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Pdl: Camber, il ritorno del MinCulPop

04.10.2011
16:15
(ACON) Trieste, 04 ott - COM/RC - "Pensavo che il MinCulPop (ministero del Regno d'Italia col compito di controllo e organizzazione della propaganda del fascismo) non esistesse più, invece talvolta sembra riapparire". È quanto ha dichiarato il consigliere regionale del Pdl Piero Camber dopo aver sentito la risposta a una sua interrogazione, in Aula, dell'assessore Roberto Molinaro circa il non proseguimento di un corso facoltativo di pianoforte presso l'istituto Carducci di Trieste, rivolto anche a studenti disabili e con difficoltà di apprendimento.

Camber, che è presidente della VI Commissione consiliare Cultura e Istruzione, era stato sollecitato a far intervenire la Giunta da alcuni genitori di questi ragazzi affinché l'Ufficio scolastico regionale (USR) lasciasse la cattedra di strumento facoltativo almeno per un'ora alla settimana all'indirizzo socio-psico-pedagogico del Carducci, oltretutto come richiesto dalla scuola stessa, trovatasi con appena mezz'ora di lezione alla settimana come proposto dall'Ufficio scolastico provinciale (USP).

La lettera in risposta al quesito dell'assessore regionale per mio conto - fa sapere Camber - firmata dal direttore generale dell'USR, si presenta subito senza equivoci: "Premesso che l'interrogazione a risposta immediata presentata dal sig. Camber esorbita il limite delle competenze regionali…". Poi continua giustificando le scelte dell'USP che avrebbe operato correttamente, privilegiando le materie di insegnamento curriculari rispetto alle discipline facoltative.

A questo punto - riflette sempre il consigliere di maggioranza - il terzo capoverso: "Questo Ufficio stigmatizza la ingiustificata ingerenza del sig. Camber nell'ambito di attività e procedimenti che esulano da qualsiasi tipo di competenza di tipo regionale. Pertanto anche l'intervento dell'assessore regionale all'Istruzione non si vede a quale intento sia stato invocato".

La frase, per Camber, si commenta da sé. Tuttavia l'esponente del Pdl ci tiene a sottolineare che quando si è a capo di un'istituzione pubblica, si è sottoposti ai solleciti, sicuramente non offensivi, di qualsiasi cittadino, a maggior ragione dell'assessore regionale preposto, tra le altre cose, all'istruzione. In secondo luogo, se si pensa di sottrarsi alla normale facoltà di sindacato ispettivo di un rappresentante della gente, eletto in un ente pubblico come la Regione, allora non si è compresa la misura del proprio ruolo.