III Comm: audizioni sindacati gestione sanità
(ACON) Trieste, 11 ott - RC - Richiesta di audizione alla III
Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC),
da parte di alcune sigle sindacali che hanno chiesto di esporre
le proprie preoccupazioni e opinioni quanto alla situazione
gestionale della sanità e dell'assistenza regionale.
Distinguo a parte, su tre punti gli interloquiti hanno
concordato: il Sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, pur
migliorabile come ogni altra cosa, è tra i più qualificati a
livello internazionale e risponde ai fabbisogni della
popolazione; sarebbe assolutamente apprezzabile se per il 2012 si
garantissero le stesse risorse del 2011 al settore sanitario
perché la crisi non lo risparmierà; gli incontri con la Direzione
regionale della Salute e l'assessore referente dovrebbero essere
più sistematici: non avvengono in maniera continuativa mentre si
sente l'esigenza di discutere le linee guida del settore con la
Regione e il suo presidente.
Su questo punto l'assessore Kosic, nel suo breve prendere parte
ai lavori della Commissione, ha preannunciato un tavolo tecnico
che sarà avviato la prossima settimana, ovvero si sono attese le
dichiarazioni programmatiche del presidente Tondo prima di
convocarlo.
Da parte della CISL, la certezza che l'incremento a cui ci
eravamo abituati sarà improponibile in futuro; bisogna agire con
un Piano di razionalizzazione della spesa da destinare al
potenziamento delle attività socio-assistenziali sul territorio.
Per CAPLA (che ha rappresentato pensionati, agricoltori,
commercianti e artigiani) il Piano di zona non è positivo, i
presidenti degli ambiti segnalano un ritardo nell'avere le linee
guida, si sono persi due anni di programmazione del territorio,
c'è ritardo nella classificazione delle case di riposo e la
Regione dovrebbe intervenire di più sulle rette, ci vuole più
collaborazione da parte dei medici di base.
La Federazione sindacati indipendenti (FSI/USAE) ha affermato di
non avere pregiudiziali sull'Azienda sanitaria unica, ma non è
stata data nessuna informazione riguardo agli ambiti territoriali
in cui sarà suddivisa tale Azienda ai fini del rapporto con i
sindaci in tema di assistenza sociale e significa decretare il
fallimento delle aree vaste. Se significa risparmio, è vero che
si passerà da 18 figure dirigenziali a 3, ma poi quanti saranno i
dirigenti degli ambiti e quanti saranno gli ambiti stessi? Il
personale complessivamente addetto alla sanità dovrebbe essere
implementato; quello che dovrà essere impiegato negli ambulatori
dedicati ai "codici bianchi" all'interno dei pronto soccorsi
dovrà avere il medesimo contesto contrattuale.
UGL ha lamentato la poca chiarezza sulle linee guida della
riforma, della riduzione dei costi e del risanamento; ha quindi
criticato la creazione di un'unica ASS pensando che possa portare
il miglioramento dei servizi all'utenza, mentre sono tanti i
dubbi, dalla dotazione del personale al risparmio in termini di
strutture.
La Confederazione dei sindacati autonomi (CONFSAL), all'opposto,
si è detta favorevole per l'Ass unica e dunque per la
semplificazione dei vertici della sanità; il numero degli
ospedali va ridotto, gli ospedali di rete vanno ridotti e
trasformati gli altri; manca la collaborazione dei medici di base
che dovrebbero essere coinvolti anche per i codici bianchi dei
pronto soccorsi.
Ad approfittare della presenza dei rappresentanti sindacali per
fare chiarezza sugli effettivi bisogni della popolazione, i
consigliere del PD Franco Codega e Annamaria Menosso, che hanno
chiesto se è reale affermare che c'è carenza di personale (anche
visto che l'assessore Kosic dice che dal 2003 è aumentato); se ci
sono sperequazioni territoriali, ovvero se in alcune zone si
garantisce più offerta oppure no; se è il caso di spendere 400
milioni di euro per fare ospedali nuovi a Pordenone e Trieste
quando c'è un problema di scarsità di risorse e forse si può
pensare solo a mettere in sicurezza l'esistente; se abbiamo uno
dei migliori SSR perché riformarlo; se il Fondo per l'autonomia
possibile dà risposte che il vecchio sistema non dava; se i
distretti sono troppi o semplicemente non sono organizzati bene e
dovrebbero essere più autonomi; che cosa si deve fare per le
rette delle case di riposo.
Ma anche il consigliere della Lega Nord Ugo De Mattia ha colto
l'occasione per chiedere quello che, a suo dire, è il grande
quesito di questi giorni: l'azienda unica darà certezze ai
cittadini?, porterà risparmi o no?
Le scelte politiche non attengono ai sindacati - è stata la
risposta. Noi aspettiamo, e ribadiamo: senza pregiudizi, di
sapere dalla Regione quali saranno le linee di intervento.
Bisogna riformare il SSR per poterne mantenere alto il livello
qualitativo. La gestione del Fondo per l'autonomia possibile
dovrebbe essere più trasparente perché non è uguale in tutto il
territorio. Quanto alla carenza di personale, il problema esiste
perché il lavoro non è equamente distribuito nei diversi reparti
ma anche tra ospedale e ospedale.
(immagini tv)