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III Comm: approvato ddl accesso alle prestazioni sociali

20.10.2011
17:24
(ACON) Trieste, 20 ott - RC - Standardizzare il requisito di accesso (periodo di residenza in Italia e in regione) per le prestazioni socio-assistenziali quanto a sostegno a famiglia e genitorialità, edilizia residenziale pubblica e assegni di studio. Ecco che alla base del disegno di legge presentato dall'assessore Roberto Molinaro, approvato a maggioranza dalla III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC), c'è il desiderio di garantire la non discriminazione tra residenti in Friuli Venezia Giulia, nonché individuare altre categorie di persone "protette" accanto ai cittadini italiani e degli altri Paesi membri dell'Unione europea.

L'articolo 2 elimina, così, il requisito della cittadinanza comunitaria unitamente a quello della residenza in regione da almeno 36 mesi per accedere al fondo di solidarietà regionale; l'art. 3 elimina il requisito della residenza da almeno 10 anni in Italia e di almeno 5 in regione per il bonus bebè; l'art. 4 toglie gli 8 anni in Italia, di cui almeno 1 in regione e con deroghe per corregionali all'estero e gli appartenenti alle Forze dell'Ordine, per la Carta famiglia; l'art. 5 elimina le priorità degli interventi a favore dei residenti in Italia da almeno 8 anni, di cui 1 in Regione, per le nuove famiglie, la funzione educativa e la concessione di voucher per il reinserimento lavorativo dei genitori.

E ancora: gli articoli 6 e 7 abrogano il requisito della residenza in Italia o dell'attività lavorativa da almeno 10 anni per accedere agli interventi di edilizia convenzionata, agevolata, sovvenzionata e per le locazioni; l'art. 8 toglie la necessità di residenza o di svolgere un lavoro da almeno 5 anni in Italia, di cui uno in regione, per i genitori degli alunni iscritti a scuole non statali che intendano beneficiare agli interventi per il diritto allo studio; l'art. 10 abroga espressamente alcune disposizioni inerenti vantaggi per gli appartenenti alle Forze armate o di polizia, e altre per i residenti in regione quanto a graduatorie per l'assegnazione di alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata.

Per tutti questi soggetti, il requisito richiesto ora è di residenza in regione da almeno 24 mesi.

L'art. 9, invece, considerato dall'opposizione il peggiore di tutta la legge, estende gli interventi di assistenza sociale anche ai cittadini stranieri previsti nel decreto legislativo n. 286 del 1998 (disciplina dell'immigrazione e condizioni dello straniero) purché residenti in Italia da non meno di 5 anni e in regione da almeno 24 mesi. L'art. 41 del decreto legislativo parla di: stranieri titolari della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a 1 anno.

Diverse le pecche sollevate dai consiglieri di opposizione, da Franco Codega, Annamaria Menosso e Sergio Lupieri del PD, a Stefano Pustetto di SA-SEL e Alessandro Corazza di Idv, che hanno parlato di cittadini italiani residenti in un'altra Regione italiana che saranno trattati come stranieri, di paradosso quanto a soldi che la Regione darà ai Comuni che hanno disapplicato le sue leggi, di mancata modifica delle motivazioni per cui le norme regionali sono state impugnate dalla Corte costituzionale, e di ennesimo provvedimento inutile che poi viene impugnato causando interventi mancanti ai cittadini.

Voto contrario, dunque, di PD, Idv e SA-SEL, con Codega, Corazza e Pustetto che saranno relatori di minoranza per l'Aula. Voto favorevole di Pdl, LN, UDC e Gruppo misto con Ugo De Mattia (LN) relatore di maggioranza.

(immagini tv)