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PD: Pupulin su rilievi Governo ad assestamento di bilancio

20.10.2011
17:48
(ACON) Trieste, 20 ott - COM/AB - La vicenda dell'impugnativa da parte del Governo amico di una serie di articoli importanti della legge di assestamento di bilancio 2011 fa comprendere in modo impietoso la sprovvedutezza legislativa della maggioranza di centro destra regionale.

Lo dichiara Paolo Pupulin, consigliere regionale del PD, che aggiunge.

Si ha chiara impressione di trovarsi davanti a un gruppo di dilettanti allo sbaraglio. Per approvare norme spot che, più che testi legislativi, cercano di far passare messaggi politici, andando spesso incontro a cantonate impressionanti. Non si rispettano neppure le disposizioni fondamentali, che riguardano per l'Europa l'impossibilità di concedere aiuti di stato o quelle nel caso delle norme sul personale e sul comparto unico i principi costituzionali di eguaglianza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione e del pubblico concorso per l'accesso all'impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

Ma altrettanto gravi le contestazioni governative su due articoli di particolare interesse sul piano del sostegno alla nostra economia. Il primo riguarda il contributo, tanto contestato dagli imprenditori pordenonesi, concesso alla società Udine e Gorizia Fiere, che escludeva esplicitamente la Fiera di Pordenone, proprio quella realtà che maggiormente si sta affermando nel panorama nazionale e internazionale, soprattutto attraverso il successo delle fiere specializzate, come è dimostrato dalla straordinaria partecipazione degli operatori economici alla Sicam, il salone internazionale dei componenti e accessori per mobili in corso nel corso di questa settimana.

Il governo centrale non poteva che contestare un trattamento favorevole, che rappresenta un pregiudizio nei confronti degli altri soggetti che operano sullo stesso mercato. Sul piano politico, il messaggio se si vuole intenderlo è chiarissimo. Con questi escamotage non si promuove una politica commerciale a favore delle imprese regionali. Non bastano, allo stesso tempo, i proclami alla semplificazione, senza un'idea precisa della mission che si vuole dare e degli spazi reali che il sistema fieristico regionale è in grado di coprire sulla base d'una effettiva capacità di proposta e di iniziativa concorrenziale. Deve essere chiaro a tutti che non ci sono spazi per soluzioni che tentino scorciatoie impraticabili, costose e inutili. La seconda operazione, ancora più disastrosa, riguarda gli interventi a favore dell'Agenzia del distretto del mobile, ma pure di quella per lo sviluppo del distretto industriale della sedia. Le finalità di sostegno alla riorganizzazione del comparto era e rimane una esigenza inderogabile. Gli interventi per l'innovazione, per l'internazionalizzazione, per lo sviluppo di nuove reti distributive, per le aggregazioni e le reti d'impresa costituiscono per certo i terreni di una possibile politica industriale all'altezza delle nuove sfide aperte dalla crisi.

Anche in questo caso, più che intervenire in modo selettivo, impostazione che si sapeva poteva come è avvenuto essere contestata, era opportuno costruire un intervento finalizzato, concentrandosi sugli strumenti, soprattutto i fondi di rotazione e il sistema consortile di garanzia, che hanno funzionato anche nel corso di questa lunga stagione di crisi. In fondo, una parte considerevole del sostegno finanziario regionale è stato indirizzato proprio verso questi canali, anche se qualche incertezza rimane in materia di consorzi di garanzia. Ma il danno relativo al ruolo delle agenzie di distretto è stato pesante. È un danno di immagine e di confusione sul ruolo che tali società debbono assumere. Non potranno, come chiarisce la contestazione del governo, svolgere una funzione di gestione di finanziamenti pubblici settoriali. Dovranno sempre più orientarsi a valorizzare la partecipazione e la collaborazione tra le imprese delle aree interessate, in fondo un indirizzo assunto con il passaggio di consegne tra presidenza istituzionale e quella imprenditoriale. Si esalterebbe in questo modo il lavoro già compiuto dalle associazioni imprenditoriali del settore, in particolare la Federlegno, che hanno presentato un dettagliato e puntuale programma di azioni positive, indispensabili per uscire da una situazione che sta mettendo a rischio una notevole parte d'un' area che per tanti anni ha garantito crescita e reddito.

Occorre però si comprenda la lezione. Che non si scelga la strada della resistenza, ciò che ci farebbe perdere tempo e denaro pubblico, che rimarrebbe congelato. La posta contestata potrebbe venir subito utilizzata per partecipare a un'iniziativa di garanzia, promossa dagli stessi imprenditori del settore, per allargarsi verso nuovi mercati, ma coperti al massimo livello possibile sul rischio sui pagamenti. In fondo, con un mercato interno quasi azzerato, la scommessa in gran parte si gioca sull'export, non solo e non tanto nei mercati tradizionali, ma in quelli dei paesi che, in una fase incerta dei mercati mondiali, comunque continuano a crescere con trend notevoli. AB