PD: Pupulin su rilievi Governo ad assestamento di bilancio
(ACON) Trieste, 20 ott - COM/AB - La vicenda dell'impugnativa
da parte del Governo amico di una serie di articoli importanti
della legge di assestamento di bilancio 2011 fa comprendere in
modo impietoso la sprovvedutezza legislativa della maggioranza di
centro destra regionale.
Lo dichiara Paolo Pupulin, consigliere regionale del PD, che
aggiunge.
Si ha chiara impressione di trovarsi davanti a un gruppo di
dilettanti allo sbaraglio. Per approvare norme spot che, più che
testi legislativi, cercano di far passare messaggi politici,
andando spesso incontro a cantonate impressionanti. Non si
rispettano neppure le disposizioni fondamentali, che riguardano
per l'Europa l'impossibilità di concedere aiuti di stato o quelle
nel caso delle norme sul personale e sul comparto unico i
principi costituzionali di eguaglianza, buon andamento e
imparzialità della pubblica amministrazione e del pubblico
concorso per l'accesso all'impiego alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche.
Ma altrettanto gravi le contestazioni governative su due articoli
di particolare interesse sul piano del sostegno alla nostra
economia. Il primo riguarda il contributo, tanto contestato dagli
imprenditori pordenonesi, concesso alla società Udine e Gorizia
Fiere, che escludeva esplicitamente la Fiera di Pordenone,
proprio quella realtà che maggiormente si sta affermando nel
panorama nazionale e internazionale, soprattutto attraverso il
successo delle fiere specializzate, come è dimostrato dalla
straordinaria partecipazione degli operatori economici alla
Sicam, il salone internazionale dei componenti e accessori per
mobili in corso nel corso di questa settimana.
Il governo centrale non poteva che contestare un trattamento
favorevole, che rappresenta un pregiudizio nei confronti degli
altri soggetti che operano sullo stesso mercato. Sul piano
politico, il messaggio se si vuole intenderlo è chiarissimo. Con
questi escamotage non si promuove una politica commerciale a
favore delle imprese regionali. Non bastano, allo stesso tempo, i
proclami alla semplificazione, senza un'idea precisa della
mission che si vuole dare e degli spazi reali che il sistema
fieristico regionale è in grado di coprire sulla base d'una
effettiva capacità di proposta e di iniziativa concorrenziale.
Deve essere chiaro a tutti che non ci sono spazi per soluzioni
che tentino scorciatoie impraticabili, costose e inutili.
La seconda operazione, ancora più disastrosa, riguarda gli
interventi a favore dell'Agenzia del distretto del mobile, ma
pure di quella per lo sviluppo del distretto industriale della
sedia. Le finalità di sostegno alla riorganizzazione del comparto
era e rimane una esigenza inderogabile. Gli interventi per
l'innovazione, per l'internazionalizzazione, per lo sviluppo di
nuove reti distributive, per le aggregazioni e le reti d'impresa
costituiscono per certo i terreni di una possibile politica
industriale all'altezza delle nuove sfide aperte dalla crisi.
Anche in questo caso, più che intervenire in modo selettivo,
impostazione che si sapeva poteva come è avvenuto essere
contestata, era opportuno costruire un intervento finalizzato,
concentrandosi sugli strumenti, soprattutto i fondi di rotazione
e il sistema consortile di garanzia, che hanno funzionato anche
nel corso di questa lunga stagione di crisi. In fondo, una parte
considerevole del sostegno finanziario regionale è stato
indirizzato proprio verso questi canali, anche se qualche
incertezza rimane in materia di consorzi di garanzia. Ma il danno
relativo al ruolo delle agenzie di distretto è stato pesante. È
un danno di immagine e di confusione sul ruolo che tali società
debbono assumere.
Non potranno, come chiarisce la contestazione del governo,
svolgere una funzione di gestione di finanziamenti pubblici
settoriali. Dovranno sempre più orientarsi a valorizzare la
partecipazione e la collaborazione tra le imprese delle aree
interessate, in fondo un indirizzo assunto con il passaggio di
consegne tra presidenza istituzionale e quella imprenditoriale.
Si esalterebbe in questo modo il lavoro già compiuto dalle
associazioni imprenditoriali del settore, in particolare la
Federlegno, che hanno presentato un dettagliato e puntuale
programma di azioni positive, indispensabili per uscire da una
situazione che sta mettendo a rischio una notevole parte d'un'
area che per tanti anni ha garantito crescita e reddito.
Occorre però si comprenda la lezione. Che non si scelga la strada
della resistenza, ciò che ci farebbe perdere tempo e denaro
pubblico, che rimarrebbe congelato. La posta contestata potrebbe
venir subito utilizzata per partecipare a un'iniziativa di
garanzia, promossa dagli stessi imprenditori del settore, per
allargarsi verso nuovi mercati, ma coperti al massimo livello
possibile sul rischio sui pagamenti. In fondo, con un mercato
interno quasi azzerato, la scommessa in gran parte si gioca
sull'export, non solo e non tanto nei mercati tradizionali, ma in
quelli dei paesi che, in una fase incerta dei mercati mondiali,
comunque continuano a crescere con trend notevoli.
AB