PD: Menis, sul friulano anche la Regione poteva fare di più
(ACON) Trieste, 23 ott - COM/MPB - Leggendo gli autori della
missiva con cui l'altro ieri un nutrito gruppo di enti
istituzionali ha deciso di scrivere al Governo per far sentire la
propria voce e chiedere il rispetto della legge 482/99 a
salvaguardia del friulano, sorge spontanea più d'una
considerazione.
A sostenerlo è il consigliere regionale del PD Paolo Menis che si
è detto stupito per aver appreso che anche il presidente della
Provincia di Udine, Fontanini, abbia dato la sua adesione.
Un atto più che legittimo, secondo il democratico, che però fa
notare l'incoerenza di tale gesto rispetto ai recenti
comportamenti tenuti dalla stessa Lega Nord, di cui Fontanini è
segretario regionale.
È infatti proprio la Regione, di cui la Lega Nord costituisce un
tassello fondamentale, a essere stata, secondo Menis, la più
latitante in questi anni nella difesa del friulano. A
dimostrarlo, ricorda il consigliere, le polemiche seguite ai
recenti atti adottati dalla Giunta, come ad esempio quelle sul
regolamento per l'insegnamento a scuola, accusato da più parti di
essere lacunoso e contrario allo spirito della legge 29/2007 o le
vicende accadute in occasione dell'ultimo assestamento di
bilancio, quando i leghisti non hanno sostenuto l'appello del
Partito Democratico che chiedeva il ripristino completo dei fondi
per le trasmissioni in friulano, né hanno accolto le richieste
per lo stanziamento di fondi in favore dell'insegnamento nelle
scuole.
Analoga sorte è toccata all'ordine giorno che lo stesso Menis
aveva presentato per chiedere il riconoscimento del master
universitario "Insegnare in lingua friulana", bocciato dal
Consiglio regionale salvo poi essere difeso sui giornali.
Spiace quindi constatare - conclude Menis - che l'on. Fontanini
che sarebbe nelle condizioni di spendersi concretamente in favore
del friulano scelga di limitarsi alle parole invece che
impegnarsi nei fatti.