente della Regione. Queste figure si sostituiranno agli
attuali commissari straordinari e avranno il compito di adottare
tutti gli atti necessari per garantire la continuità di azione
delle Comunità montane, nonché gli atti che permetteranno il
passaggio delle funzioni alle Unioni. Entro 24 mesi dall'entrata
in vigore della legge le Unioni dovranno essere costituite ed
esercitare le funzioni proprie e obbligatorie.
All'interno delle Unioni, ogni Comune attraverso il proprio
sindaco parteciperà alle decisioni in merito ai servizi
esercitati in forma associata, mentre la gestione dei servizi
sarà affidata a un direttore assunto con contratto fiduciario. Il
personale attualmente operante presso le Comunità montane verrà
trasferito alle nuove Unioni con la conservazione del trattamento
economico che aveva alla data di costituzione dell'Unione.
Nuove norme di incompatibilità per il personale titolare di
cariche elettive sono state previste per evitare distorsioni e
posizioni di vantaggio a favore degli eletti. È stata infine
istituita la Conferenza permanente della montagna, con il compito
di esprimersi sulle politiche di sviluppo dei territori montani e
avrà la possibilità di attivare la definizione di progetti o la
conclusione di accordi di programma tra gli enti rappresentati.
(segue)