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Pdl: Colautti, non al razzismo alimentare

13.10.2011
13:01
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/AB - "Il razzismo alimentare propagandato in questi giorni si colloca fuori dalla storia, non soltanto perchè viviamo in un mondo globale, ma soprattutto perchè la crescita e l'arricchimento passano attraverso il necessario e ineludibile incontro/confronto con altre culture e altre realtà storico-geografiche la cui espressione è veicolata anche attraverso il cibo".

Il consigliere regionale del Pdl Alessandro Colautti è categorico e lancia un preciso messaggio a chi vorrebbe mettere la briglia agli alimenti etnico-stranieri in Friuli Venezia Giulia per soffiare sul fuoco di un nuovo atteggiamento discriminatorio basato sulla scelta dei cibi ammessi e non ammessi. "Questo non è accettabile", taglia corto.

Al primo posto, certamente, "dobbiamo porre la difesa e la valorizzazione delle nostre tipicità regionali, ma questo non entra in contrapposizione con la coesistenza di locali etnici e di proposte alimentari provenienti da altre culture", spiega Colautti. In un'era in cui Internet rappresenta la possibilità stessa di far conoscere, ad esempio, nostre specialità e prodotti di nicchia grazie all'utilizzo della Rete, abbattendo così i costi della filiera commerciale tradizionale non sostenibili da microrealtà seppur d'eccellenza, "è anacronistico supporre di voler eliminare ciò che rappresenta un surplus di conoscenze alimentari non nostrane, dal momento che anche noi vogliamo che il nostro frico si mangi a Londra".

Semmai, "il vero problema da porre all'attenzione della politica, anziché sterili e puerili polemiche antelucane - spiega il consigliere regionale del Pdl - è inerente alla sicurezza alimentare, una questione che riguarda tutti i cibi, anche i nostri, ma si presenta con maggiore problematicità per gli alimenti etnici forse perchè, non essendo a km 0 o comunque a filiera corta, sono più esposti ai rischi di una filiera lunga e di modalità di conservazione e trasporto dai Paesi originari che non sempre garantiscono l'integrità e la buona tenuta dell'alimento".

Colautti intende dunque richiamare l'interesse della politica regionale sul nodo della sicurezza dell'alimento, assieme alla garanzia della provenienza del cibo: "Penso ai pomodori cinesi e ai tripli e quadrupli concentrati di sugo che poi arrivano da noi e vengono spacciati come made in Italy: queste pratiche vanno combattute. Il consumatore deve sapere da dove arriva un prodotto ed essere tutelato nel suo consumo nella misura in cui sono state rispettate le regole di produzione e conservazione, anche per gli alimenti a filiera lunga originari di Paesi stranieri".