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Idv: Corazza, non si contratta con la Costituzione

11.10.2011
14:26
(ACON) Trieste, 11 ott - COM/RC - Duro intervento del presidente del Gruppo consiliare regionale di Italia dei Valori, Alessandro Corazza, che ha preso la parola in IV Commissione consiliare sul parere riguardante due progetti di legge in materia di accesso ai servizi sociali dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato che la norma in vigore, approvata nel 2009, è illegittima perché crea discriminazioni.

La maggioranza - scrive Corazza - continua a essere schiava dei ricatti della Lega Nord, fino al punto di prendere decisioni che ledono i diritti civili e che pesano economicamente sulla comunità. Italia dei Valori aveva attaccato già nei mesi precedenti la Lega, chiedendo in maniera provocatoria che fosse proprio lei a farsi carico economicamente dei danni prodotti da una norma consapevolmente incostituzionale, creata all'unico scopo di alimentare una campagna elettorale permanente.

È impensabile - così ancora il consigliere - che un partito di governo non si prostri alla legalità, mettendo invece la propria volontà sopra i principi democratici entro i quali l'azione politica andrebbe condotta. Non si può continuare ad accettare delle violenze come quelle che si stanno perpetuando all'interno della maggioranza. I diritti non sono derogabili, non si contratta sui principi sanciti dalla Costituzione. In uno Stato di diritto le sentenze si accettano e si attuano, non c'è spazio per altri ragionamenti politici.

Infine, Corazza, rivolgendosi al capogruppo del Pdl, Daniele Galasso, fa sapere che non ci si può nascondere dietro la crisi per dire che la coperta è corta e vanno quindi ristretti i diritti. E' una questione di scelte e priorità politiche. Questa maggioranza, invece che cavalcare elettoralmente quelle situazioni, mantenendo sprechi e privilegi (i vitalizi costano 7,7 milioni di euro all'anno) in capo a sé, stanzi fondi per tutte le situazioni di marginalità sociale.

Se i politici che governano la Regione non sono in grado di farlo e arrivano a mettere in discussione i diritti più essenziali, forse è il caso che ammettano di essere incompetenti e rimettano il loro mandato agli elettori.