III Comm: approvato ddl accesso alle prestazioni sociali
(ACON) Trieste, 20 ott - RC - Standardizzare il requisito di
accesso (periodo di residenza in Italia e in regione) per le
prestazioni socio-assistenziali quanto a sostegno a famiglia e
genitorialità, edilizia residenziale pubblica e assegni di
studio. Ecco che alla base del disegno di legge presentato
dall'assessore Roberto Molinaro, approvato a maggioranza dalla
III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano
(UDC), c'è il desiderio di garantire la non discriminazione tra
residenti in Friuli Venezia Giulia, nonché individuare altre
categorie di persone "protette" accanto ai cittadini italiani e
degli altri Paesi membri dell'Unione europea.
L'articolo 2 elimina, così, il requisito della cittadinanza
comunitaria unitamente a quello della residenza in regione da
almeno 36 mesi per accedere al fondo di solidarietà regionale;
l'art. 3 elimina il requisito della residenza da almeno 10 anni
in Italia e di almeno 5 in regione per il bonus bebè; l'art. 4
toglie gli 8 anni in Italia, di cui almeno 1 in regione e con
deroghe per corregionali all'estero e gli appartenenti alle Forze
dell'Ordine, per la Carta famiglia; l'art. 5 elimina le priorità
degli interventi a favore dei residenti in Italia da almeno 8
anni, di cui 1 in Regione, per le nuove famiglie, la funzione
educativa e la concessione di voucher per il reinserimento
lavorativo dei genitori.
E ancora: gli articoli 6 e 7 abrogano il requisito della
residenza in Italia o dell'attività lavorativa da almeno 10 anni
per accedere agli interventi di edilizia convenzionata,
agevolata, sovvenzionata e per le locazioni; l'art. 8 toglie la
necessità di residenza o di svolgere un lavoro da almeno 5 anni
in Italia, di cui uno in regione, per i genitori degli alunni
iscritti a scuole non statali che intendano beneficiare agli
interventi per il diritto allo studio; l'art. 10 abroga
espressamente alcune disposizioni inerenti vantaggi per gli
appartenenti alle Forze armate o di polizia, e altre per i
residenti in regione quanto a graduatorie per l'assegnazione di
alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata.
Per tutti questi soggetti, il requisito richiesto ora è di
residenza in regione da almeno 24 mesi.
L'art. 9, invece, considerato dall'opposizione il peggiore di
tutta la legge, estende gli interventi di assistenza sociale
anche ai cittadini stranieri previsti nel decreto legislativo n.
286 del 1998 (disciplina dell'immigrazione e condizioni dello
straniero) purché residenti in Italia da non meno di 5 anni e in
regione da almeno 24 mesi. L'art. 41 del decreto legislativo
parla di: stranieri titolari della carta di soggiorno o di
permesso di soggiorno di durata non inferiore a 1 anno.
Diverse le pecche sollevate dai consiglieri di opposizione, da
Franco Codega, Annamaria Menosso e Sergio Lupieri del PD, a
Stefano Pustetto di SA-SEL e Alessandro Corazza di Idv, che hanno
parlato di cittadini italiani residenti in un'altra Regione
italiana che saranno trattati come stranieri, di paradosso quanto
a soldi che la Regione darà ai Comuni che hanno disapplicato le
sue leggi, di mancata modifica delle motivazioni per cui le norme
regionali sono state impugnate dalla Corte costituzionale, e di
ennesimo provvedimento inutile che poi viene impugnato causando
interventi mancanti ai cittadini.
Voto contrario, dunque, di PD, Idv e SA-SEL, con Codega, Corazza
e Pustetto che saranno relatori di minoranza per l'Aula. Voto
favorevole di Pdl, LN, UDC e Gruppo misto con Ugo De Mattia (LN)
relatore di maggioranza.
(immagini tv)