PD: Menis, no a chiusura stazione forestale di Resia
(ACON) Trieste, 9 ott - COM/AB - Inizia a prendere forma
l'opera di riduzione degli enti pubblici preannunciata qualche
giorno fa in Consiglio dal presidente Tondo e, come temuto, a
pagare le conseguenze più pesanti sono i territori già in
difficoltà. È il caso di Resia, che rischia di veder scomparire
la sua stazione forestale.
A lanciare l'allarme è il consigliere regionale del PD Paolo
Menis, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta per
conoscere se le voci circolate in questi giorni corrispondano al
vero e per chiedere quali prospettive si profilino per il Corpo
forestale regionale
Il caso di Resia è emblematico - ricorda Menis - in un'area che,
storicamente, ha sempre visto la presenza di diversi corpi
deputati al controllo del territorio (dalle due stazioni dei
Carabinieri alle due della Guardia di Finanza fino alla stazione
della Guardia Forestale), ma oggi potrebbe essere cancellato
anche l'ultimo presidio a tutela dell'ambiente.
Il punto di riferimento che ha consentito al Comune, alla squadra
antincendio boschivo e al Parco di mantenere stretti rapporti di
cooperazione e controllo del territorio, con riferimento sia alla
prevenzione degli incendi boschivi che alla tutela del patrimonio
faunistico e alla valorizzazione della flora peculiare che
caratterizza la zona - evidenzia Menis - è candidato a essere
cancellato in nome di non ben precisate esigenze di carattere
economico, dimenticando che le ben note specificità linguistiche,
culturali e naturalistiche che contraddistinguono la Val Resia
hanno trovato espresso riconoscimento in legge: basti pensare
alla legge regionale 42/1996 istitutiva del Parco naturale
regionale delle Prealpi Giulie, che si estende per una buona
parte sul territorio comunale o al riconoscimento d'interesse
regionale del locale Ecomuseo.
In quest'area, invece che una riduzione sarebbe auspicabile un
incremento degli interventi regionali di tutela, in coerenza con
quanto fatto finora e con quanto previsto dalla legge. Non va
dimenticato - prosegue il democratico - che si tratta anche di
un'area di confine, con tutte le problematiche che ciò può
comportare, in relazione ai traffici illeciti di cose e persone.
Davvero non si comprende quindi dove sia la ratio di questa
soppressione, a meno che essa, e ciò sarebbe ancora più grave,
non sia parte di un più grande disegno finalizzato a
ridimensionare nel suo complesso il ruolo e le competenze del
Corpo forestale regionale. Un fronte su cui dovremo fare molta
attenzione - conclude Menis - e pretendere chiarezza dalla Giunta
è necessario anche per dare risposte a quelle amministrazioni
locali, ad esempio quella tolmezzina, che hanno già espresso la
loro preoccupazione votando atti comunali in difesa dei forestali.