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PD: Menis, no a chiusura stazione forestale di Resia

09.10.2011
11:21
(ACON) Trieste, 9 ott - COM/AB - Inizia a prendere forma l'opera di riduzione degli enti pubblici preannunciata qualche giorno fa in Consiglio dal presidente Tondo e, come temuto, a pagare le conseguenze più pesanti sono i territori già in difficoltà. È il caso di Resia, che rischia di veder scomparire la sua stazione forestale. A lanciare l'allarme è il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta per conoscere se le voci circolate in questi giorni corrispondano al vero e per chiedere quali prospettive si profilino per il Corpo forestale regionale Il caso di Resia è emblematico - ricorda Menis - in un'area che, storicamente, ha sempre visto la presenza di diversi corpi deputati al controllo del territorio (dalle due stazioni dei Carabinieri alle due della Guardia di Finanza fino alla stazione della Guardia Forestale), ma oggi potrebbe essere cancellato anche l'ultimo presidio a tutela dell'ambiente. Il punto di riferimento che ha consentito al Comune, alla squadra antincendio boschivo e al Parco di mantenere stretti rapporti di cooperazione e controllo del territorio, con riferimento sia alla prevenzione degli incendi boschivi che alla tutela del patrimonio faunistico e alla valorizzazione della flora peculiare che caratterizza la zona - evidenzia Menis - è candidato a essere cancellato in nome di non ben precisate esigenze di carattere economico, dimenticando che le ben note specificità linguistiche, culturali e naturalistiche che contraddistinguono la Val Resia hanno trovato espresso riconoscimento in legge: basti pensare alla legge regionale 42/1996 istitutiva del Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie, che si estende per una buona parte sul territorio comunale o al riconoscimento d'interesse regionale del locale Ecomuseo.

In quest'area, invece che una riduzione sarebbe auspicabile un incremento degli interventi regionali di tutela, in coerenza con quanto fatto finora e con quanto previsto dalla legge. Non va dimenticato - prosegue il democratico - che si tratta anche di un'area di confine, con tutte le problematiche che ciò può comportare, in relazione ai traffici illeciti di cose e persone. Davvero non si comprende quindi dove sia la ratio di questa soppressione, a meno che essa, e ciò sarebbe ancora più grave, non sia parte di un più grande disegno finalizzato a ridimensionare nel suo complesso il ruolo e le competenze del Corpo forestale regionale. Un fronte su cui dovremo fare molta attenzione - conclude Menis - e pretendere chiarezza dalla Giunta è necessario anche per dare risposte a quelle amministrazioni locali, ad esempio quella tolmezzina, che hanno già espresso la loro preoccupazione votando atti comunali in difesa dei forestali.