CR: ddl Unioni Comuni montani, relatore minoranza Iacop (5)
(ACON) Trieste, 29 set - COM/AB - A due anni dal
commissariamento delle Comunità montane, operato in modo forzato
solo per motivi politici e senza una definita previsione di
riforma reale, dopo un percorso tortuoso che ha disatteso
l'accordo con i Comuni preso alcuni mesi fa, la maggioranza non
riesce ancora a portare a termine la riforma tanto sbandierata.
Lo ha affermato il consigliere regionale del PD Franco Iacop,
relatore di minoranza, che ha aggiunto.
La lunga fase commissariale delle quattro Comunità montane ha non
solo portato evidenti e più volte denunciati problemi nella
gestione delle risorse economiche assegnate dalla Regione e di
quelle provenienti dai Fondi europei, ma soprattutto ha
vanificato tutti gli sforzi fatti e i risultati ottenuti negli
anni precedenti rallentando la macchina burocratica, privata dei
necessari indirizzi strategici e non più capace di coordinare e
attuare gli interventi di sviluppo delle aree montane.
La promessa tradita di una rapida gestione commissariale ha
lasciato le comunità locali in uno stato di limbo insopportabile.
Dopo il passaggio in V Commissione - ha sostenuto Iacop - il
disegno di legge è addirittura peggiorato. Per esempio
l'introduzione dei Comuni di Vallata comporta un incredibile
doppione istituzionale con l'Unione montana sia nelle funzioni
che nelle competenze. Le previsioni contraddittorie contenute nel
provvedimento determineranno sicuramente conseguenze negative per
cittadini e imprese perché incarteranno la macchina burocratica
rendendola incapace di dare risposte alle istanze della comunità.
Siamo di fronte all'ennesimo annuncio di riforma con grave
ritardo e in totale mancanza di una strategia politica per il
governo dei territori montani. Manca infatti un disegno organico
generale di rilancio del tema montagna. Inoltre, la figura del
Commissario non viene superata, ma muta solamente nome e diventa
Amministratore temporaneo, sempre scelto dalla Giunta regionale
per la fase di chiusura delle Comunità montane e l'avvio delle
Unioni, privando ulteriormente il territorio montano del governo
democratico e rappresentativo, bloccando l'utilizzo di fondi
regionali e comunitari e l'avvio di politiche di sviluppo.
Infine, lo svuotamento di funzioni e competenze che nei fatti
subiranno i Comuni a favore dell'Unione montana dovrebbe far
riflettere sul fatto che, di conseguenza, il futuro presidente
dell'Unione, non eletto direttamente dai cittadini come invece i
sindaci dei Comuni costituenti l'Unione dei Comuni montani, avrà
in capo tutte le competenze e responsabilità spogliando quindi i
sindaci eletti, ponendo un serio problema di rapporto tra la
rappresentanza conferita e il suo reale esercizio. Tra l'altro,
l'introduzione della figura del direttore, che saranno nove alla
fine, produrrà maggiori costi rispetto al sistema esistente,
creando nel contempo confusione nella gestione dell'apparato
burocratico.
Avremmo preferito - ha concluso Iacop - una ridefinizione delle
competenze e dell'esercizio di funzioni contestualmente a una
rivisitazione complessiva del sistema di rappresentanza politica
dei territori montani, tenendo conto delle riforme a livello
nazionale che coinvolgono l'ente Provincia.
(segue)
AB