News


PD: Moretton, no a un'Azienda sanitaria unica, sì a tre ASS

31.10.2011
11:31
(ACON) Trieste, 31 ott - COM/RC - "Poiché il presidente Tondo ha annunciato una riforma sanitaria che prevede la realizzazione di un'unica Azienda territoriale, ci chiediamo quali siano i veri obiettivi che intende raggiungere".

Lo scrive il capogruppo del PD, Gianfranco Moretton, in una nota nella quale afferma la necessità di capire se l'operazione che ha in mente Tondo sia legata al contributo per il risanamento del debito pubblico nazionale che anche la nostra Regione dovrà concedere, oppure al miglioramento del livello di efficienza del sistema regionale.

Nell'attesa, il consigliere si dice stupito che il centrodestra non tenga in considerazione l'analisi che il centrosinistra aveva commissionato pochi anni or sono, in cui emerge senza equivoci che l'Azienda sanitaria unica non produce benefici economici perché rappresenta solo il 10% del personale, il quale incide invece maggiormente nelle Aziende ospedaliere. Perciò, se il problema del recupero di risorse economiche non è legato all'Azienda territoriale, c'è da chiedersi se Tondo stia valutando un ragionamento anche sulla rete ospedaliera, sulla cui questione però, per ora, nessuno si è espresso.

Al presidente - prosegue Moretton - chiediamo sia fatta chiarezza se sugli ospedali intende continuare sulla strada della legge regionale 13, oppure se pensa di dar seguito anche nel resto della regione, come dimostrano gli ultimi interventi effettuati in provincia di Pordenone, con la sperimentazione degli ospedali riuniti e l'accorpamento di quelli di rete nell'Azienda ospedaliera, sottraendoli all'Azienda territoriale. I risultati che si prospettano non possono essere positivi, contrariamente da ciò che va propagandando l'assessore Kosich.

Il consuntivo di quello che sta accadendo in Provincia di Pordenone - afferma il capogruppo del PD - è sotto gli occhi di tutti: innanzitutto la diminuzione dell'attività degli ospedali è quantificabile con Pordenone -0,1%, Spilimbergo -5,6% e San Vito -3,7%. Ciò, unito al conseguente allungamento delle liste di attesa, ha comportato l'aumento della fuga dei pazienti fuori provincia e fuori regione, producendo un gravoso deficit di bilancio all'Ass n. 6 e il derivante impoverimento dei servizi territoriali, e non, come sostenuto dal centrodestra, il suo potenziamento.

Purtroppo le scelte derivanti dalla proposta del presidente Tondo raddoppiano molti costi (lavanderia, manutenzione) e allungano le procedure burocratiche, dilatano i tempi delle assunzioni, portando molti reparti al collasso, con sempre più numerose richieste di trasferimento. Il blocco quasi totale degli investimenti edilizi e in tecnologie importanti ha portato dopo soli 4 anni gli ospedali di San Vito, Spilimbergo e Pordenone ad avere i laboratori con sistemi informativi diversi, fonti di continue disfunzioni, nonostante la Regione stessa avesse già espresso 3 anni fa l'intenzione di cambiare sistema aggiornandolo a quello usato nelle altre Province.

Se l'impostazione che il presidente Tondo vuole dare alla riforma sanitaria rimanesse quella annunciata, porterebbe inevitabilmente alla morte per asfissia degli ospedali di rete e, nella provincia di Udine in particolare, ci sarebbero problematiche enormi che causerebbero prima di tutto un grande rischio per l'utenza. La riforma, di fatto, toglierebbe solo Aziende territoriali, distretti e ambiti socio-assistenziali, eliminando quei pezzi di ospedali di rete (come RSA, riabilitazione) che garantiscono una migliore continuità delle cure. Per Tondo i distretti sono meri poliambulatori, mentre rappresentano l'insieme dei servizi attuali strettamente integrati con comunità ed enti locali, vicini al cittadino.

La posizione del gruppo consiliare del PD era e rimane quella di ridurre le attuali Aziende territoriali a 3, nella convinzione che sia il modo migliore per potenziare l'assistenza sanitaria, consentire equilibrio nel rapporto tra ospedali e territorio, e mantenere gli ospedali di rete nell'ambito della competenza dell'Azienda territoriale.