PD: Moretton, no a un'Azienda sanitaria unica, sì a tre ASS
(ACON) Trieste, 31 ott - COM/RC - "Poiché il presidente Tondo
ha annunciato una riforma sanitaria che prevede la realizzazione
di un'unica Azienda territoriale, ci chiediamo quali siano i veri
obiettivi che intende raggiungere".
Lo scrive il capogruppo del PD, Gianfranco Moretton, in una nota
nella quale afferma la necessità di capire se l'operazione che ha
in mente Tondo sia legata al contributo per il risanamento del
debito pubblico nazionale che anche la nostra Regione dovrà
concedere, oppure al miglioramento del livello di efficienza del
sistema regionale.
Nell'attesa, il consigliere si dice stupito che il centrodestra
non tenga in considerazione l'analisi che il centrosinistra aveva
commissionato pochi anni or sono, in cui emerge senza equivoci
che l'Azienda sanitaria unica non produce benefici economici
perché rappresenta solo il 10% del personale, il quale incide
invece maggiormente nelle Aziende ospedaliere. Perciò, se il
problema del recupero di risorse economiche non è legato
all'Azienda territoriale, c'è da chiedersi se Tondo stia
valutando un ragionamento anche sulla rete ospedaliera, sulla cui
questione però, per ora, nessuno si è espresso.
Al presidente - prosegue Moretton - chiediamo sia fatta chiarezza
se sugli ospedali intende continuare sulla strada della legge
regionale 13, oppure se pensa di dar seguito anche nel resto
della regione, come dimostrano gli ultimi interventi effettuati
in provincia di Pordenone, con la sperimentazione degli ospedali
riuniti e l'accorpamento di quelli di rete nell'Azienda
ospedaliera, sottraendoli all'Azienda territoriale. I risultati
che si prospettano non possono essere positivi, contrariamente da
ciò che va propagandando l'assessore Kosich.
Il consuntivo di quello che sta accadendo in Provincia di
Pordenone - afferma il capogruppo del PD - è sotto gli occhi di
tutti: innanzitutto la diminuzione dell'attività degli ospedali è
quantificabile con Pordenone -0,1%, Spilimbergo -5,6% e San Vito
-3,7%. Ciò, unito al conseguente allungamento delle liste di
attesa, ha comportato l'aumento della fuga dei pazienti fuori
provincia e fuori regione, producendo un gravoso deficit di
bilancio all'Ass n. 6 e il derivante impoverimento dei servizi
territoriali, e non, come sostenuto dal centrodestra, il suo
potenziamento.
Purtroppo le scelte derivanti dalla proposta del presidente Tondo
raddoppiano molti costi (lavanderia, manutenzione) e allungano le
procedure burocratiche, dilatano i tempi delle assunzioni,
portando molti reparti al collasso, con sempre più numerose
richieste di trasferimento. Il blocco quasi totale degli
investimenti edilizi e in tecnologie importanti ha portato dopo
soli 4 anni gli ospedali di San Vito, Spilimbergo e Pordenone ad
avere i laboratori con sistemi informativi diversi, fonti di
continue disfunzioni, nonostante la Regione stessa avesse già
espresso 3 anni fa l'intenzione di cambiare sistema aggiornandolo
a quello usato nelle altre Province.
Se l'impostazione che il presidente Tondo vuole dare alla riforma
sanitaria rimanesse quella annunciata, porterebbe inevitabilmente
alla morte per asfissia degli ospedali di rete e, nella provincia
di Udine in particolare, ci sarebbero problematiche enormi che
causerebbero prima di tutto un grande rischio per l'utenza. La
riforma, di fatto, toglierebbe solo Aziende territoriali,
distretti e ambiti socio-assistenziali, eliminando quei pezzi di
ospedali di rete (come RSA, riabilitazione) che garantiscono una
migliore continuità delle cure. Per Tondo i distretti sono meri
poliambulatori, mentre rappresentano l'insieme dei servizi
attuali strettamente integrati con comunità ed enti locali,
vicini al cittadino.
La posizione del gruppo consiliare del PD era e rimane quella di
ridurre le attuali Aziende territoriali a 3, nella convinzione
che sia il modo migliore per potenziare l'assistenza sanitaria,
consentire equilibrio nel rapporto tra ospedali e territorio, e
mantenere gli ospedali di rete nell'ambito della competenza
dell'Azienda territoriale.