Pari opportunità: convegno donne lavoro, Zannier e Franz
(ACON) Udine, 14 ott - MPB - Conciliare lavoro e famiglia,
perché non siano in antitesi e, anzi, siano elementi
complementari di un rapporto virtuoso. Se ne è parlato a Udine,
all'auditorium della Regione, nel convegno internazionale
promosso dalla Commissione regionale Pari opportunità centrato
sulla realtà dei genitori che lavorano e sulla necessità di
conciliare e condividere.
Un appuntamento che ha messo a confronto legislazioni,
analizzando il caso italiano e le esperienze francese e tedesca e
la visione del diritto comunitario, che ha esaminato gli
strumenti a tutela della genitorialità dei lavoratori dipendenti
e dei professionisti, ragionando sui lavori flessibili -
opportunità o rischio per i genitori? - e cercando di delineare
anche le buone prassi che devono coinvolgere protagonisti,
professioni e istituzioni.
La necessità di investire sulle donne nel lavoro, nella famiglia
e nella definizione dei modelli di crescita della società è stata
il filo conduttore degli interventi introduttivi della presidente
della Commissione Pari opportunità Santa Zannier, del presidente
del Consiglio regionale Maurizio Franz, del rettore
dell'università di Udine Cristiana Compagno (con l'ateneo la
Commissione ha avviato una collaborazione) e dell'assessore
regionale al lavoro Angela Brandi, alla quale è stato affidato il
compito, con l'assessore Roberto Molinaro chiamato a intervenire
nella tavola rotonda del pomeriggio, di fare il punto sulle
iniziative della Regione.
I lavori sono iniziati con un minuto di silenzio dedicato alle 5
donne vittime della tragedia di Barletta, chiesto dalla Zannier
che poi ha sottolineato che le pari opportunità nel lavoro non
sono ancora state raggiunte e alla crescita della presenza
lavorativa delle donne del lavoro non si accompagna un adeguato
cambiamento nella distribuzione delle responsabilità e dei
compiti di cura all'interno delle famiglie, né una diffusione di
servizi pubblici di assistenza, né una trasformazione
organizzativa e culturale delle imprese. Non è ancora diffusa la
consapevolezza che la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
non riguarda solo le donne e le decisioni di maternità, ma la
qualità di vita di tutti e la competitività dell'intero sistema
produttivo: i bisogni di flessibilità delle imprese infatti
possono essere conciliari con la necessità di flessibilità delle
persone e nell'arco della vita, legate alle esigenze di cura, ma
anche di formazione e tempo libero.
La Zannier ha poi evidenziato anche i problemi delle lavoratrici
autonome e libere professioniste, che pagano per la maternità un
alto prezzo nella carriera, mentre permangono pregiudizi ostili,
non conclamati ma per questo più difficili da contrastare come
quello secondo cui una donna che diventa madre è una risorsa
persa, mentre un uomo che diventa padre è più affidabile: le
organizzazioni - ha insistito la Zannier - non sono progettate
per escludere le donne, ma semplicemente sono rimaste
immodificate, anche quando le donne hanno cominciato a essere
qualificate; una inefficienza organizzativa e uno spreco di
talenti inaccettabile.
Maternità, dunque vero nodo perchè le donne nel mercato del
lavoro vogliono poterci stare anche con i figli. La conciliazione
- ha concluso Santa Zannier - richiede servizi ma anche tempo e
per questo si tratta di equilibrare i tempi del lavoro e della
famiglia alternando momenti di presenza e assenza. Ma purtroppo
le politiche di conciliazione, che sono entrate da più di 10 anni
nella agenda sociale italiana non sono mai divenute il fulcro
delle politiche sociali e lavorative, ed è su questo che occorre
lavorare cambiando mentalità e comportamenti collettivi.
Un incoraggiamento è venuto dal presidente del Consiglio Maurizio
Franz, che si è detto convinto che il lavoro femminile sia una
delle armi vincenti per la ripresa economica: seppur in un
momento di difficoltà e di contrazione dei finanziamenti, il
Consiglio regionale e la sua Presidenza ritengono che il ruolo,
le funzioni e i progetti proposti dalla Commissione Pari
opportunità debbano continuare a essere valorizzati e sostenuti
perché essa sta svolgendo una funzione importante per far
comprendere che la donna, non solo per una questione di genere,
merita di essere tenuta in maggiore considerazione dalle
Istituzioni e dalla politica, ancora troppo declinata al maschile.
Franz ha poi sottolineato l'importanza della presenza delle donne
nel mondo del lavoro: una donna che lavora crea, di per sé, nuovi
posti di lavoro, ad esempio nella cura e assistenza dei bambini e
degli anziani e nei servizi in generale. Il lavoro femminile
innesca quindi un circolo virtuoso che politica e istituzioni
dovrebbero potenziare rendendo più accessibili quei servizi
indispensabili per le famiglie - nidi, scuole per l'infanzia,
assistenza domiciliare - che consentano alle donne di essere
messe nelle condizioni di lavorare e di realizzarsi al pari degli
uomini.
Al proposito il presidente del Consiglio ha ricordato la legge
regionale n. 7 del 2010 per il sostegno della famiglia e della
genitorialità, che prevede diverse forme di intervento della
Regione a sostegno di iniziative pubbliche e private volte a
favorire la nascita di servizi per l'infanzia e non solo,
finalizzati, quasi sempre, a consentire alla donna di svolgere
una propria attività lavorativa.
Ma l'analisi e il confronto che emergeranno dal seminario
potranno far scaturire costruttivi spunti per il legislatore, che
nei settori delle politiche attive del lavoro e del sistema
sociale può fare molto, per tutti ed in particolare per le donne.
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