II Comm: illustrato ddl accesso al credito delle imprese
(ACON) Trieste, 24 ott - RC - Il disegno di legge in esame - ha
esordito l'assessore Federica Seganti intervenendo in II
Commissione consiliare presieduta da Federico Razzini (LN) -
persegue gli obiettivi del riordino e della riforma degli
strumenti di agevolazione dell'accesso al credito da parte delle
imprese operanti sul territorio regionale nei settori
industriale, artigiano, commerciale, turistico e dei servizi.
Strumenti che, attualmente, sono disciplinati da diversi atti
legislativi dai quali sono discesi regolamenti e convenzioni
stratificatisi negli anni.
Il sistema delineato nel provvedimento si fonda su uno degli
strumenti di intervento finanziario che, nel corso dei decenni,
ha dimostrato efficacia e capacità di adattarsi alle esigenze del
sistema produttivo regionale: il Fondo di rotazione per
iniziative economiche (FRIE). Tale Fondo, il cui ambito di
operatività, inizialmente limitato alla Venezia Giulia, è stato
esteso negli anni Settanta a tutto il territorio regionale, conta
attualmente finanziamenti agevolati per più di 1 miliardo di euro.
La regolamentazione di base è data dalla legge 908/1955, che
prevede, tra l'altro, che le operazioni di finanziamento a favore
delle imprese effettuate a norma della legge stessa e tutti i
contratti e formalità relativi alle operazioni stesse sono esenti
da imposte spettanti sia all'erario statale sia agli enti locali.
Con decreto legislativo, inoltre, nel 2002 è stato disposto il
trasferimento alla Regione delle funzioni amministrative relative
al FRIE.
Ecco che il nuovo sistema di governo degli interventi per
agevolare l'accesso al credito delle imprese provvede a unificare
nel comitato di gestione del FRIE anche la gestione delle altre
due sezioni costituite nel suo ambito, ovvero la Sezione per lo
sviluppo delle piccole e medie imprese e la Sezione per le
garanzie a favore delle PMI.
La prima Sezione si configura come strumento complementare al
FRIE, in quanto destinata a concedere finanziamenti a tasso
agevolato negli ambiti non ammissibili a tale Fondo. Inoltre,
sostituisce gli attuali fondi settoriali previsti per il comparto
artigiano dalla legge regionale 12/2002 e per il comparto del
commercio, del turismo e dei servizi dalla LR 29/2005, eliminando
le sovrapposizioni e i vari comitati di gestione. Al contempo,
con tale Sezione, la Regione può intervenire con misure più
adatte alle imprese di minori dimensioni, rispetto a quelle del
FRIE, anche nel settore industriale, nonché concedere
finanziamenti mirati a promuovere la nascita e lo sviluppo di
nuove imprese o salvaguardare le esistenti.
La Sezione per le garanzie consolida la misura introdotta con la
LR 11/2009, la cosiddetta legge anticrisi, rafforzandone, da un
lato, il ruolo di sostegno di operazioni finanziarie a breve
termine, di operazioni di consolidamento dei debiti e di altre
operazioni di rimodulazione finanziaria e, dall'altro lato,
estendendone il raggio di azione ai mutui per la realizzazione di
investimenti.
Il disegno di legge assegna, dunque, al FRIE il compito di
finanziare progetti di investimento di rilevanti dimensioni anche
realizzati da grandi imprese, alla Sezione per lo sviluppo delle
PMI il compito di finanziare iniziative di dimensione più
contenuta sostenendo l'attività aziendale delle PMI, alla Sezione
per le garanzie a favore delle PMI il compito di supportare con
le proprie garanzie le PMI nelle azioni di consolidamento
finanziario e nell'ottenimento della liquidità funzionale alla
gestione dell'impresa, oltre che nella realizzazione di
investimenti.
La scelta della forma delle gestioni fuori bilancio è in linea
con quanto previsto in merito dalla LR 21/2007. Si tratta,
infatti, di gestioni le cui entrate derivano principalmente da
contribuzioni regionali e da rientri, istituite in relazione a
procedimenti contributivi la cui natura non è compatibile con i
meccanismi ordinari di erogazione della spesa pubblica. Al
riguardo, si prevede che il supporto tecnico, amministrativo e
organizzativo al comitato di gestione sia fornito da un soggetto
bancario.
Il testo in esame rinvia, infine, a un regolamento i criteri di
attuazione degli interventi agevolativi sì da rendere più snello
l'adeguamento alla normativa comunitaria in materia di aiuti di
Stato. In considerazione della necessità di poter reagire ai
mutamenti economico-finanziari con rapidità, si prevede la
possibilità, per la Giunta regionale, di impartire direttive al
comitato di gestione.
Quanto alla struttura dell'articolato, il Capo I detta le
disposizioni generali; il Capo II specifica la disciplina dei
singoli strumenti di intervento introdotti con il Capo I; il Capo
III regolamenta le modalità di gestione degli strumenti previsti
all'articolo 2, incentrandosi sul funzionamento del comitato di
gestione e sul supporto tecnico, amministrativo e organizzativo
allo stesso; il Capo IV reca le norme finanziarie, finali e
transitorie. Il tutto in 15 articoli.
Dopo l'illustrazione, la Commissione ha ascoltato le opinioni dei
rappresentanti del mondo produttivo-imprenditoriale e di quello
del credito per approfondire la questione. Nel corso di una
prossima seduta, i consiglieri entreranno nel merito della
proposta giuntale.
(immagini tv)