PD: Marsilio/Della Mea, no a chiusura stazioni forestali
(ACON) Trieste, 26 ott - COM/AB - "Si chiudono cinque stazioni
forestali e si trasferiscono 60 forestali e poi, in nome della
razionalizzazione, si cerca di far passare una riorganizzazione
come piace a qualcuno e soprattutto funzionale a pochi".
L'affermazione è dei consiglieri regionali del PD Enzo Marsilio e
Sandro Della Mea che aggiungono.
"Il rischio di una deriva autarchica non è affatto remoto, ma
sempre più concreto e preoccupante, se si pensa alle funzioni di
polizia che contraddistinguono ormai l'attività dei forestali e a
cosa si vuole fare del Noava. Si vuole smantellare il famoso e
chiacchierato Noava (Nucleo operativo per l'attività di vigilanza
ambientale) per creare tre nuove strutture investigative con
attribuzioni ampliate a tutto il settore agroalimentare: due
strutture stabili dedicate alla vigilanza in materia venatoria e
ambientale, e una terza di riferimento in materia agroalimentare.
Nascono così, alla faccia della semplificazione, altri due
doppioni, una struttura parallela ai Nas e l'altra alle Guardie
della Provincia, con il risultato di creare un atro piccolo
esercito di controllori fidelizzati, che aumenteranno la già
eccessiva attività sanzionatoria nei confronti di imprese e
cittadini".
"E come si fa a creare nuove strutture e nel contempo contenere
la spesa e razionalizzare le risorse come richiede una buona
riforma dell'amministrazione pubblica? Semplice, si prelevano
risorse finanziarie dai capitoli di bilancio ordinari e si
distrae personale dalla pianta organica attuale. Poco importa se
si riducono attribuzioni tecniche specifiche e se non si guarda
alla funzionalità della buona amministrazione. Ciò che conta di
più è modulare un impianto organizzativo secondo le propri
necessità e le esigenze della squadra".
I due consiglieri del PD hanno invitato il presidente Tondo a
fermare l'assessore Violino in tempo, a bloccare i trasferimenti
dei forestali e a rivedere il piano di chiusura delle stazioni
forestali, ma soprattutto a valutare i rischi di deriva
autarchica del Corpo forestale regionale, che appaiono in tutta
la loro evidenza in una proposta che trasforma ciò che da sempre
è un punto di riferimento per le amministrazioni e le popolazioni
locali in uno strumento di polizia giudiziaria.