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II Comm: impegno nuova legge a difesa viticoltori del Carso

13.10.2011
16:24
(ACON) Trieste, 13 ott - RC - Dopo due anni, l'ascia di guerra tra i produttori di vino Prosecco del Carso triestino e il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, sembra proprio sotterrata o quanto meno lo è sicuramente con la Regione Friuli Venezia Giulia. E la riunione che l'Ufficio di presidenza della II Commissione consiliare ha avuto oggi, presso l'azienda agricola di Benjamin Zidarich a Duino Aurisina (TS), con le parti interessate ne è la prova con la promessa che il Consiglio regionale lavorerà per una nuova legge.

Era, infatti, ottobre del 2009 quando i rappresentanti dei viticoltori delle colline carsiche minacciavano di impugnare di fronte al TAR del Lazio il decreto ministeriale con cui si costituiva la "DOC Interprovinciale Prosecco" pensando in particolare alla Marca Trevigiana. Dal primo agosto 2009, infatti, la Doc Prosecco e le due sottozone Docg storiche (Conegliano Valdobbiadene-Prosecco e Colli Asolani-Prosecco) sarebbero state protette come Dop nel registro comunitario.

A quel punto, però, i viticoltori di Prosecco e dintorni (il paesino del Carso triestino da cui il nome del vino) non sono stati a guardare, ma hanno chiesto che fosse loro garantito l'uso esclusivo della dicitura Prosecco e di istituire nell'omonima frazione di Trieste la sede della Doc. Inoltre che siano ridotti i vincoli comunitari di Rete Natura 2000 dati dalle Zps (Zone di protezione speciale) e dai Sic (Siti di interesse comunitario) che bloccano il 75% del territorio agricolo del Carso, che siano realizzati investimenti per modernizzare l'agricoltura sul costone carsico e che norme e procedure siano in generale semplificate.

Si arriva, così, dopo non pochi scontri, alla firma, l'8 aprile 2010, di un Protocollo d'intesa tra ministero delle Politiche agricole, Regione Friuli Venezia Giulia, Kmecka zveza - Associazione agricoltori, Federazione Coldiretti FVG, Confagricoltura FVG, Confederazione italiana agricoltori, e Consorzio tutela vini Collio e Carso finalizzato al coordinamento degli interventi per la valorizzazione della nuova "DOC Interregionale Prosecco".

Una valorizzazione che passa attraverso la ristrutturazione della parte agricola del costone carsico triestino, la realizzazione di un progetto di sviluppo specifico del Carso, la semplificazione dei vincoli ambientali e urbanistici delle zone Sic e Zps e del vincolo idrogeologico per le altre zone, la creazione di un Centro per la promozione del Prosecco Doc nell'omonima località triestina, un progetto di promozione dei vini Vitoska, Malvasia, Terrano e Glera.

Tutte richieste che il presidente della II Commissione consiliare, Federico Razzini (LN), e i consiglieri Igor Gabrovec (PD-Ssk), Piero Tononi (Pdl), Enio Agnola (Idv) e Sergio Lupieri (PD) si sono sentiti riproporre proprio da parte delle associazioni firmatarie il Protocollo e sottolineate dal vicesindaco di Duino Aurisina, Massimo Romita.

Non è un incontro formale - hanno dichiarato i consiglieri trasversalmente - perché qui non si tratta di fare questioni di colore di partito, ma di salvaguardare opportunità di sviluppo, origini storiche e culturali di un territorio. Quanto detto oggi - ha aggiunto il presidente Razzini - sarà trasmesso ai capigruppo del Consiglio regionale, ma anche alla Giunta Tondo perché desideriamo mantenere alta l'attenzione sulle vostre problematiche.

Intendiamo trasformare la questione in una legge regionale - hanno aggiunto Tononi e Gabrovec - senza perderci in lungaggini che potrebbero avere l'effetto contrario, ovvero creare barriere invece che abbatterle; semmai poi nel tempo la miglioreremo. L'attenzione da parte della Regione è doverosa - ha aggiunto Agnola. Si tratta di un patrimonio da tutelare investendo sull'esistente - ha chiosato Lupieri.

Il Protocollo ha validità 72 mesi - hanno fatto presente i rappresentanti dei viticoltori - e sino ad ora abbiamo ottenuto solo un master plan, ossia un piano di azione, dall'assessore Claudio Violino che dovrebbe concludersi a fine mese quale studio della situazione del mondo agricolo triestino da analizzare per individuare le strategie di sviluppo, ma per il resto nulla di rilevante. Una legge potrebbe proteggere il Protocollo e impedire che la crisi economica che blocca ogni finanziamento lo renda lettera morta.

Qui ci sono aziende che hanno difficoltà a lavorare, eppure parliamo di un prodotto di eccellenza. Siamo in apnea quando vogliamo essere più attivi. In particolare, ciò che più strangola i vitivinicoltori, ma gli agricoltori in generale - è stato fatto presente - sono i vincoli amministrativi e burocratici già numerosi senza che fossero aumentati da Natura 2000. Anche ci fossero i fondi, se non si semplificano i vincoli non ci sarà nessun progetto realizzabile.

(foto, immagini tv)