News


CR: ddl Unioni Comuni montani, relatore maggioranza Salvador (4)

29.09.2011
13:45
(ACON) Trieste, 29 set - MPB - Obiettivo principale del disegno di legge è sopperire all'inadeguatezza organizzativa dei piccoli Comuni attraverso l'istituzione delle Unioni montane, secondo il modello istituzionale di governare non su, bensì con le comunità e il territorio, nella prospettiva di una Regione leggera che attui il principio di sussidiarietà, obiettivo da raggiungere mediante un insieme di determinazioni legislative e amministrative, in gran parte ancora da porre in essere.

Ha inquadrato così, il relatore di maggioranza Maurizio Salvador (UDC), ricostruendo anche i vari passaggi che hanno preceduto la predisposizione del ddl in discussione. La questione dei piccoli Comuni - sia di montagna che di pianura - costituisce da sempre uno dei problemi più rilevanti dell'amministrazione pubblica, ma affrontare la questione solo nell'ottica del contenimento della spesa sarebbe fuorviante - ha avvertito Salvador ribadendo che il ddl rappresenta un primo passo nella riforma dell'intero impianto delle Autonomie locali della regione, discusso tra l'altro in un momento particolare segnato dalla manovra finanziara nazionale e dall'annuncio di misure in materia di autonomie locali.

Da qui l'esigenza - per Salvador - di affrontare la questione in modo complessivo e non solamente per la parte riguardante la montagna. L'associazionismo, e non la soppressione dei Comuni, rappresenta lo strumento essenziale per difendere il ruolo storico dei piccoli Comuni. Non si tratta soltanto di ricercare la dimensione ottimale per l'esercizio di funzioni specifiche, perché una dimensione può essere variabile secondo le funzioni di volta in volta prese in esame, ma della possibilità dei Comuni di continuare a svolgere il loro ruolo storico di presidio primo e ultimo sul territorio, a difesa e rappresentanza delle rispettive comunità.

Per questo è importante fissare un solido parametro che riconosca ai Comuni le funzioni fondamentali che devono continuare a svolgere e destinare altrove altre funzioni amministrative e di servizio che non possono essere svolte in una piccola dimensione comunale. Questa, in altre parole è la condizione affinché i Comuni possano continuare a svolgere, anche della realtà che sta cambiando, la propria funzione tradizionale e storica. Nella misura in cui sapranno associarsi adeguatamente, i Comuni potranno avere la capacità di ottenere altre funzioni dallo Stato e dalla Regione.

Per Salvador, poi, appare improbabile che gli adattamenti chiesti per i Comuni di montagna non debbano avvenire anche nei Comuni di pianura. Anzi, in tempi brevi la questione andrà affrontata anche per il resto della regione.

Quanto ai contenuti del disegno di legge, fra i punti toccati dal relatore c'è l'esigenza di immaginare un Ente intermedio che, oltre alla gestione associata dei servizi, sia il riferimento per le politiche di sviluppo territoriale; di riflettere se rispetto alla gestione associata obbligatoria non sia preferibile introdurre il concetto della gestione coordinata dei servizi pubblici locali, mentre nella definizione delle funzioni va peraltro rafforzato il principio della unicità delle competenze.

Infine, il nuovo quadro normativo non può non affrontare l'essenziale tema della finanza e dei trasferimenti, prevedendo per il sistema montano delle forme di garanzia per l'entità dei trasferimenti stessi e tali da valorizzare la responsabilità degli Enti locali, puntando a un superamento dei finanziamenti di scopo e al raggiungimento di un quadro di autodeterminazione complessiva della spesa.

(segue)