II Comm: impegno nuova legge a difesa viticoltori del Carso
(ACON) Trieste, 13 ott - RC - Dopo due anni, l'ascia di guerra
tra i produttori di vino Prosecco del Carso triestino e il
ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, sembra proprio
sotterrata o quanto meno lo è sicuramente con la Regione Friuli
Venezia Giulia. E la riunione che l'Ufficio di presidenza della
II Commissione consiliare ha avuto oggi, presso l'azienda
agricola di Benjamin Zidarich a Duino Aurisina (TS), con le parti
interessate ne è la prova con la promessa che il Consiglio
regionale lavorerà per una nuova legge.
Era, infatti, ottobre del 2009 quando i rappresentanti dei
viticoltori delle colline carsiche minacciavano di impugnare di
fronte al TAR del Lazio il decreto ministeriale con cui si
costituiva la "DOC Interprovinciale Prosecco" pensando in
particolare alla Marca Trevigiana. Dal primo agosto 2009,
infatti, la Doc Prosecco e le due sottozone Docg storiche
(Conegliano Valdobbiadene-Prosecco e Colli Asolani-Prosecco)
sarebbero state protette come Dop nel registro comunitario.
A quel punto, però, i viticoltori di Prosecco e dintorni (il
paesino del Carso triestino da cui il nome del vino) non sono
stati a guardare, ma hanno chiesto che fosse loro garantito l'uso
esclusivo della dicitura Prosecco e di istituire nell'omonima
frazione di Trieste la sede della Doc. Inoltre che siano ridotti
i vincoli comunitari di Rete Natura 2000 dati dalle Zps (Zone di
protezione speciale) e dai Sic (Siti di interesse comunitario)
che bloccano il 75% del territorio agricolo del Carso, che siano
realizzati investimenti per modernizzare l'agricoltura sul
costone carsico e che norme e procedure siano in generale
semplificate.
Si arriva, così, dopo non pochi scontri, alla firma, l'8 aprile
2010, di un Protocollo d'intesa tra ministero delle Politiche
agricole, Regione Friuli Venezia Giulia, Kmecka zveza -
Associazione agricoltori, Federazione Coldiretti FVG,
Confagricoltura FVG, Confederazione italiana agricoltori, e
Consorzio tutela vini Collio e Carso finalizzato al coordinamento
degli interventi per la valorizzazione della nuova "DOC
Interregionale Prosecco".
Una valorizzazione che passa attraverso la ristrutturazione della
parte agricola del costone carsico triestino, la realizzazione di
un progetto di sviluppo specifico del Carso, la semplificazione
dei vincoli ambientali e urbanistici delle zone Sic e Zps e del
vincolo idrogeologico per le altre zone, la creazione di un
Centro per la promozione del Prosecco Doc nell'omonima località
triestina, un progetto di promozione dei vini Vitoska, Malvasia,
Terrano e Glera.
Tutte richieste che il presidente della II Commissione
consiliare, Federico Razzini (LN), e i consiglieri Igor Gabrovec
(PD-Ssk), Piero Tononi (Pdl), Enio Agnola (Idv) e Sergio Lupieri
(PD) si sono sentiti riproporre proprio da parte delle
associazioni firmatarie il Protocollo e sottolineate dal
vicesindaco di Duino Aurisina, Massimo Romita.
Non è un incontro formale - hanno dichiarato i consiglieri
trasversalmente - perché qui non si tratta di fare questioni di
colore di partito, ma di salvaguardare opportunità di sviluppo,
origini storiche e culturali di un territorio. Quanto detto oggi
- ha aggiunto il presidente Razzini - sarà trasmesso ai
capigruppo del Consiglio regionale, ma anche alla Giunta Tondo
perché desideriamo mantenere alta l'attenzione sulle vostre
problematiche.
Intendiamo trasformare la questione in una legge regionale -
hanno aggiunto Tononi e Gabrovec - senza perderci in lungaggini
che potrebbero avere l'effetto contrario, ovvero creare barriere
invece che abbatterle; semmai poi nel tempo la miglioreremo.
L'attenzione da parte della Regione è doverosa - ha aggiunto
Agnola. Si tratta di un patrimonio da tutelare investendo
sull'esistente - ha chiosato Lupieri.
Il Protocollo ha validità 72 mesi - hanno fatto presente i
rappresentanti dei viticoltori - e sino ad ora abbiamo ottenuto
solo un master plan, ossia un piano di azione, dall'assessore
Claudio Violino che dovrebbe concludersi a fine mese quale studio
della situazione del mondo agricolo triestino da analizzare per
individuare le strategie di sviluppo, ma per il resto nulla di
rilevante. Una legge potrebbe proteggere il Protocollo e impedire
che la crisi economica che blocca ogni finanziamento lo renda
lettera morta.
Qui ci sono aziende che hanno difficoltà a lavorare, eppure
parliamo di un prodotto di eccellenza. Siamo in apnea quando
vogliamo essere più attivi. In particolare, ciò che più strangola
i vitivinicoltori, ma gli agricoltori in generale - è stato fatto
presente - sono i vincoli amministrativi e burocratici già
numerosi senza che fossero aumentati da Natura 2000. Anche ci
fossero i fondi, se non si semplificano i vincoli non ci sarà
nessun progetto realizzabile.
(foto, immagini tv)