Pdl: Colautti, Comitato acqua bene comune istiga allo spreco
(ACON) Trieste, 2 ott - COM/MPB - "Istiga allo spreco,
determinando un atteggiamento consumistico nei confronti
dell'acqua".
E' il giudizio espresso dal presidente della IV Commissione
consiliare regionale, Alessandro Colautti (Pdl), in merito alla
richiesta del Comitato "Sì per l'acqua bene comune" di garantire
50 litri al giorno a persona di acqua gratuita.
"Si tratta - commenta - di una proposta che dimostra, in realtà,
quanto il Comitato non ci tenga affatto a tutelare quel bene
comune di cui tanto parla: se davvero lo volesse salvaguardare,
allora non inciterebbe a comportamenti consumistici di impronta
chiaramente sprecona".
Colautti bolla come 'anti-etica' la richiesta avanzata dal
Comitato, "una ragione in più per rilevare l'orientamento
ideologico-populista", aggiunge il consigliere. Se il Comitato
avesse a cuore le sorti dell'acqua, allora inviterebbe al
risparmio e ad atteggiamenti improntati alla prudenza, tanto più
che in Friuli non abbiamo il problema di assenza di acqua, non
siamo in Africa, non siamo in un'area depressa". La statistica
conferma, ad esempio, che "laddove le tariffe dell'acqua sono
medio-alte, i cittadini attivano comportamenti di uso e consumo
razionale dell'acqua, evitando automaticamente sprechi, forse il
Comitato non segue le rilevazioni statistiche".
"Asserire poi - aggiunge il presidente della IV Commissione - che
il disegno di legge approvato dalla Giunta non terrebbe conto
dell'esito del referendum è un'altra, gravissima, forzatura,
visto che il testo non parla affatto di privatizzazione - anche
perchè l'acqua, in sé, è e resta pubblica - bensì di
regolamentazione, governo del 'servizio' in modo da poter
garantire i necessari investimenti e la sicurezza stessa
dell'acqua", anche perchè "è del tutto antistorico ipotizzare che
il servizio, ovvero il portare l'acqua a tutti (tubature,
acquedotti, ecc.) che implica dei costi, possa essere fornito
gratuitamente, ed è antistorico supporre che
l'industrializzazione sia una spesa che, in tempi di pesante
crisi come questi, ricada su tutti, distraendo risorse dal
sociale e dal sostegno all'occupazione".