PD: Brussa, bocciatura norme personale, Tondo e Garlatti si dimettano
(ACON) Trieste, 17 ott - COM/MPB - La bocciatura da parte del
Governo Berlusconi delle norme riguardanti il personale del
comparto unico, inserite nell'ultimo assestamento di Bilancio, è
la conferma dell'agire scomposto e scorretto di una Giunta, di un
suo presidente e di una maggioranza che su questo tema hanno
dimostrato, in questi anni, incapacità e arroganza.
È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico
Franco Brussa, che su questo tema aveva ripetutamente invitato
l'assessore Garlatti e lo stesso Tondo a cambiare atteggiamento.
Non erano infatti bastate - ricorda Brussa - le tante e sonore
bacchettate che erano già arrivate in questi anni su questo tema,
sia da parte dello stesso Governo nazionale che dalla Corte dei
Conti. Essi hanno davvero raggiunto il massimo - aggiunge il
consigliere - quando alle quattro del mattino, dell'ultimo giorno
della discussione ed approvazione dell'assestamento di bilancio,
hanno ritenuto, con una norma di legge, di poter cancellare
diritti e nel contempo prevedere alcuni privilegi per qualcuno.
In questi anni - commenta Brussa - Tondo e Garlatti hanno
assicurato l'opinione pubblica su una riforma epocale in materia
di personale attraverso la lotta agli sprechi e la valorizzazione
della professionalità. I risultati sono oggi sotto gli occhi di
tutti: le 200 posizioni organizzative (giudicate da Garlatti
inaccettabili) sono ancora in piedi; gli interinali continuano a
essere assunti con metodi diretti; le consulenze continuano a
crescere e la grande pensata della riduzione del personale
regionale attraverso gli esoneri volontari anticipati è
miseramente fallita e riscontrabile nei numeri forniti in questi
giorni dalla stessa Direzione del personale.
Qualcuno - prosegue l'esponente del PD - giustamente oggi invoca
le dimissioni di Garlatti. In realtà, per coerenza, a dare le
dimissioni dovrebbe essere lo stesso Tondo reo - per Brussa - non
solo di aver designato quell'assessore esterno a cui assegnare
questi compiti oggi falliti, ma anche di aver messo la propria
autorevole firma sull'emendamento di quella notte e che oggi il
Governo nazionale ha bocciato sonoramente.