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CR: ddl Unioni Comuni montani, relatore minoranza Iacop (5)

29.09.2011
13:46
(ACON) Trieste, 29 set - COM/AB - A due anni dal commissariamento delle Comunità montane, operato in modo forzato solo per motivi politici e senza una definita previsione di riforma reale, dopo un percorso tortuoso che ha disatteso l'accordo con i Comuni preso alcuni mesi fa, la maggioranza non riesce ancora a portare a termine la riforma tanto sbandierata.

Lo ha affermato il consigliere regionale del PD Franco Iacop, relatore di minoranza, che ha aggiunto.

La lunga fase commissariale delle quattro Comunità montane ha non solo portato evidenti e più volte denunciati problemi nella gestione delle risorse economiche assegnate dalla Regione e di quelle provenienti dai Fondi europei, ma soprattutto ha vanificato tutti gli sforzi fatti e i risultati ottenuti negli anni precedenti rallentando la macchina burocratica, privata dei necessari indirizzi strategici e non più capace di coordinare e attuare gli interventi di sviluppo delle aree montane.

La promessa tradita di una rapida gestione commissariale ha lasciato le comunità locali in uno stato di limbo insopportabile.

Dopo il passaggio in V Commissione - ha sostenuto Iacop - il disegno di legge è addirittura peggiorato. Per esempio l'introduzione dei Comuni di Vallata comporta un incredibile doppione istituzionale con l'Unione montana sia nelle funzioni che nelle competenze. Le previsioni contraddittorie contenute nel provvedimento determineranno sicuramente conseguenze negative per cittadini e imprese perché incarteranno la macchina burocratica rendendola incapace di dare risposte alle istanze della comunità.

Siamo di fronte all'ennesimo annuncio di riforma con grave ritardo e in totale mancanza di una strategia politica per il governo dei territori montani. Manca infatti un disegno organico generale di rilancio del tema montagna. Inoltre, la figura del Commissario non viene superata, ma muta solamente nome e diventa Amministratore temporaneo, sempre scelto dalla Giunta regionale per la fase di chiusura delle Comunità montane e l'avvio delle Unioni, privando ulteriormente il territorio montano del governo democratico e rappresentativo, bloccando l'utilizzo di fondi regionali e comunitari e l'avvio di politiche di sviluppo.

Infine, lo svuotamento di funzioni e competenze che nei fatti subiranno i Comuni a favore dell'Unione montana dovrebbe far riflettere sul fatto che, di conseguenza, il futuro presidente dell'Unione, non eletto direttamente dai cittadini come invece i sindaci dei Comuni costituenti l'Unione dei Comuni montani, avrà in capo tutte le competenze e responsabilità spogliando quindi i sindaci eletti, ponendo un serio problema di rapporto tra la rappresentanza conferita e il suo reale esercizio. Tra l'altro, l'introduzione della figura del direttore, che saranno nove alla fine, produrrà maggiori costi rispetto al sistema esistente, creando nel contempo confusione nella gestione dell'apparato burocratico.

Avremmo preferito - ha concluso Iacop - una ridefinizione delle competenze e dell'esercizio di funzioni contestualmente a una rivisitazione complessiva del sistema di rappresentanza politica dei territori montani, tenendo conto delle riforme a livello nazionale che coinvolgono l'ente Provincia.

(segue) AB